Pace? Armamenti: rapporto all'O.N.U. 04/1978

La sicurezza mondiale è resa sempre più precaria non tanto dalla quantità quanto dalla qualità sempre più raffinata.
Il 40% delle spese sostenute nel mondo della ricerca tecnologica, sono state spese nel campo 'militare dalla seconda guerra in


poi.
Il disarmo quindi è assurdo pensarlo come diminuizione numerica degli armamenti.
Anche il fattore quantità ha però il suo peso: nel «decennio del disarmo» come sono stati definiti gli anni '70, la produzione delle ogive nucleari è quasi triplicata: nel '70 ne esistevano circa 3700, nel '76 circa 12.000.
È cresciuto il numero dei paesi «potenzialmente», nucleari cioè capaci di costruire bombe atomiche: entro 10 anni dovrebbero essere 39.
È noto che negli arsenali militari degli U.S.A. e dell'U.R.S.S. è accumulato un potenziale bel-lico capace di distruggere completamente una diecina di volte l'intera umanità.
Di proposito in questa analisi non è considerata la ormai esistente «BOMBA N» che la scienza e la civiltà americana sta regalando alla «sicurezza» mondiale e alla pace.
Nonostante tutto il parlare di disarmo gli investimenti per la costruzione di armi, sempre più moderne e sofisticate, nel '77 ha raggiunto la cifra pazzesca di 300-350 miliardi di dollari, cioè qualcosa come 300 mila miliardi di lire ...
Le vendite di armi al terzo mondo sono passate da 6,3 miliardi di dollari nel '75 a 7,3 miliardi di dollari nel '76.
Nel '77 l'America ha venduto armi per 4 miliardi di dollari. L'Unione Sovietica per 2 miliardi e mezzo, l'Inghilterra e la Francia per 2 miliardi, l'Italia (è la quinta nella spaventosa graduatoria del commercio della guerra) per un miliardo e mezzo di dollari (2000 miliardi di
lire). Nel '77 sono oltre 11 i miliardi di dollari a segnare su cosa si regge la «civiltà •• dei paesi del benessere.
È assurdo trovare nella produzione delle armi una funzione di autodifesa nazionale.
Giuoca invece un ruolo nei rapporti economici.
Giuoca il mantenimento di una scala gerarchica fra le nazioni, misurabile con l'unità di misura del potenziale bellico.
Disarmo vuoi dire:
- Una profonda riconversione industriale
- Un diverso indirizzo della ricerca
scentifica
La smobilitazione del personale impiegato nel campo militare.
Fine della dipendenza dei paesi sottosviluppati e delle dominazioni politiche ed economiche che determinano e impongono il commercio delle armi e lo sfruttamento economico, politico, strategico.
- Smobilitazioni di nazlonatìsmì ancora molto duri a scomparire.
Disarmo vuoi dire una «rivoluzione» che sia una vera e propria inversione di marcia del cammino della storia che dura da quando fu di Caino e di Abele.
È questa «rivoluzione» che interpella la coscienza umana, passivizzata dalle ideologie e dalla prassi politica e di mestiere.
È questa la rivoluzione che non può provocare la responsabilità di tutti coloro che non vogliono lasciare montagne di cenere al posto di un mondo che «solo la nostra follia c'impedisce di farne un Paradiso».


in Lotta come Amore: LcA gennaio 1982, Gennaio 1982

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