Cara redazione di "Lotta come Amore",
ho vent'anni e conosco il vostro giornale perché da tanto tempo continuate a mandarlo ai miei genitori. Adesso sono io a leggerlo e mi interessa molto. In tutta sincerità mi sembrate l'unico gruppo (associazione, movimento... ?), cristiano e non, che ha veramente qualcosa di nuovo da dire, proprio perché ha mantenuto la sua linea. Nei vostri articoli non ho trovato vaghi discorsi fumosi, adesioni a quello o l'altro padrone, ma vere prese di posizione verso veri valori! E se c'è chi vi considera illusi, ben venga l'utopia! ("E' ancora molto quello che ci resta da fare. Solo attraverso l'utopia e la speranza si può credere di avere le armi per tentare, assieme a tutti i poveri e gli oppressi del mondo, di sovvertire la storia").
Nel vostro ultimo numero ho letto un passo di Sirio che mi è parso molto attuale: "Il nostro mondo attuale è troppo privo ormai di possibilità di iniziativa personale. Siamo dei costretti. La nostra posizione attuale è quella di subire [...]. Chi è che non prova la tentazione dell'adattarsi, dell'abbandoarsi alla corrente? [...] A volte si ha l'impressione tanto dolorosa, sgomentante, d'esser tutti stanchi. Gente che ha sperato seriamente, ha creduto dal più profondo, ha sognato con entusiasmi ardenti e poi afflosciata, ripiegata e raggomitolata in se stessa con dei moti immensi di stanchezza, di delusione".
Io ho provato e sto provando tutto questo. Non è una bella sensazione quella di sentirsi impotente di fronte agli avvenimenti sconcertanti e catastrofici della nostra epoca.
Tutto quello che sta accadendo (ed è una vera pioggia di calamità) mi mette in crisi; non comprendo la logica di questo mondo che pensa al benessere del futuro immediato e non alle sorti dell'umanità e dell'intero ecosistema; non vedo come un cristiano possa accettare di scindere in due il modo di vedere: la religione è una cosa, la politica (e intendo "politica" in senso lato) è un 'altra. Io vedo la fede non come parte che integra la nostra vita per cui tutto ciò che facciamo può prescindere da essa, ma come vita in se.
Per questo non credo che il crollo del comunismo sia il trionfo della libertà, ma piuttosto come li avete scritto, "la vittoria di un sistema economico su un altro"; non credo nel "dio-denaro", ma, come Gandhi, in una società in cui "se ciascuno avesse solo ciò di cui ha bisogno, nessuno mancherebbe di niente e tutti si accontenterebbero"; non credo nei compromessi, nel conformismo, nell'arrivismo, nelle conoscenze di comodo, nella strumentalizzazione, nella legge come copertura dei potenti e non sempre giustizia; non credo nemmeno nella Chiesa come istituzione e nella limpidezza delle sue azioni. E la lista potrebbe continuare con esempi più che espliciti. Come diceva Sirio più di vent'anni fa: "l'ora attuale è un'ora di povertà impressionante di stima vicendevole, di fiducia nelle istituzioni, di speranza nel valore umanità".
Sento, ora più che mai, che per cambiare qualcosa (se mai qualcosa cambierà) bisogna rimboccarsi le maniche in prima persona e darsi da fare; non necessariamente missionari all'altro capo del mondo, ma anche qui dove il marcio è nascosto e sotto sotto lavora.
Vi prego di darmi qualche informazione circa la storia del vostro gruppo e il suo operato, su Sirio e il giornale. Vorrei anche qualche notizia su "La prora"... Questa lettera che vi mando è una collaborazione indiretta per la vostra lotta viva!
Elena
In testa a questo numero del giornale non mettiamo, come al solito l'articolo redazionale, ma, questa volta, sorprendentemente al contrario, una lettera alla redazione.
Da un po' di tempo ci andiamo interrogando su che tipo di rapporti stabiliamo con questo nostro semplice foglio trimestrale ed i segnali che riceviamo di ritorno sono sorprendenti nella loro semplicità e ci invitano a continuare senza esigere resoconti e verifiche, La parabola del seminatore ci invita ad obbedire a questa nostra "esigenza" di comunicazione,
Ci sono figli che leggono la copia mandata ai genitori (che forse le nostre cose ormai le conoscono a memoria!). Ci sono Padri che leggono la copia mandata ad un confratello che non si trova più in quella casa religiosa... insomma, speriamo che anche qualche postino legga le copie che non arrivano a destinazione!
Sarebbe bello poi che questo nostro foglio riuscisse a mettere insieme anche un' amicizia ed una comunicazione diretta tra i lettori. Lo è già tanto tramite la comune amicizia con Sirio. Vorremmo sperare di essere anche noi, in qualche modo, tramite sereno di rapporti nuovi.
Questa lettera introduce poi una seconda riflessione puntualizzata nell'articolo seguente. E' strano perché l'articolo era già pronto prima dell' arrivo della lettera, ma in questo numero sono diverse le "coincidenze" che sembrano realizzare un incontro, La dimensione personale di questo nostro scrivere permette di accogliere i commenti entusiasti con cui Elena apre la sua lettera. Siamo uomini di età, sensibili ai complimenti specie di una giovane donna, ma non è questo il punto. Sarebbe imbarazzante doverci difendere dalla affermazione di una nostra fedeltà alla lotta e ai valori in cui da tanti anni crediamo. Ma lo faremmo se questa affermazione dovesse cristallizzarci in un ruolo, al di sopra del livello delle acque mosse e tempestose di questa nostra realtà contemporanea. Non siamo rocce granitiche contro cui si infrangono i marosi di una storia dura che tutto pare sbriciolare nella relatività del superamento. Lo stile che stiamo faticosamente cercando per la nostra vita e quindi per la nostra comunicazione è semmai quello di una fedeltà a navigare con le nostre povere forze nella complessità della vita di oggi, Ed è questa navigazione (ma a volte, tante volte, non sappiamo neppure se ci muoviamo tanto siamo intenti a pompare l'acqua imbarcata andando sotto il filo delle onde..), è questa navigazione che cerchiamo di comunicare convinti che tanti intorno a noi stanno lottando caparbiamente, rimboccandosi appunto le maniche.
Ogni cocciuta utopia che serenamente continua il tormento di resistere ad ogni tentazione di rimettere i remi in barca è collaborazione diretta alla lotta viva.
La Redazione
in Lotta come Amore: LcA ottobre 1991, Ottobre 1991
Luigi Sonnenfeld
e-mail
tel: 058446455