Il potere e la chiesa

Vorrei scrivere qualcosa sulla Chiesa. E intendo la Chiesa gerarchica, organizzata, visibile, storica e attuale. Perché la mia Fede che, grazie a Dio e con sempre più immenso stupore, mi ritrovo chiara e serena, include e porta in se, nella sua chiarezza e serenità, il problema della Chiesa.
Soltanto apparentemente e per volontà di uomo, sono e vivo ai margini della Chiesa, quella di cui sopra, perché della Chiesa, Popolo di Dio, penso e spero di essere nel più vivo del cuore. Succede quindi che il sogno di Chiesa e l'angoscia di Chiesa me lo porto nell'anima, cioè nell'essenzialità di me stesso e non è possibile, neppur volendolo, distrarmene.
Leggo poco ormai della stampa cattolica. Anche lo stomaco ha i suoi limiti. Non partecipo agli incontri di studio, di aggiornamento, come li chiamano e di problemi pastorali. Non vado più in là della ricerca di conoscenza dei documenti ufficiali e di quello che raccontano i giornali e i telegiornali. Posso essere e con ragione, giudicato prete con scarso interesse nei confronti della sua Chiesa cattolica e locale e anche alquanto poco aggiornato culturalmente. Concedo tutto e più ancora, se a qualcuno interessa un giudizio ancor più severo. Con questo però non rimane affatto dimostrata una poca Fede nella Chiesa o un intiepidito o addirittura raggellato Amore. Direi esattamente che è vero il contrario.
Da molti anni ormai, a parte le effervescenze giovanili, ho capito che battere le mani e gridare evviva non é per niente calore di Fede e fiamma di Amore: è piuttosto alienazione, passività, vuoto consenso. Dove e quando l'Amore non è anche dissenso e proposta, non è partecipazione e responsabilità, dunque non è far proprio un valore, non è assumerlo per condividerne tutto il destino. E il destino della Chiesa nasce dal cuore di Dio, porta in sé il progetto che si chiama Gesù Cristo, investe tutta la storia portandone, e il peso è tremendo, forse le uniche possibilità di salvezza.
Non è possibile e permesso allora girarvi intorno a questo problema, profumandolo di volute d'incenso, accontentandosi di gridare evviva o più semplicemente di risolvere quell'immenso dovere di responsabilizzazione che coinvolge e nessuno sa fino a quale misura, ogni credente, sospirando devotamente Amen, così sia.
So bene quanto è sempre stato e quanto lo è attualmente, rischioso decidersi ad una coscienza di Chiesa a livello personale: una scelta che significhi, interiormente e scopertamente, l'assumersi nella propria anima e nel concreto della vita, il mistero della Chiesa. Non vuoi dire giudicare nessuno, respingere altri o tagliarsi fuori, abbandonarsi a orgogli personali bloccandosi in pregiudizi o preclusioni, mettersi al posto del Papa o dei Vescovi ecc. Significa invece e molto semplicemente perdere la propria pace, uscire dal chiuso di se stessi e mettere le spalle ma specialmente la propria anima, sotto i pesi universali che il Mistero del rapporto Dio e umanità comportano e che, non è una frase mistica, hanno inchiodato Gesù Cristo, vero Dio e vero Uomo, alla croce.
Evidentemente non è prospettiva consigliabile se non a chi è disponibile a questo scambio: porre la Chiesa al posto di se stesso, anteponendo il suo Mistero alla concretezza della carne e del sangue e tanto più nell'anima propria. Perché qui è particolarmente vero che è nel perdersi la salvezza.
Che possa trattarsi, in questa perdizione, di crisi, d'insoddisfazione, di disobbedienza, di ribellione ecc. è discorso facile ad ascoltarsi nelle conversazioni del clero «fedele» e negli uffici delle curie; consacrate di amministratività secolare. Che possa trattarsi di ansia di Fede e di struggente Amore, forse lo sa soltanto chi da sempre paga una fedeltà, connaturata alla propria vocazione, maturata nel silenzio e nella preghiera e fatta scelta di vita sempre e voce di Parola, ogni volta che sarebbe non Amore tacere. Parola che é come donazione di sangue.
Tutto questo non é che lo stia scrivendo per dare giustificazione alle amarezze che dilagano ormai l'anima, ma per rammemorare che si tratta di Amore, semplice, purissimo, verginale Amore. In ogni caso chi volesse dare altre spiegazioni, faccia pure: è venuto il tempo in cui la sincerità è valore personale e non si attende e tanto meno pretende, di essere approvata e condivisa.
Ma volevo riflettere con gli amici, i fratelli e le sorelle che mi conoscono, qualcosa che attualmente mi affoga l'anima di amarezza a causa della Chiesa di questo nostro tempo e vorrei sottolineare «Chiesa di questo nostro tempo».
Avverto e non per sottilità di percezione, ma evidenza alla luce del sole, una forzatura di ricerca di potere da parte della Chiesa. Una volontà di contare, di avere precisi connotati e significati temporalistici. I metodi, le vie seguite, é chiaro, sono diversi da quelli dei tempi passati, anche se a rifletterci bene, non così tanto, come sembrerebbe a prima vista. Ma i risultati ai quali si punta, sono esattamente gli stessi: Chiesa personaggio di primo piano, alternativa storica, assolutizzazione della Verità e non soltanto quella teologica, esclusività di risoluzione in ordine a qualsiasi problema, clericalizzazione accentuata della presenza storica, polarizzazione d'intervento, preferenza di interessi a misure totalizzanti nei confronti di particolari problemi, lasciandone volutamente in ombra altri... Pare che la Chiesa sia determinata e governata da una centrale di programmazione elettronica bloccata su precise intenzionalità: si introducono i dati scelti con cura, si preme il pulsante e i risultati segnano le vie da battere.
Non è certamente ben chiaro se in tutte queste operazioni lo Spirito Santo abbia un ruolo, oltre a quello di sperare bene e di avere pazienza.
Mi rendo conto che la descrizione è troppo succinta e racconta soltanto delle impressioni. I fatti però sono raccontati, giorno per giorno: per coglierne tutta l'amarezza e lo sgomento spesso il cuore vede di più assai della mente e certamente la Fede molto più della ragione e specialmente della ragione del potere.
Bisognerebbe, è vero, di questa realtà di Chiesa discorrerne con il Papa. Ma al Papa è possibile parlare soltanto battendo le mani e struggendosi gli occhi di commozione verso la finestra di piazza S. Pietro, tutte le domeniche a mezzogiorno o in altre occasioni qui o là per il mondo. E mai nella storia tanta gente o popoli hanno «parlato» battendo le mani o sbracciandosi, col Papa.
Ma anche semplicemente raccomandargli di fare meno il Papa e un po' più il cristiano, è praticamente impossibile. Non si può dire al Papa e suona la raccomandazione poco rispettosa se non addirittura un'impertinenza,di cercare di essere cristiano, mentre lo si raccomanda, si predica, si esorta tutti ad essere più cristiani. Anche perché senza dubbio (ci mancherebbe!) lui cerca con tutte le sue forze di essere un Papa cristiano: qui possiamo mettere la mano sul fuoco.
Lo strano è che almeno dal terzo secolo in poi che la storia della Chiesa soffre le angosce del parto per via di questo problema del papato cristiano. E da ogni conclave nasce un Papa cristiano: ancora non è venuto il tempo, ma è perché continuano a imperversare realtà di potere e si confida assai più nell'umano che in Dio e nella potenza del suo spirito, il tempo in cui non sarà più proclamato un Papa, ma soltanto un Successore di Pietro e più ancora un Vicario di Cristo.
Ma chissà se qualcosa sarebbe cambiato, il concludersi di una storia e l'inizio di un'altra, nel caso che i bersaglieri di Porta Pia si fossero fermati soltanto nel cortile di S. Damaso e il Papa si fosse trovato a non essere che un semplice monaco in un monastero.
Sono gli antichi sogni di scismatici, di eretici, di mistici, di poeti, ma forse anche di tanta povera gente, compresa quella che trabocca piazza S. Pietro e ormai tutte le piazze del mondo.
Non é possibile sapere se nella terza tentazione di Satana a Gesù, stremato dal digiuno e perfetta luce di Dio, i regni che gli ha dispiegato davanti, di tutta la terra, offrendogliene il possesso e il potere, erano regni come quelli che conosciamo dalla storia (ma in questo caso Satana avrebbe manifestato poca conoscenza di Gesù, il che è improbabile) o erano invece folle, moltitudini sterminate acclamanti, in delirio fino al fanatismo, capace di esaltazioni e assolutismi. Forse é preferibile la seconda interpretazione anche perché più confacente ad un potere religioso. Gesù ha respinto Satana e le sue offerte, come ha lasciato volutamente svanire la folla osannante delle palme, preferendo quella della piazza del pretorio di Pilato.
Ma capisco bene che sono riflessioni che si fanno riferendoci alla gloria dei potenti di questo mondo, per i dittatori, i despoti, i capi popolo ... E'senza senso. E' stupidità polemica porsi questi problemi trattandosi degli incontri pastorali, missionari, di un Papa, anche se non può non venire in mente che sì, può andar bene per un papa, ma non però per un Papa cristiano.
Tanto più. che se le acque sono chiare o inquinate alla sorgente, scenderanno lungo le valli, dilagheranno per le pianure a irrigare i campi e ogni zolla di terra acque feconde o acque inquinanti.


don Sirio


in Lotta come Amore: LcA febbraio 1981, Febbraio 1981

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