Fece e Pace

Non è che ci sorprendiamo che valori profondamente, essenzialmente religiosi, lasciati cadere ai margini o addirittura dimenticati dalla Chiesa e quindi dalla cristianità, siano ripresi, ravvivati e anche purificati, certamente riscoperti, a determinare premesse per la storia futura.
La responsabilità del mondo della Fede è gravissima nei confronti di un insegnamento mutilato, di una predicazione intenzionalizzata, di una evangelizzazione arbitraria e condizionata.
Dio, e tutta la sua dolce ed appassionata fatica di segnare di Amore il cammino dell'umanità, si è trovato spesso relegato nei cieli e non per volontà degli atei, degli irreligiosi, dei materialisti ecc. ma per volere dei credenti, degli uomini di Fede, degli uomini di Chiesa.
Gesù Cristo non si è ritrovato spesso annebbiato, oscurato, negato, dagli illuministi, dai marxisti, dagli eretici ecc. quasi sempre anticristiani non tanto per detestazione di Gesù Cristo, quan-to per impossibilità di sopportazione dei suoi cosiddetti seguaci, i cristiani.
Tutta la respinta di Dio fatto uomo, Gesù Cristo, non è stata, da il quarto secolo in poi, per la volontà di accoglienza, per il non gradimento di avere per compagno, fratello, amico, lungo il cammino sulla strada della storia, Gesù Cristo ma unicamente per il fatto che Gesù Cristo non era Gesù Cristo che di nome, in realtà era un potere economico, politico, spesso militare, una dottrina implacabile, un'oppressione di libertà, causa di disuguaglianza, pretesto per privilegi insopportabili, motivo di autoritarismi impietosi, di servitù e schiavitù disumanizzanti.
Il cielo non si è mai andato chiudendo e la sorgente dell'Amore non si è mai inaridita, il sole ha continuato a levarsi fedelmente ogni mattina e le stagioni ad avvicendarsi nel fare sempre nuova la faccia della terra.
I tetti, sia pure delle cattedrali romaniche e gotiche, barocche e novecento, non hanno potuto dividere il cielo dalla terra.
E così pure i monasteri, i conventi, gli episcopi, non hanno potuto rinserrare e rinchiudere l'immensità. E nemmeno i santi e le sante hanno esaurito la santità, come se al di fuori di loro, fosse tutto deserto di perdizione. Anche i padri della chiesa, i dottori della sapienza, i teologi, le università ecclesiastiche ecc. non hanno visto e scrutato la verità che con il telescopio, piccoli spazi anche se vasti, nei confronti dell'immensità infinita del mistero della galassia della vita, della storia e infinitamente di più, del Mistero di Dio. Gli innumerevoli libri dagli incunaboli alle preziose biblioteche ricche di scienza e di polvere, non contengono che balbettamenti più o meno infantili, ripetuti senza fine, smentiti e poi riaffermati, come se tutto fosse nuovo, mentre, è proprio vero, niente di nuovo è sotto il sole.
Una lunga storia, quella della Chiesa, stranissima e assurda, perché è il racconto di un proget-to di Dio, vissuto da Gesù Cristo e che gli uomini si intestardiscono (popolo di dura cervice) a svol-gere, realizzare, storicizzare alla maniera umana, secondo i criteri (comunque siano questi criteri) degli uomini e logicamente degli uomini di potere.
Siccome Dio non si è deciso, almeno fino a questo momento (e la sua pazienza sia come il suo Amore, infinita) a svegliarsi dal suo sogno di Amore, adesso, in questi nostri maledettissimi tempi, come sempre da che mondo è mondo, l'adorabile potenza dell'Onnipotenza di Dio (e sia pure incomprensibilmente è sempre Amore, unicamente Amore) sta conducendo la storia alla strettoia attuale dalla quale può emergere o una umanità nuova, finalmente umanità, oppure la disumanità suprema, quella dell'annientamento universale.
E questa onnipotenza-Amore sta raccogliendo e provocando la sua speranza, dai quattro angoli della terra, da ogni essere umano e da ogni popolo, dalla loro storia e dalla loro pazzia, da qualsiasi cultura e da qualsiasi disperazione, nel tentativo - e viene da pensare, nel tentativo estremo di quel miracolo storico del riemergere e dell'imporsi di quelle verità essenziali, creative di umanità, verità di uomo e quindi di Cristo e quindi di Dio.
Perché la verità, la giustizia, la fraternità, l'uguaglianza, la dignità umana, l'unità, la solidarietà e quindi la pace e cioè l'umanità e non la disumanità... scendono dal cielo e germogliano dalla terra. In questo dissacrato tempo sta accadendo che la speranza di Dio è che l'umanità ritrovi se stessa per la tremenda pressione e costrizione disumanizzante che imperversa e irreversibilmente, come è ovvio temere, nella realtà della storia individuale e universale.
Pare e la constatazione è tutta un'infinita angoscia per il credente e il veggente, che la Chiesa e la Cristianità, di questi sacri segni del nostro tempo, non si avvedano.
Sta scritto allora che se tacciono i profeti, gli apostoli, i pastori, la Chiesa, la cristianità... grideranno le pietre: i poveri, gli oppressi, la gente che non conta, i giovani minacciati in tutto e perfino della sopravvivenza. Grideranno le strade, le piazze, le folle, le moltitudini. Grideranno le coscienze che si ribellano, i popoli che si agitano, l'Europa che si unisce. Grida con voce orrenda il potenziale nucleare pronto per incenerire l'umanità quindici volte, la pazzia e l'arroganza dei due imperialismi, la disperazione dei due terzi dell'umanità affamata.
Grida il cielo solcato dai missili della morte, grida la terra rabbrividita sull'orlo abissale del nulla... E se anche queste «pietre» taceranno o saranno fatte tacere, allora si spegne la speranza perché sarà vero che la storia non ha dato il suo ultimo, estremo insegnamento o non è stato raccolto o è stato addirittura, volutamente e criminosamente, respinto. E l'insegnamento è questo: gli uomini possono sopravvivere solo se saranno uomini, se decidono di essere disumani saranno aggrediti, consumati, inceneriti dallo loro disumanità.
In questo caso, allora, le stelle staranno a guardare? A Dio rimarrà soltanto di piangere sulla sua creazione? E sulla terra sarà una croce senza resurrezione? Perché è venuto il tempo in cui Dio è la Pace e Pace è Dio. La non unificazione e peggio ancora la separazione della Pace e di Dio è l'anticristo, cioè la fine.



in Lotta come Amore: LcA novembre 1981, Novembre 1981

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