Sarà stata l'emozione - mi è venuto il sospetto - suscitata dall'edulcorato "Missing" di Costa Gravas in proiezione in questi giorni nei cinema italiani (ma sarebbe una motivazione troppo banale e posticcia), sarà stato il fatto che i comportamenti dei governi in generale, e in particolare quello del governo italiano, hanno riprodotto l'atteggiamento dell'opinione pubblica: prima di incredulità poi indifferenza, poi il sospetto e finalmente oggi la denuncia dello scandalo (praticamente quello che è successo per lo sterminio ebreo perpetrato dai nazisti), fatto sta che i giornali, le radio, le reti nazionali sembrano "impazzite" addirittura schizofreniche; in questo momento l'articolo, il dibattito, il servizio su tale argomento, come si dice in gergo giornalistico, "tira", e ciò è tanto più strano se si pensa che fino a pochi mesi fa tutto questo non interessava assolutamente a nessuno, per cui potevi sentir dire, come mi è capitato personalmente, da un sindacalista impegnatissimo, informatissimo, insomma da uno che è "issimo" in tutto, che l'Italia sta attraversando una grave crisi economico sociale e non c'è spazio per queste sottilizzazioni e sofismi.
Insomma, parliamoci chiaro, il grosso dell'opinione pubblica italiana era fino a pochi giorni fa sulle stesse posizioni del console argentino di Genova quando diceva che i DESAPARECIDOS erano un'invenzione, una montatura creata dall'opposizione al regime di Buenos Aires.
Ed ecco improvvisamente salta fuori un "caso Argentina", il nostro povero Italo Moretti, esu-le dal TG 2, scomoda il signor Gelli e i servizi Segreti, si arriva addirittura ad invocare da più parti una nuova riedizione del Tribunale di Norimberga già chiamato in causa nel 1974 per giudicare il "Regime dei Colonnelli" in Grecia.
Un bel po' di questa gente deve essere a corto di memoria visto che non riesce proprio a ricordarsi che Amnesty International, insieme ad altri organismi e ad alcuni privati coraggiosi e disinteressati, è dal 1976 che si occupa degli scomparsi non solo in Argentina, ma in ogni altra parte del mondo.
Elenco di scomparsi al governo italiano e richiesta di chiarimenti a quello argentino.
L'ultimo elenco di scomparsi da noi inviato risale esattamente ad un anno fa. Ma il governo italiano ci ha sempre risposto secondo quanto poteva appurare attraverso i canali diplomatici argentini, e cioè nulla. L'anno scorso Amnesty ha impostato una Campagna Mondiale sul tema degli
scomparsi e la nostra sezione nazionale ha organizzato una VEGLIA DI NATALE per essi a Firenze.
Fra le ultime notizie pervenuteci a riguardo ci sono quelle relative a maltrattamenti e intimidazioni verso membri delle madri di P1aza de Mayo e altri attivisti per i Diritti Umani in Argentina. Il 30 agosto rappresentanti delle madri e del Centro de Estudios Legales y sociales hanno richiesto un'udienza con il Ministro degli Interni per riferire degli ultimi maltrattamenti di loro membri e per richiedere garanzie di incolumità fisica per gli attivisti dei Diritti Umani, ma non sono stati ricevuti.
Essi volevano sottolineare il fatto che i maltrattamenti erano stati portati avanti da numerosi individui che, nonostante la presenza di agenti di polizia, avevano agito impunemente. L'organizzazione ha affermato che quei responsabili erano probabilmente membri dei servizi di sicurezza che, in teoria, dipendono dal Ministero degli Interni.
Il servizio Pace e Giustizia in America latina in una relazione del 5 settembre riporta la notizia che un prete aveva anche lui subito maltrattamenti e minacce. Furono affissi manifesti vicino alla chiesa di Nostra Signora di Pompei, dove questi lavorava.
I manifesti accusavano Padre Juan Antonio Puigjanè di essere un "falso prete". Padre An-tonio aveva partecipato a numerose manifestazioni del giovedì organizzate dalle Madri de Plaza de Mayo. Egli aveva anche appoggiato un momento di preghiera e di digiuno organizzato dalle madri nella Cattedrale di Quilmes nel dicembre 1 981.
Padre Antonio è il figlio di uno scomparso.
Oggi la questione dei desaparecidos è divenuta anche in Argentina scottante. Il potere si è sempre rifiutato di prendere in considerazione il problema, fino ad oggi non ha ancora commentato questi macabri rinvenimenti. Ma il problema dei desaparecidos non riguarda solo l'Argentina (sarebbe un'illusione troppo comoda), bensì un numero davvero spropositato ed impressionante di altri paesi di cui non si parla: e questo è il punto per noi membri di Amnesty, assolutamente inaccettabile: c'è l'Uganda dove i corpi sono fatti sparire nel lago Victoria, c'è il Brasile con le sue foreste amazzoniche, c'è il Messico, le Filippine, c'era la Cambogia democratica di Pol Pot, il quale a una trasmissione radiofonica disse: "gli elementi controrivoluzionari che svolgevano attività contrarie alla rivoluzione dovevano essere rieducati, neutralizzati o sradicati", c'è la Guinea, la Siria, per continuare cosi all'infinito.
Ecco perché ho accettato di parlare oggi dell' Argentina, In quanto spero che domani mi sia chiesto di scrivere sugli scomparsi e in genere sulla violazione dei diritti umani in un paese di cui non sa e non si occupa nessuno. Questo è lo spirito che anima noi soci di Amnesty; non a caso l'articolo che portò alla fondazione del movimento nel 1961 si intitolava: ''the forgetten prisoners" (i prigionieri dimenticati"
P
atrizia Gemignani
Gruppo Versilia di
Amnesty International
in Lotta come Amore: LcA dicembre 1982, Dicembre 1982
Luigi Sonnenfeld
e-mail
tel: 058446455