Il grande fiume

Mi ha fatto una gioia grandissima rivedere dopo diversi anni i torrenti e i fiumi meravigliosi della Valle d'Aosta, insieme ad amici molto cari, legati dai preziosi fili dell'amicizia e della ricerca di "sentieri comuni", del ricordo intenso e profondo, limpido e cristallino come I'acqua che scende cantando dalle alte cime coperte di ghiaccio e di neve: ricordo di amici con i quali abbiamo condiviso sogni, progetti, attese, delusioni e speranze e che oggi non sono più con noi. Amici che ormai sono passati "all'altra riva" del Grande Fiume ed il cui ricordo spesso (sempre!) è carico di nostalgia. Ho rivisto anche una piccola, meravigliosa fontana, incontrata vent' anni fa: è sempre lì accanto alla chiesetta dedicata a S. Anna e canta ancora la sua sommessa canzone di vita che scorre, sempre pronta a dissetare e dare ristoro. La pila di larice scavato è diventata più bruna e piena di screpolature: ma resiste, in attesa paziente e fiduciosa di un passante bisognoso di frescura. Mi ha fatto una grande impressione rivederla dopo vent'anni: mi ha ricordato che anche l'acqua della mia fontana è scivolata via e chissà se avrà dissetato e dato ristoro a qualcuno come ha fatto lei...
Certo, sono stupende le montagne, i boschi, i prati rigogliosi e fioriti: ma le acque della Valle hanno avuto sempre per me un richiamo particolare, un fascino tutto speciale, ed anche quest' anno hanno risvegliato dentro l'anima un sentimento forte ed intenso di questo Grande Fiume della vita nel quale siamo immersi quotidianamente, in cammino incessante come gocce d'acqua costrette ad andare, a scorrere, a fluire senza sosta fino alla foce... Ho pensato che questo è davvero il Grande Fiume sacro, simboleggiato e appena adombrato, come in parabola, da tutti i fiumi della terra, anche da quelli che gli uomini e le donne di varie culture hanno considerati come "sacri", segni cioè della presenza del "divino", capaci di lavare non solo i corpi, ma lo spirito stesso delle creature umane desiderose di liberazione e di trasparenza.
Il Grande Fiume, quello vero, entro le cui acque siamo continuamente immersi (anche senza piena coscienza) è veramente la Vita, la Storia, il Giorno, la Notte, il Mattino e la Sera, il Vento e il Sole, la Terra e il Cielo. E soprattutto l'umanità, Fiume Sacro che scorre da millenni, scende a volte precipitando da altezze da capogiro, rotola dentro gole profonde scavate tra le rocce, si distende dolcemente nella corona dei prati e dei boschi, cammina senza soste alla ricerca del mare entro cui perdersi e finalmente riposare. Il Grande Fiume della vita: ho sentito fortemente questo "mistero" avvolgersi con grande dolcezza, soprattutto nei momenti più belli della memoria di amici preziosi ormai "arrivati", mentre fuori, a pochissimi metri dalla casa dove eravamo ospitati e circondati di tenera amicizia, si sentiva il suono incalzante del torrente, musica e canto della Madre Terra.
Mi è rimasto nell' anima un sentimento di intensa pace e nello stesso tempo di desiderio di amorosa attenzione e presenza a tutto ciò che scorre e si muove nelle acque del Grande Fiume: questa è probabilmente l'Acqua battesimale nella quale occorre incarnare il "segno" del primo battesimo, perché è qui dentro, in questo scorrere misterioso della Vita che siamo chiamati a cogliere e raccogliere la presenza silenziosa di Dio, il richiamo alla fraternità, alla comunione, all'incontro, alla scoperta di quell'oro davvero prezioso nascosto nelle acque del Grande Fiume. Certo, il tempo dell'estate di quest'anno, ormai sfociato nelle prime frescure d'autunno dopo il grande solleone, è stato un tempo carico di sofferenze e angosce amare e laceranti: il Rwanda, la Bosnia, il dramma degli immigrati sballottati dai flutti della fame, della respinta, del razzismo sempre in agguato, la peste in India ... E poi i drammi e le angosce delle persone che ciascuno di noi conosce ed ama, il dolore degli amici più vicini alla nostra vita. Il Grande Fiume porta con sé i semi della nuova primavera, ma anche i segni della morte e della fine delle cose: le acque della Vita sono cariche di lacrime, di fatica, di delusioni cocenti, di attese che non trovano compimento, di speranze che si infrangono fra le pietre dell' indifferenza o dello strapotere del denaro e dei suoi tenaci servitori (o padroni).
La corrente, a volte, sembra travolgere tutto e tutti, senza possibilità di scampo. Per fortuna, però, mi è stato concesso (anche solo per un momento) di risentire il canto dolce dell'acqua limpida, fresca di neve appena sciolta al calore del sole ardente dell'estate e di poter ritrovare in quell'acqua il senso più profondo del vivere umano, il suo valore, il suo significato, il suo incessante andare verso qualcosa di più vasto, di più ampio, dì più accogliente. E così, anche la memoria degli amici ormai porati via dal Grande Fiume si è fatta più dolce ed ha significato per me un rinnovarsi delle forze interiori, un nuovo coraggio, una volontà a non demordere dall'impegno che ogni giorno spinge a cercare orizzonti più disponibili alla luce, all'incontro, al rannodarsi di fili, se pure sottilissimi, di pace, di comunione, di amicizia sincera, di pane condiviso, di attenzione reciproca, di lotta intensa e tenace, radicata nelle ragioni dell'amore, perché le acque del Grande Fiume siano sempre meno cariche dei segni della morte e del sangue e sempre più diventino portatrici di germi vitali, di nuova fecondità, di bellezza, di serena disponibilità all' accoglienza vicendevole. Perché ci sia data - a tutti - la possibilità di partecipare al canto della Vita.


don Beppe


in Lotta come Amore: LcA dicembre 1994, Dicembre 1994

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