Vorrei raccogliere qui alcuni appunti del viaggio quotidiano che ci spinge - dentro e fuori la chiesetta - ad incontrare persone, avvenimenti, situazioni, problemi... Insomma, la vita.
Luigi
Sono stato contento di aver contribuito, per la mia parte invero assai marginale, alla riuscita del convegno indetto a Salsomaggiore dal 23 al 25 aprile scorso da quattro "piccole" riviste: Esodo, Il Foglio, Il Gallo e Pretioperai sul tema: "Il paradosso cristiano al crepuscolo del XX secolo". Ciò che ho apprezzato di più è stato il clima sereno, libero e - perché no? - leggero dell'incontro. Certamente un programma fin troppo denso, ma una boccata d'ossigeno per i partecipanti consapevoli di una diversità tutta giocata sul filo del rispetto e dell' attenzione. Per l'ormai ristretto gruppo dei preti operai è stata un'occasione di confronto in cui la propria specificità non è stata la molla di angosciose analisi o di elevate arrampicature, ma, semmai, la consapevolezza di rappresentare una delle tante, diverse parabole di questo fine secolo. E così, credo, anche gli altri gruppi presenti.
Tant'è che nessuno ha preteso di forzare un clima di scambio di pensieri e riflessioni assai diverse tra loro ed una ricerca fatta soprattutto di interrogativi. A cominciare dagli interrogativi posti dal tema e così esplicitati nella introduzione di Roberto Fiorini: "Viviamo l'esperienza della fine e del paradosso. Fine della modernità, in quanto la ragione non è riuscita a realizzare la vera democrazia, l'uomo adulto e responsabile, un mondo pacificato e felice. Fine del cristianesimo, come interpretazione della storia e del mondo capace di condurli alla salvezza sotto la sua guida sicura. Fine della chiesa, che scegliendo il ruolo politico, ha rinunciato al ruolo profetico. Paradosso di una modernità che in qualche modo ha voluto essere e l'avversario e il compimento secolarizzato del cristianesimo e che col proprio fallimento ha reso problematica ogni rivincita del passato religioso, ed ha aperto un futuro davvero incognito e per l'uomo e per Dio".
In attesa degli atti che appariranno in un prossimo numero appositamente redatto di Pretioperai, una prima articolata disanima del convegno è apparsa su Il Foglio (n.5/94) a firma di Aldo Bodrato. Concludendo la sintesi con alcune delle questioni emerse nell'ultima mattinata, con gli interventi dei rappresentanti delle riviste Undicesima Ora, Il Tetto e Qol, oltre che dei convegnisti, Bodrato si domanda: "Se fare teologia, come acutamente osserva il pensiero ebraico, consiste assai più nel fare le domande giuste che nel tacitarle con affrettate risposte, davvero dovremmo pensare ad un convegno dedicato a raccogliere e discutere tutte le domande che l'essere cristiani oggi ci obbliga a porci; coscienti peraltro che non tutti i dubbi nascondono questioni reali e che forse, alla fine, l'enorme selva delle nostre difficoltà si ridurrà a pochi interrogativi, questi sì davvero essenziali e rivelatori.
A quando tale convegno?".
Intanto, appena chiuso il convegno a Salsomaggiore, Beppe ed io siamo risaliti in macchina e in meno di un' ora siamo in metropolitana, a S.Donato Milanese, in mezzo ad una comitiva pacifica e serena di manifestanti. Scendiamo ad una fermata, trascinati dalla folla. E, dopo tante scale, finalmente fuori: sotto una pioggia battente, mescolati a migliaia di persone già bagnate fino al midollo. Ed è come se gli scrosci di pioggia fossero capaci di impastare un popolo, quello dei balconi e delle finestre - moltissime quelle aperte e tante addobbate in segno di accoglienza - e quello che riempie le strade. Un bagno gioioso, una doccia collettiva che ritempra e riporta nello stesso tempo alla realtà, un temporale affrontato con tanta dignità. E insieme. Al capolinea di nuovo, recuperiamo Maria Grazia e filiamo verso Viareggio. Leggeremo poi i commenti e scopriremo che non è così che si fa politica ed altre dotte lezioni da parte di chi fa della saggezza una professione. Ma non importa! Da sempre i rivoluzionari di mestiere e gli intellettuali di ruolo non accettano che il popolo abbia un'immensa voglia di festa e di un bicchiere in più che faccia sognare...
Leggiamo l'appello di Giuseppe Dossetti in difesa dei valori della Costituzione e lo rilanciamo qui in città. Vien fuori un piccolo gruppo che si ritrova alla Chiesetta. Svanisce ben presto 1'ipotesi di dar vita ad un comitato. Prende consistenza una esile pista di ricerca sul filo del valore dell'uguaglianza nella lettura dei primi fondamentali articoli del patto costituzionale. Emerge il desiderio di non avere paletti di confine e di non caricarsi di un lavoro immediatamente finalizzato a una qualche concreta ricaduta all'esterno. Ma vengono fuori anche resistenze ed incertezze a procedere senza uno scopo, un impegno ben preciso: i timori reali per un'analisi chiusa in se stessa e per una gratificazione del proprio essere "contro". Appassiona puntare l'attenzione su questa repubblica "fondata sul lavoro" . Ed è proprio il termine "lavoro" a far discutere e a misurare la distanza che ci separa dagli anni '40: una storia ed una cultura così diverse! Eppure, la parola evoca richiami alle realtà fondamentali della vita umana e alle relazioni che ne scaturiscono... I mondiali di calcio distraggono e interferiscono direttamente con i nostri incontri fissati alle 18.00 di ogni martedì (Italia - Messico, Nigeria - Italia, ... ). Ci lasciamo andare.
Il C.R.O. (Circolo Ricreativo Operaio) Darsene, che ha sede dirimpetto alla Chiesetta, ha deciso di indire un premio letterario intitolato a don Sirio. Si tratta della prima iniziativa in città a lui dedicata. Siamo stati anche noi coinvolti e, soprattutto 1'adesione di Ludovico Grassi, direttore di Testimonianze, alla richiesta di presiedere la giuria ha dato un avvio intenso e concreto nello stesso tempo ai lavori di preparazione del bando che pubblicheremo integralmente nel prossimo numero del giornalino. Anticipiamo intanto il tema del premio "riservato ad un' opera, saggistica o letteraria, che metta in luce un'esperienza, un personaggio, una comunità, una realtà associativa, un circolo, che abbiano dato un contributo significativo alla lotta come amore per la pace, i diritti umani, la c'ostruzione di forme più solidali di vita". Il termine di consegna delle opere è stato fissato per le ore 12.00 del 15 settembre 1995. Chi è interessato a partecipare e comunque ad avere informazioni su questa iniziativa, può mettersi in contatto con noi.
Luigi
in Lotta come Amore: LcA agosto 1994, Agosto 1994
Luigi Sonnenfeld
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tel: 058446455