Semi di resistenza

HANNO SCRITTO:
Sandra Landi, "La guerra narrata, materiale biografico orale e scritto sulla seconda guerra mondiale raccolto a Certaldo", Marsilio Editore, Venezia 1989.
"La guerra è stata per tutti un evento eccezionale, traumatico, rottura delle consolidate abitudini... ha operato una profonda trasformazione dell'identità personale. L'uomo è strappato dal suo ambiente naturale e proiettato di colpo in un'esperienza anomala, drammatica ... L'episodicità giornaliera appare sconvolta: il mangiare, bere, dormire ... , persino la scansione del tempo lo scorrere delle stagioni risultano stravolti" (pp.18/19)

"La memoria delle storie", Ed. Lucca Grafica Coop 1993: quaderno di memorie e testimonianze su la guerra a Lucca negli anni '40 nell'ambito di un corso AUSER/UNIDEL.
"Sono gli stessi disagi, le stesse sofferenze, gli stessi stati d'animo di Nella e Mara, di Carmela e Luisa, di Luciano, Anna Maria, Grazia, che, con l'eroismo del quotidiano hanno saputo reggere, allora giovanissimi, all'urto degli eventi per ricavarne poi, per tutto il mezzo secolo successivo, una lezione e una morale di pace, di tolleranza, di solidarietà, che vogliamo raccogliere e valorizzare."
(da la prefazione di Luciano Luciani).

Anna Cataldi, "Sarajevo. Voci da un assedio", Ed. Baldini & Castoldi, Milano 1993.
"La prima cosa a essere uccisa nella guerra è il tempo segnato dalle stagioni, la seconda il senso della realtà. Per questo ho raggruppato le lettere in quattro stagioni, per rendere più tangibile la realtà di un anno di assedio.
Tutte le lettere sono autentiche ... Scritte da persone diverse per etnia, religione, età e cultura, costituiscono un coro di voci che da Sarajevo continua a gridare:
'Non lasciateci morire. Aiutateci. Abbiamo il diritto di vivere.'
(dalla prefazione)

HANNO DETTO:
2/9/1993 Campo Profughi di Ribnica (Slovenia). "Non riesco a smettere di pensare a loro. Li rivedo e li sento. Abbiamo visto la guerra, non si può scordare la guerra quando l'hai vista.
Anche senza i corpi mutilati o il sangue, anche senza il rumore delle bombe, senza aver visto fucili o lacrime e grida: abbiamo visto la guerra.
Ci siamo stati immersi, per otto giorni; ne abbiamo respirato gli odori, ne abbiamo percepito gli orrori, ne abbiamo ascoltato le malinconie, vissuto
l'assurdità e il vuoto.
..
I pranzi e le cene preparati da altri e distribuiti alla mensa hanno un diverso sapore dai piatti cucinati nella propria casa e per la propria famiglia.
Gli alloggi dove abitano, anche se abbelliti da tendine di pizzo fatte a mano con uncinetto e amore, non sono case ma soltanto luoghi e stanze.
La dipendenza dagli altri è assoluta, la precari età è assoluta, lo smarrimento è assoluto. E' questa la guerra, e non si può scordare la guerra quando l'hai vista!
E nel mezzo i nostri canti, i loro sorrisi; e nel mezzo il colore dei festoni di carta preparati insieme, per abbellire una festa; e nel mezzo noi e loro stretti e uniti a respirarci vicini, a darci emozioni, a scambiarci calore, a darci gioia, a comunicare" .
(Sandra Livi Palagi, Comunità Scout Firenze 2)

"Se gli uomini sapessero leggere in modo approfondito le proprie esperienze e le ingiustizie vissute, se fossero più abituati a un dialogo con loro stessi e la propria intimità, a scavare anche nelle pieghe più riposte della storia e della coscienza collettiva, saremmo più vicini alla realizzazione di un mondo diverso... ".
(Sandra Landi)




in Lotta come Amore: LcA gennaio 1994, Gennaio 1994

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