Abbiamo ricevuto da un' amica la registrazione dell' intervento di Alex Zanotelli all'apertura dell'incontro Arena 4 dell' Associazione "Beati i costruttori di Pace". Con piacere la pubblichiamo con un grande abbraccio per questo amico che da un "canto" particolarmente oscuro del Sud del mondo, ci manda il calore di un fuoco ben vivo.
Non posso negare d'essere commosso di tornare in Arena e soprattutto dell' abbraccio stupendo di tanti amici che ho sentito e che ho portato con me sulle strade del mondo. Davvero io non vi ricordo come massa; è bellissimo in questi momenti, in cui ho potuto abbracciare le persone, guardare la gente in volto e vedere il sorriso e la gioia di parlare cuore a cuore. E' stata la grazia più grande. Grazie davvero di questo.
Grazie perché davvero in molti, dico la verità, vi ho portato con me nell'inferno del Sud del mondo e con me avete camminato. Gli abbracci, i saluti, gli sguardi e il linguaggio del corpo sono il segno di una unità profonda che ci ha accompagnato e ci ha fatto camminare voi qui, i poveri sulle strade del mondo; ed io ho camminato e avuto la grazia di camminare con loro.
Vorrei portarvi gli sguardi dei poveri, i volti di tutti. Non c'è Chiesa, non c'è davvero popolo, se non è una Chiesa di volti, di un popolo di volti.
Io volevo proprio ricordarvi una cosa. Alcuni giorni fa ho avuto un'impressione enorme quando sono stato nel carcere di Rebibbia e ho potuto parlare, grazie a p.Efrem, (col quale siamo stati insieme), con Renato Curcio. Mi ha fatto un'impressione incredibile e vi lancio il suo messaggio. Lui mi diceva: "Alex, lo sbaglio che noi abbiamo fatto negli anni '70 e' stato quello di credere nel principio di Machiavelli, che il fine giustifica i mezzi. Oggi abbiamo visto quanto è assurdo questo principio e quanto è da essere negato. Mi pento di questo". Lui chiedeva che anche tutti i politici, tutto il mondo politico e gli stati neghino questo principio perché la nostra politica è basata proprio su "il fine giustifica i mezzi".
I volti e il volto di Curcio mi hanno detto:
"Alex, ricordati di una cosa: oggi capisco che il cammino è la stessa cosa della meta. Ti ripeto, Alex, che ogni uomo è sacro; che nessun uomo può essere strumentalizzato o usato per qualcosa d'altro". Mi sembra questo un messaggio importante per noi che riflettiamo sull'oggi di questa storia.
Insieme con lui voglio portare davvero i volti dei poveri che ho incontrato nella baraccopoli di Korogocho. Sono vissuto, adesso per un anno e mezzo, nell'inferno. Centomila abitanti accatastati in un pezzettino di terra lungo tre chilometri, senza praticamente nulla, né servizi né altro. Ho voluto scendere con loro. Per me non c'è missione se non c'è discesa negli inferi, se non ci si fa carne con la gente, se non ci si incarna, se non si diventa uno di loro, Chiedevo il battesimo dei poveri, ho avuto molto di più. Ho avuto la comunione dei poveri. Sono stato battezzato da loro, ma proprio perché dal mattino alla sera non avevo più tempo per me. Non mi appartenevo più. Mi sono sentito per la prima volta nella mia vita mangiato dalla gente e ho fatto la vera comunione. Non quella che facciamo in chiesa che è segno, ma questa è la vera comunione con quel Cristo che davvero sono i poveri, gli ultimi: sacramento e volto dell'unico Cristo. L'appello che faccio a voi è questo: che questo sacramento del Cristo, che sono i poveri, diventi davvero il centro della nostra storia. Fin che ci sarà Korogocho, fin che ci sarà Mathari Valley Kihera a Nairobi, fin che ci saranno Soweto o Pechino, questo mondo viene a dirci che c'e' qualcosa di radicalmente sbagliato. E' sbagliato perché costruito su un sistema che necessariamente crea i Korogocho, i crocifissi della storia. E siamo qui per rimettere questo in discussione.
Per me è importante - in questi 500 anni che celebriamo oggi di ricordo - questa grande lezione: uscire dalla mentalità della conquista, uscire da questo modello unico di impero del denaro, come preferisco chiamarlo io; rimetterlo in discussione perché crea in Africa, in America Latina i grandi crocifissi della storia. Ma è altrettanto importante uscire da questo profondo pensiero che ci domina tutti: noi siamo la civiltà e la cultura! Dobbiamo uscire per capire che ogni uomo è grazia, nella sua differenza culturale e religiosa. E' lui il volto dell'unico Abbà, dell'unico Padre che abbiamo. O facciamo questo salto, nell'anniversario della conquista delle Americhe, o non abbiamo futuro.
E' l'invito grande che faccio a voi a spalancare il cuore alle dimensioni del mondo, ad accettare il fratello, l'altro. Pensate ai terzomondiali qui in Italia, agli emarginati in Europa, a come vivono e come li trattiamo. Pensiamo ai problemi della Jugoslavia, dei Baltici, del Terzo Mondo. O usciamo da questa logica di superiorità culturale e religiosa che abbiamo o davvero il mondo sarà fatto di guerre di religione, di crociate. E su questa strada non c'è futuro. Ecco la grande lezione che ributto a voi e che riporto dai crocifissi della storia: incominciamo 500 anni nuovi. II futuro che ci attende tocca a noi; ad ognuno di noi costruirlo.
Pellegrino sulle strade del mondo, ho portato con me nel cuore i volti e soprattutto ho trovato un attimo, momenti forti per pregare, per riflettere. I poveri mi hanno aiutato a questo. Io invito tutti voi: chi crede, a trovare momenti di preghiera, di contemplazione, anche da soli; chi non crede, andate in cima ad una montagna, andate dove volete... ma fermatevi, distanziatevi dalla realtà'. Trovate respiro. Tocca a voi costruire il mondo nuovo attraverso questo spazio, questo silenzio.
Mi appello alle famiglie: spaccate voi, marito e moglie, i muri che vi dividono. Parlate, costruitevi delle famiglie dove riuscite a dialogare; buttate dove volete quella televisione che non interessa niente, che vi rovina. Come famiglie, come gruppi di famiglie, assumete stili di vita semplice. lo non sto a dirvi che cosa; tocca a voi. Usate la vostra immaginazione, uscite dagli schemi. Se avrete meno, ve lo garantisco, sarete di più. (Io ho perso 20 kg. a Korogocho e non sono stato mai così bene e così contento!). Siate davvero comunità, famiglie aperte all'altro, al fratello. E' l'altra metà che vi manca. Aprite i vostri cuori, le vostre porte. A livello familiare, personale, sappiate coniugare Vangelo e economia, prima che Vangelo e politica. Oggi il potere è economico e non politico. La cosa più difficile oggi per noi credenti e non credenti, è di coniugare i valori in cui crediamo con le scelte economiche che facciamo; con i nostri conti in banca dove abbiamo i soldi, dove li investiamo. Questi sono i discorsi veri. Infine un invito soprattutto ai giovani, in chiave politica. Un invito alla progettualità politica. Dopo quattro anni, quando sono ripiombato qui, sono rimasto scioccato dal grigiore politico. Non si distingue più la destra dalla sinistra. Non si capisce più nulla. Inventatevi degli stili nuovi, sogniamo ad occhi aperti, ma sogniamo. Non credete a coloro che vi dicono che questo è l'unico mondo che abbiamo; tocca a noi inventarne uno un po' migliore dell'attuale.
Per finire alcune considerazioni che ho sentite giù nella baraccopoli. Ricordate le battaglie che portate avanti. Io sono rimasto veramente male di certe cose che ho visto in questo periodo e proprio in Africa. E sono a chiedere a voi: prima di tutto una inchiesta parlamentare sulla cooperazione. Dove sono andati a finire i 5000 miliardi stanziati ogni anno? Guardate che è uno scandalo e nessuno si domanda dove sono.
Secondo una inchiesta parlamentare sulla politica italiana con l'Etiopia. Guardate dove abbiamo portato l'Etiopia e l'Eritrea. Voi sapete che il Corno d'Africa è stato spartito tra i due partiti: la DC l'Etiopia e il PSI la Somalia. Io chiedo una inchiesta che faccia luce su quello che è accaduto in Etiopia con la DC e in Somalia, dove abbiamo pompato migliaia di miliardi per andare a finire in una tragedia colossale.
Questa gente sta pagando. Andando in Kenya, in questi giorni, ho visto i campi profughi etiopi e somali. Dio mio, non avete l'idea della tragedia che sta avvenendo. Per favore insistete e fate pressione. Per questo vi chiedo di continuare nel controllo dell'operato dei deputati.
Vi chiedo anche di continuare sul controllo delle armi. Guardate che l'Italia è' usata sempre più come testa di ponte in Medio Oriente. C'è una militarizzazione in atto assai grave.
Infine permettetemi un appello a nome di due paesi che prendo da tutto il Sud del mondo. Un appello prima di tutto per il Perù: è la nazione in America Latina che oggi sta pagando di più, dove la gente soffre di più. Guardate quello che potete fare. Per l'Africa un appello per il Sudan. Il Sudan è' oggi la nuova apartheid, in una situazione incredibile di sfacelo a tutti i livelli, dove la gente paga in modo incredibile. So che ci sono gruppi che stanno lavorando: sono due nazioni che vi raccomando. Infine un appello ad una Quaresima storica. Abbiamo fatto i 500 anni, abbiamo il coraggio nei nostri gruppi, nelle nostre chiese di chiedere, come Pedro Casaldaliga (vescovo del Brasile) un periodo quaresimale in cui riflettiamo sui nostri errori storici e siamo convocati alla penitenza dalla storia in cui riflettiamo?
Ecco il mio invito serio a questa Quaresima: che l'anno prossimo diventi un anno quaresimale di riflessione sulla storia. Infine la croce. I poveri di Korogocho mi hanno insegnato che non si cambia nulla se non la si paga sulla propria pelle. Ognuno di noi per cambiare qualsiasi cosa, deve pagare, e la croce è l'unico strumento per andare avanti. Chiedo a tutti voi la capacità di perdervi, di buttare la vostra vita per qualcosa davvero che vale. Cioè questo pagare quotidiano, questo pagare sulla nostra pelle, di persona. A voi tutti un grazie per i vostri volti, per il vostro sorriso; per la vostra preghiera, per voi credenti e per il vostro ricordo per chi non crede. Perché mi avete permesso in questi anni di camminare per l'inferno del Sud del mondo. E ho scoperto all'inferno che Dio c'è davvero. Esiste.
Alex Zanotelli
Verona, 22 settembre 1991
in Lotta come Amore: LcA dicembre 1991, Dicembre 1991
Luigi Sonnenfeld
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