Vamos a caminar

"Cholo soy y no me compadescas,
q' esas son monedas que no valen nada
y que dan los blancos como qulen da plata.
Nosotros los cholos no pedimos nada,
pues faltando todo, todo nos alcanza:

Déjame en la puna vìvìr,
trepar por los cerros detràs de mis cabras,
arando la tierra, tejiendo unos ponchos, pastando mis llamas
y echar a los vientos la voz de mi quena.

Dices que soy triste: qué quieres que haga ?
No dicen Usledes q'el cholo es sin alma
y que es como piedra, sin voz, sin palabras
y llora por dentro, sin monstrar las làgrimas..."
(canciòn criella peruana)

Lampa (Perù), Agosto 1996

Amici carissimi,
Familiari sempre cari, dalle immense distese della "puna" gialla, sotto il cielo azzurro della incipiente primavera, sotto le prime piogge che feconderanno la terra dell'altipiano sur-andino del Perù Vi giunge con affetto il mio saluto. Il saluto dai 4000 metri!
Il tempo ci sta allenando alla distanza, alla separazione, al silenzio, ma gli stessi vincoli dell'incontro si rinsaldano: sentimenti, affetti, ideali, fede, obbiettivi di vita, scelte, valori... Il cammino della vita conduce in avanti, nel tentativo di imparare la grande lezione: imparare ad amare!
Continua il cammino in omnibus, a piedi, a cavallo anche verso il più sperduto casolare. Continuiamo a sorridere e ad accarezzare i bambini. Continuiamo a pregare insieme alla gente, anche sulla tomba più anonima e dimenticata. Continuiamo a contemplare culture dalle radici profonde e diverse. Continuiamo a ballare huaynos, a bere allo stesso bicchiere, a mangiare con il piatto alla bocca. Continuiamo a ricercare nuove vie di solidarietà che sfocino nella giustizia, nella speranza, nella vita. Continuiamo a celebrare battesimi, matrimoni e ad amare la vita!

Dio e i poveri rimangono
Oggi più che mai la scelta dei poveri dovrebbe essere radicale, prioritaria e attuale. Per due motivi. I poveri sono in aumento crescente, in America Latina e in tutto il Terzo mondo (anche nel Nord del mondo!). Inoltre, perché i poveri... oggi stanno diventando sempre più poveri: ci troviamo dinanzi ad un processo di impoverimento, più che dinanzi al fenomeno della povertà.
Optare vuol dire scegliere, significa rivolgersi a, impegnarsi per, stare con. Quando si opta per i poveri si fa la scelta di lottare contro le cause che generano la povertà, contro le strutture ed i sistemi che impoveriscono i poveri e che impediscono loro di vivere con dignità la condizione umana e storica di figli e figli di Dio, di fratelli e sorelle tra di noi.
Mentre nella società la rivendicazione dell'uguaglianza è sempre più radicata nella coscienza collettiva, il capitalismo - ormai multinazionalizzato - fa della società umana semplicemente un mercato; proclama il diritto conclusivo di una minoranza insignificante, ma privilegiata e giustifica l'emarginazione della grande maggioranza, ma esclusa. La politica, l'economia, la stessa organizzazione strutturale e di potere della società sono sempre più esclusive e escludenti.
Intanto... sono molti quelli che si dicono stanchi di sentire parlare di scelta dei poveri! (... e i poveri non saranno ancora più stanchi... di essere poveri?!).
La scelta dei poveri è "la" scelta evangelica - non soltanto una priorità - da concretizzarsi dentro la storia. Continua ad essere vero che a Gesù e alla comunità dei discepoli lo Spirito li ha "unti" per annunziare la buona notizia ai poveri (cfr. Mt.4,14-l9).

Trattore o chaquitaqlla?
La chaquitaqlla è uno strumento agricolo, specie di vanga, usata dal campesino nella nostra zona andina. E' composta di due parti: la parte superiore, in legno robusto, su cui il campesino fa forza perché la parte inferiore, in ferro levigato, possa affondare nel terreno.
Il trattore... tutti lo conosciamo! E' segno di progresso. Dovunque, anche quassù ! Molte volte ci si chiede - a livello sociale, economico, pastorale, pedagogico - se è bene andare avanti con la chaquitaqlla o usare il trattore!...
Indubbiamente è da favorire tutto ciò che stimola il progresso, il cambio economico, la tecnologia, ma anche il rispetto culturale, la identità stessa della gente - come il campesino andino - che ha una concezione diversa del lavoro, della relazione con la terra, degli stessi rapporti di produzione.
L'obiettivo comune a cui tendere è la vita degna e giusta per ogni essere umano, sia esso indio, campesino, di altra razza e cultura!
Nei paesi poveri o emarginati, tra i quali è incluso il Perù, si assiste, tuttavia, alle più svariate forme di intervento sociale e di sviluppo. Interventi governativi, di beneficenza, opere assistenziali, organismi filantropici, proliferazione di ONG, azione delle diverse chiese, interventi di sette religiose...
Ognuno interviene e agisce con criteri propri !
Perché, nonostante tutti gli interventi, è in aumento la povertà nel Sud del mondo e anche in Perù?
Perché nel tempo incaico, nonostante il lavoro con la chaquitaqlla, non esisteva la fame e non si conoscevano certe malattie ora endemiche?
Perché le chiese, pur operando nell'emergenza con solidarietà, non esercitano anche un'azione profetica in favore della giustizia e una azione destabilizzatrice contro il nuovo ordine economico mondiale?
Non saremo chiamati ad agire perché il povero sia soggetto della storia e non oggetto di compassione, di dipendenza, di pietismo, di elemosina, di perpetuazione dello "status quo"?
Sfida ardua, lunga, interrogante e piena di speranza!

Pastore e profeta
Una data da tenere presente nella memoria storica e di fede del popolo, soprattutto latinoamericano, è quella del 4 agosto 1976. Venti anni fa, avvenne il martirio di Enrique Angelelli, vescovo di La Rioja (Argentina), assassinato dall'esercito della dittatura militare di Videla.
Uomo di "terra dentro", ci lascia tre consigli evangelici che dovrebbero far parte del nostro progetto di vita:
"Hay que seguir andando no màs"
"No hay que tener miedo de meterse en el barro"
"Con un oìdo al Evangelio y otro al Pueblo".

Il mese di Agosto
Le persone amiche che sono venute e vengono a visitarci a Lampa, in questo periodo si trovano a contatto con una molteplicità di espressioni rituali, culturali e religiose tipiche del mondo andino.
E' il mese del "pago" alla Santa Terra! E' il mese del cambio di stagione! E' il mese in cui si pronostica il tempo per tutto l'anno! E' l'inizio dell'anno andino!
Agosto è il mese dei matrimoni, soprattutto! Agosto, per il cambio dalla stagione fredda, lo si considera come il mese fertile, fecondo e portatore di felicità. La coppia, dopo il periodo vissuto in "servinakuy" (convivenza decisa tra la coppia e le rispettive famiglie), passa al matrimonio civile e religioso in cui, dice la gente, si ratifica e si formalizza il matrimonio chiedendo la benedizione di Dio.
Tutti, carissimi, uniamoci - per la fede popolare - nella preghiera agli "Apus" (divinità tutelari dei monti più alti della cordigliera) perché ci liberino dalle disgrazie, come fulmini, grandine, gelate, siccità...
Sentiamoci uniti anche nel Dio dei nostri padri che è il Dio della vita: anche quando potessimo avere tutto, non dimentichiamoci mai di LUI! (Deut. 8).
Che possiamo essere sempre una benedizione, gli uni per gli altri!
Un forte abbraccio, con il mio saluto di lontano.




Giovanni Gnaldi


in Lotta come Amore: LcA marzo 1997, Marzo 1997

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