Un cane lupo a testa

Gli eventi legati agli sviluppi del terrorismo si accavallano in questo mese di gennaio e non è certo facile fare il punto su una situazione che non può avere all'improvviso svolte clamorose. Il discorso che vorrei affrontare in queste righe non vuol essere un giudizio documentato dei fatti, ma, più semplicemente la reazione di fronte a ciò che sono venuto a sapere leggendo un paio di giornali e ascoltando la televisione della caccia all'uomo che i carabinieri hanno compiuto nei boschi e sulle strade tra Siena e Tuscania. All'origine un fatto gravissimo: l'uccisione di due giovani carabinieri, il ferimento grave del loro maresciallo da parte di terroristi che cercavano di lasciare Siena dopo una rapina in banca.
Non voglio giustificare il terrorismo. Il mio rammarico è tutto per le occasioni perdute, per ciò che non siamo stati capaci e non abbiamo voluto fare, per un immagine di convivenza basata sulla porta sprangata e il giubbotto antiproiettile. Per rassicurarci della bontà del sistema ci mandano davanti agli occhi le immagini di blocchi stradali, di cani lupo a stento trattenuti dai guinzagli, di fotoelettriche che sbiancano le campagne, di lunghe file di uomini in divisa con in mano la mitraglietta. Il bosco è circondato da tutte le parti, il cerchio di stringe, si attende solo la prima luce dell'alba per sferrare l'attacco risolutivo. Intanto si rettificano i piani sulla scorta delle informazioni degli scout locali: gente che partecipa al grande gioco e rivela l'esistenza di una fornace abbandonata, di una grotta, di anfratti che possono costituire l'ultimo nascondiglio. Gli indiani cattivi sono ormai nella trappola, cominciano a cadere un po' per volta. «Siamo stati noi, scrivetelo!» gridano i carabinieri ai giornalisti, «Tutto il popolo italiano vi ama» recita il grande comandante Lagorio. «Voi siete la parte migliore della nazione. La vostra scelta a servizio del popolo è la migliore in assoluto per ogni giovane italiano», son le parole con cui il Vescovo di Siena seppellisce i due carabinieri uccisi.
Solo una grandissima pena: queste parole, questi atteggiamenti, non portano lontano. Sembra di ritornare indietro di quarant'anni. L'efficacia nazista: il nemico da combattere è chi non è ariano, comunque e chiunque sia. Contro il terrorismo non abbiamo saputo creare di meglio: un popolo di carabinieri. Perché se gli uomini politici, gli uomini del potere economico e religioso continuano a fallire e i carabinieri cominciano a vincere chi si sottrarrà al destino di vederci assegnato un cane lupo a testa e un pezzo di bosco da pattugliare? Perché nella stessa azione del senese sono stati catturati due medici e messi dentro con l'accusa di aver «praticato cure a terroristi». Non quindi perché «appartenenti al gruppo terrorista», ma per aver medicato feriti. E quindi attenzione: catturate i portaferiti non perché sono dell'esercito nemico, ma perché prestano cure a chi deve essere lasciato morire dissanguato. Ed è poi come dire: tagliate le spese sociali e aumentate quelle del Ministero della Guerra, date a chi già merita, aiutate solo chi sta in piedi da sé, siamo qui per i sani non per gli ammalati.
Lo so, non bisognerebbe farsi prendere la mano dell'emotività, dall'istinto; i problemi sono gravi e complessi, occorre far ricorso al massimo della razionalità per poter continuare a nutrire speranza... Lo so che c'è tutta una cattolicità italiana che marcia con la parola d'ordine di essere «per l'uomo»... Ma non capisco perché ci si abitua senza reagire al ruolo del cacciatore e alla sua esaltazione. Quando si arriva a questo si è già sconfitti anche se vincitori.
E poi ci sono quei carabinieri, quei ragazzi del sud di vent'anni. Venuti di leva per qualche soldo in più e forse poi un posto come guardia giurata. Sulla loro pelle il potere si ammanta di martirio e di gloria e nasconde il proprio peccato. No, signori ufficiali delle forze dell'ordine, no, signor Lagorio, Ministro della guerra, no, monsignor, Castellano vescovo della chiesa di Dio, le vostre non sono parole di vita.


Luigi


in Lotta come Amore: LcA gennaio 1982, Gennaio 1982

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