Sudan: un paese dimenticato

Cari fratelli e sorelle,
sono contento di passare alcuni giorni tra di voi e condividere con voi l'agonia e la tragedia del popolo del Sudan in genere e in modo particolare del gruppo etnico africano, dei cristiani e di tutti coloro che vivono la loro fede tradizionale. Lo scopo principale della mia visita a Cincinnati è compreso nella cornice della mia missione itinerante per creare consapevolezza delle sofferenze del popolo e della chiesa in Sudan che sono alla mercé di una dittatura militare di fondamentalisti islamici. E'noto a tutti come l'Africa sia assalita dalla siccità, dalla fame e dalle epidemie. In molti casi questi mali hanno le loro radici nei conflitti interni, nell'oppressione e nella persecuzione per motivi razziali, tribali o religiosi.
La violazione dei diritti umani è la causa primaria di questi mali. Avete certamente sentito parlare di Somalia, Mozambico ed Angola. State seguendo ancora sui giornali, ascoltando la radio e guardando la TV cosa sta accadendo in Bosnia e Rwanda. Fino a poco tempo fa anche il Sudafrica era quasi giornalmente in testa alle notizie. Il Sudan al contrario, un paese di terrore, assassinio, genocidio, pulizia etnica, tortura, arresti di massa, esecuzioni sommarie e persecuzioni religiose con centinaia di migliaia di martiri destinati a rimanere ignoti, è totalmente e assolutamente dimenticato e abbandonato a se stesso.
L'attuale dittatura fondamentalista islamica è un regime - non un governo! - che ha preso il potere con la forza delle armi e si è autoproclamato governo legale, voluto e rispettato dal popolo sudanese. Al contrario è un regime spietato che ha per sistema di governo il terrore così violando i diritti umani fondamentali del popolo, uccidendo e costringendo i vivi ad una disperata povertà come esuli nel loro proprio paese o come rifugiati malvoluti ed umiliati nei paesi vicini o nel mondo occidentale. E' un regime che sta affamando il suo popolo per costringere i non musulmani e i non arabi a divenire musulmani, abbandonando la loro fede cristiana o le loro credenze tradizionali, le loro lingua africane, le tradizioni, i costumi.
L'attuale regime fondamentalista ha ignorato la carta dei diritti umani e, ancor peggio, usa le missioni diplomatiche all' estero per distorcere la verità e mentire senza vergogna alla comunità internazionale. Ha perfino distorto lo scopo del Papa nella sua visita in Sudan, proclamando il fatto che la visita papale era indicativa della tolleranza religiosa in Sudan e della coesistenza pacifica tra Arabi e Africani.
La rivista Time e anch'io personalmente, come molti altri, abbiamo testimoniato l'esistenza della schiavitù in Sudano Ho perfino presentato specifici casi davanti alla Commissione per i diritti umani dell'ONU a Ginevra. Ho citato i nomi di fanciulli ridotti in schiavitù. Ma un membro della delegazione del regime in modo arrogante replicò che la mia accusa era generica e si richiedevano nomi e luoghi. Nel febbraio del 1994, davanti alla stessa Commissione a Ginevra, ho citato non solo i nomi di fanciulli resi schiavi, ma anche quelli dei loro "padroni" insieme a luoghi e date.

Una bambina, Hanna Akwal, di otto anni, è stata portata a El Obeid per essere venduta. Un parente la vide e andò immediatamente dalla polizia.
Il proprietario della bambina cercò di congelare il caso dichiarando in tribunale che le forze di difesa popolare (la milizia islamica) fanno parte della Dawa Islamica che è la Chiamata all'lslam e alla Jihad (la Guerra Santa). In tal modo la bambina è legalmente di sua proprietà come bottino della guerra santa. Un altro caso interessante è quello di Nuba, un ragazzo che fuggì al suo padrone e si rifugiò presso la sua tribù sempre a El Obeid. Nuba insieme ad altri 19 ragazzi erano stati posti in stato di schiavitù a Debebad da Mohammed Saleh, un ufficiale della Forza di Difesa Popolare. Un'inchiesta ulteriore rivelò che i ragazzi erano stati catturati nel Kordofan del Sud da Mohammed Gunaid, un alto ufficiale della stessa milizia. Egli aveva affidato i ragazzi a Mohammed Saleh perché li vendesse in quanto era stato chiarnato a far parte del Comitato della Rivoluzione e del Comitato dei Quaranta che elabora tutte le iniziative politiche di Khartoum.
I casi di schiavitù sono frequenti e la lista si allunga, ma ho voluto ricordarne due perchè possiate convincervi che la schiavitù non è un'usanza barbarica, incivile e disumana dei secoli scorsi.
E' un'amara realtà attualmente praticata in Sudan e incoraggiata dal regime fondamentalista islamico.
In Sudan, quando la Chiesa interviene per difendere i diritti umani, viene immediatamente accusata di interferire con la politica e di avversare il regime di Khartoum. Dovrebbe essere chiaro che la difesa dei diritti umani è parte integrante della missione della Chiesa nel mondo. Così la Chiesa non può tacere quando i diritti che vengono da Dio sono violati e calpestati. Questi diritti prevalgono su ogni divisione di razza, tribù, colore della pelle, credo religioso o sesso. La Chiesa sarà sempre la voce dei senza voce e la voce di tutti quelli la cui coscienza è sepolta da interessi politici o economici o dal fanatismo religioso.
La Chiesa viene continuamente accusata di essere la quinta colonna dei colonialisti ed è anche descritta come un gruppo di crociati infedeli. Questa espressione denigratoria fu usata anche in mia presenza dal vicecapo dell'esercito in presenza di Omar L. Bashir, capo della giunta militare dei fondamentalisti islamici. Egli aggiunse anche che tali crociati infedeli sono nemici del Sudan e dell'Islam.
Questo non è un incidente isolato; al contrario è pratica quotidiana quella di usare i media e promuovere pubbliche manifestazioni per insultare e avvilire i cristiani e la cristianità...
Ecco alcuni esempi: l'anno scorso le forze di sicurezza hanno arrestato e fustigato pubblicamente il vescovo episcopaliano Boutos Elberish accusandolo di aver commesso adulterio. Questo fu fatto con lo scopo di denigrare l'autorità della chiesa e incutere paura. Ora nella legge islamica nessuno può esser condannato per adulterio a meno che tre testimoni non lo abbiano sorpreso nel compiere l'atto. Ma nel caso del vescovo non sono mai apparsi i tre testimoni.
Un tecnico italiano è stato arrestato a Khartoum mentre si trovava in un caffé in compagnia di due donne etiopi. L'arresto avvenne mentre stavano bevendo Pepsi Cola. L'uomo fu accusato e punito con quaranta frustate per tentato adulterio.
Un antropologo francese di nome Hugo D'Aybaury ha visitato le montagne della Nubia e ha realizzato un documentario che mostra le chiese di Dellami, Haiban, Gorban, Umdurain e Buram bruciate e preti e catechisti torturati e uccisi. Nel film si vede il parroco Kamal Tutu di 40 anni, che fu preso dai soldati e tenuto per ore sotto un sole implacabile. Poi fu gettato sulle rovine ardenti della chiesa. Ebbe le braccia bruciate fino ai gomiti ed i piedi distrutti.
Il catechista cattolico Younan Kwa e suo padre furono trucidati dalle Forze di Difesa Popolare. Il pastore Fadul fu crocifisso in un villaggio chiamato El Nugra. Ibrahim El Shayib fu crocifisso e gli furono tagliate le orecchie. E' ancora in vita in un villaggio chiamato Umdulu.
Ho citato solo pochi casi, ma posso documentare centinaia di casi di sofferenza, umiliazione e violazioni dei diritti umani contro persone di chiesa e di tutto il mio popolo.

Vescovo Macram Max Gassis



in Lotta come Amore: LcA dicembre 1994, Dicembre 1994

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