Alle sorelle di Assisi e di Roma

Carissime,
abbiamo ricevuto con gioia il vostro libro. Stiamo giusto mettendo insieme questo giornalino e quindi non c'è il tempo materiale per poterlo leggere, ma lo faremo con affettuosa attenzione. Nel frattempo vogliamo farvi giungere i nostri ringraziamenti perché la vostra storia, scritta attraverso le lettere di Linda a Lelio Basso, non ci è estranea. Per tanti motivi sentiamo che leggendo le pagine di questo vostro libro sarà un poco come scorrere un testo che anche noi abbiamo vissuto, almeno in parte, sia pure attraverso percorsi così diversi. In fondo stiamo camminando lungo quella strada che appare tale solo dopo ogni passo e che ripete ostinatamente la stessa domanda: chi sei? Finché ciascuno arrivi alla compiuta pienezza della propria identità rispondendo: sono un uomo, sono una donna.
Certo non abbiamo ballato con voi il minuetto (Boccherini, lucchese, è stato un grande maestro di questo ballo dai passi strettamente concertati) ed anche se la conoscenza con voi risale ai primi tempi del vostro arrivo in Italia, abbiamo vissuto ritmi diversi e abbiamo anche reciprocamente sofferto la dura sincerità dell'amicizia.
Credo che abbiamo sperimentato sia pure in forme e modi diversi come sia aspro e indecifra-bile il deserto che dalla servitù ordinata della regola porta verso terre nuove di libertà. Specie quando nel deserto si aprono strade e destini diversi e lacerante appare il dramma di dover dividere l'indivisibile libertà.
Solo quando la terra nuova comincia a comporsi in noi, avvertiamo quanto ciechi eravamo e come la libertà di qualcuno non possa mai separarsi dalla libertà di tutti.
Ci siamo però anche incontrati con grandissima gioia e serenità. Sempre e nonostante tutto. Voi non siete per noi un gruppo anonimo di donne perché ognuna di voi ha per noi il proprio nome e volto e storia. Ed anche tutte insieme: ci siete sorelle.
Vi ringraziamo per il dono di esserci e di accoglierci ancora nella vostra amicizia, noi ecclesiastici sotto la pelle, maschi dall'inconsapevole arroganza e dalla altrettanto sgomentante fragilità...
Vi ringraziamo per il dono della vostra storia, parabola - questa sì senza nome - dell'esodo di sempre.
Vi abbracciamo con tantissimo amore.

" Queste cronache sono una scia perché la nostra esperienza finirà con noi, come tu sai e contesti.
Dopo, la superficie del mare tornerà indifferente al passaggio.
È stato un piccolo agitarsi delle acque, ma una rotta tenace in armonia col grande sommovimento dell'universo"
LINDA BIMBI, "LETTERE A UN AMICO" Ed. Marietti


in Lotta come Amore: LcA dicembre 1990, Dicembre 1990

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