Relativismo etico?

"Voi inizierete con il rispetto." - scrive, in una parafrasi dei dieci comandamenti, Maurice Bellet in 'Passare attraverso il fuoco', editrice Servitium, pag. 147ss - "Non vi butterete di qui o di là, a seconda dell'umore, del potere che vi spinge, della moda, delle convenienze, della comodità. Resterete saldi, sulla roccia, inflessibili quanto alla verità e alla giustizia. Ma sarete coscienti che verità come giustizia non vi appartengono e che niente mi fa orrore quanto il fanatismo, l'odiosa confisca dei beni senza prezzo".
Il rispetto per una scelta di vita nell'accoglienza della morte mi ha portato a riprendere in mano scritti e documenti riguardanti Eluana, la sua morte e la difficile sofferta decisione di suo padre, E a riproporli qui, sul giornalino, scegliendone alcuni e offrendoli ai lettori come filo rosso di una riflessione che dovrebbe portarci, se non altro, ad una maggiore attenzione nei confronti di coloro (e sono tanti!) che sostengono che quando ci si trova di fronte a temi così importanti è la persona che deve decidere da sola o accompagnata dalle persone care e più vicine, dalla famiglia e non dallo Stato o da un medico.
Relativismo etico? Ma non c'è una sola etica giusta e le altre che sono prodotti di scarto. C'è piuttosto una pluralità di etiche e se vogliamo individuare una comune direzione di senso, non abbiamo altra scelta che quella del confronto e del discernimento condiviso: "Nella fedeltà alla coscienza i cristiani si uniscono agli altri uomini per cercare la verità e per risolvere secondo verità tanti problemi morali, che sorgono tanto nella vita dei singoli quanto in quella sociale" (Gaudium et Spes n. 17). Chiediamoci piuttosto dove abbiamo sepolto quello spirito che dettò al Concilio Vaticano II le righe di apertura della Costituzione Pastorale sulla Chiesa nel mondo contemporaneo: "Le gioie e le speranze, le tristezze e le angosce degli uomini d'oggi, dei poveri soprattutto e di tutti coloro che soffrono, sono anche le gioie e le speranze, le tristezze e le angosce dei discepoli di Cristo, e nulla vi è di genuinamente umano che non trovi eco nel loro cuore... Perciò essa (la Chiesa) si sente realmente e intimamente solidale con il genere umano e con la sua storia" (G. et S. n.l).
Un tentativo di lettura, diverso da quello imperante della Chiesa dei No di questo tempo così avaro di autentica spinta vitale, mi par che sia venuto, prima dall'incontro dei preti operai a Bergamo, intorno al 1° maggio, e dalla giornata dedicata al tema dell'idolatria: "L'idolo è nudo - Metamorfosi del capitalismo". Rimando per questo alla rivista "Pretioperai" (www.pretioperai.it) suggerendo di leggere la bella lettura teologica del momento storico attuale di Padre Felice Scalia.
A seguire, il 16 maggio, l'incontro a Firenze "Il Vangelo che abbiamo ricevuto". Componenti ecclesiali diverse hanno prodotto oltre 40 contributi diversi, leggibili per intero nel sito www.statusecclesiae.net insieme alla relazione di Pino Ruggieri sulla chiesa della fraternità e della sororità, che nella comunione e nella corresponsabilità attiva di tutti, eguali in dignità, si impegna in una lettura credente dei segni dei tempi, nell'ascolto della Parola viene introdotta dallo Spirito a tutta la verità e, dalla presenza del Signore nelle sue celebrazioni, trae forza per farsi compagna di tutti, a cominciare dai piccoli e dagli ultimi.
Chiudo questo numero nella seconda metà del mese di maggio: un tempo di gestazione fin troppo lungo, ma intrecciato a tanti gesti e incontri nel quotidiano che rendono viva la traccia degli interessi e della ricerca partecipata ad amici vecchi e nuovi. Dagli amici raccogliamo i contributi che troverete nell'ultima parte del giornale. Si tratta di libri. Il primo, di Franco Brogi è recensito da Maria Grazia Galimberti che lo ha ricevuto personalmente e ne dà conto.
Il secondo libro l'ho ricevuto da Tonino Drago: "Atti di vita interiore ovvero L'approfondimento nonviolento del nostro patrimonio di fede" (ed. Qualevita - Torre dei Nolfi, L'Aquila - dicembre 2008). Essendo centrato sull'insegnamento di Lanza del Vasto, ho ripreso da Wikipedia la "voce" che lo riguarda, per riproporre all'attenzione dei lettori quest'uomo che può darci una mano decisiva per "navigare" nelle acque disperanti della storia attuale. In ultima pagina un "ricordo" di don Primo Mazzolari. Gli anniversari (la sua morte 50 anni fa) sono occasioni per una memoria viva di una coscienza cristiana di un testimone scomodo. E che continui a scomodare le nostre coscienze irretite dai "serpenti" di oggi.
Un augurio a tutti quanti e un ringraziamento sincero a chi ha voluto aiutare questa semplice e povera pubblicazione.


Luigi


in Lotta come Amore: LcA giugno 2009, Giugno 2009

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