Gennaio 1991
Stanotte scenderò sulla fredda, umida spiaggia
Spingendo lo sguardo lassù, tra le stelle splendenti
Penserò ad un altro cielo dove brilleranno
Sfolgoranti e colorate, le luci della morte
Così luminose come i fuochi d'artificio
I razzi di carnevale che piacciono ai bimbi
Felici dentro i loro variopinti costumi
Con le piccole mani cariche di coriandoli
E con i grandi occhi sfavillanti per la gioia
Ma non vi sarà gioia negli occhi d'altri bambini
Quando gli stroboscopici colori della morte
Spegneranno per sempre i loro giovani sorrisi
Non saranno di cartapesta le maschere d'orrore
Dipinte sui loro volti da mani ignote.
Stanotte cercherò nel buio gelo del mio cuore
Un po' di pace in questo mare di disperazione
E mi domanderò se ci sarà un raggio di sole
Tra le oscure, soffocanti spire del terrore
Anche per quelle donne e quegli uomini lontani
Quando i grandi uccelli metallici della morte
Romperanno il profondo silenzio della notte
Coprendo col loro fragore le grida umane
Affinché non giungano fino alle vostre orecchie
Illustrissimi potenti padroni della Terra
Voi, che avete voluto decidere per tutti
Calpestando sentimenti e sogni e speranze!
Che vi arrogate il diritto di arbitrare
Le nostri sorti, sconvolgendo il nostro presente
Distruggendo violentemente il nostro futuro!
Voi, disonore del mondo e dell'umanità
Che invocando il nome di Dio lo bestemmiate
Ergendo voi stessi a dei onnipotenti
Superbi signori d'una giustizia solo vostra!
Ed io mi sento avvilita, sfinita, frustrata
Ed umiliata nella mia essenza umana
Sola, tra milioni di disperate solitudini
Di tristi, stupite, dolorose incredulità.
Una tra le mille domande della mia mente:
Ora, mentre le lacrime mi solcano il viso
In quanti avranno il volto rigato di sangue?
Marina
in Lotta come Amore: LcA dicembre 1991, Dicembre 1991
Luigi Sonnenfeld
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