Se il granello non muore

Ecco il mio libretto, scritto perché l'11 dicembre '92, pur essendo morta con Luciano, fui costretta a rimanere in questa vita.
La prima cosa che cercai di salvare fu la fede che lui vivesse, e che io non gettassi via la mia vita, per non perderlo per sempre. "Altro non resta o la paura o la fede" aveva scritto P. Turoldo come titolo di una sua poesia. E Luciano aveva sul comodino un foglietto dove aveva copiato questi versi sempre da "Canti Ultimi" di P.Turoldo :
"Vedrai" (pag.159)
Anima mia, non pensare male di Lui, gli è impossibile fare altro.
E - vedrai! il Male non vincerà.
Dunque non dovevo "pensare male di Lui" dopo 32 settimane di condanna a morte che gli aveva inflitto, senza speranze e senza illusioni concesse ad altri condannati?
Sempre Turoldo aveva scritto (leggi pag.26-27) :
Dio per sua natura
non è la divina Indifferenza
ma fuoco incandescente
e quanto attende e brama
è solo un atto d'amore.
Questo è stato il mio cammino: perdonarlo e (non bastava) amarlo! Di qui il versetto a pag.7 .
Il mio libretto comincia col '90. Attesa e nascita di Laura (pag.15 - 17), felice estate in montagna (pag.18), ma "vi ho visto scendere come notte il nero delle nubi rotto da folgori".
Poi la morte della mamma (pag.20) e quel richiamo:
"troppi ormai
che mi chiamate
dallo splendore delle Sue costellazioni".
E l'arrivo del '91 (pag.22) :
"l'anno che viene
con nere minacce di guerra",
ma io volevo ancora
"aver fiducia nell'onda
che sulla riva riversa
il dolce sorriso di Dio".
Poi muore Turoldo e anche per noi è suonata

"l'ora nona" (pag.26).
Ecco "nubi profonde e acque oscure (pag.28)
e la preghiera al cielo (pag.31) :
"chiedete e vi sarà dato
bussate e vi sarà aperto
perché avete un Padre celeste".
Una piccola operazione in testa e vicino all'occhio per liberarmi di due basaliomi in stato avanzato e pericoloso (da pag.35 a pag.39) e il sogno:
"Anch'io vorrei andarmene così
e fluire nell' aria
dorata dal sole".
Invece no ! (pag. 4l)
Signore, mi hai strappato lo sposo mio.
Sono stata ricevuta, distrutta da tanto disastro,
all'Eremo delle Stinche (pag. 41 - 46). Mario ha voluto, per le feste, portarmi all'Elba (pag. 47) "ero come l'albero nudo nella notte di capodanno,
ma le stelle di quella notte erano le lacrime mie
che brillavano schegge di pianto".
Tornata all'Eremo fu un vecchio ceppo (pagA8) nell' angolo del camino a indicarmi la via "il mio ceppo inaridito" doveva cadere "nel fuoco d'Amore e vivere nella Sua raggiera di luce".
Ci sono riuscita? Sì, cadendo e rialzandomi
"nuvola bianca... così vuota, così nuova" (pag.52)
"anima che geme / dissolta come ombra"
che grida "voca me cum benedictis" (pag.70).
Questo tracciato vi aiuti a leggere poesie che non sono "letteratura" ma il moto del mio sangue, la piaga del mio cuore insanabile sempre aperta e gemente, la mia angoscia e anche la mia speranza che solo se il granello muore germinerà, e il frutto sia un atto di amore.

Grazia.

Grazia Maggi "Se il granello non muore" - Libro Italiano
Editrice Letteraria Internazionale L. 10.000


in Lotta come Amore: LcA marzo 1997, Marzo 1997

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