Viareggio 13-16 maggio 1983
Con la partecipazione di circa 300 persone si é svolto a Viareggio il Convegno Nazionale promosso dal MIR e dal MN sul tema "Nonviolenza e mondo del lavoro", convegno preparatorio dell'assise Nazionale dell'Area Nonviolenta Italiana. Il Convegno, riuscito sotto tutti i punti di vista, é stato certamente un importante momento di riflessione collettiva sul senso della nonviolenza come programma politico e sociale, come scelta di vita quotidiana. È stato anche un momento di impegno e su proposte concrete, uscite dal dibattito espresse nel documento conclusivo. L'invito esplicito a dare indicazioni sia per l'impegno collettivo dei movimenti, sia per le scelte dei singoli è stato recepito: le commissioni, che hanno alacremente lavorato, hanno dimostrato una notevole convergenza e complementarietà. Spetta ora all'area nonviolenta, in particolare ai movimenti promotori del Convegno, di recepirne lo spirito e di renderlo operativo, dimostrando quella sensibilità, oramai diffusasi e resasi necessaria su questi temi. All'interno del Convegno, si é realizzata una mostra di prodotti artigianali (con pannelli illustrativi di esperienze come comunità, cooperative ecc.) che ha presentato, modestamente, alcune esperienze avviate negli ultimi tempi nell'area nonviolenta. Non é stato un momento "celebrativo" del prodotto artigianale contrapposto assolutisticamente al prodotto industriale ma, un modo di proporre concretamente un vero nuovo modello di sviluppo, cogliendo le implicazioni energetiche, occupazionali, politiche dei due diversi modi di produrre.
Infine grande successo ha ottenuto la rappresentazione teatrale del gruppo di Don Sirio Politi, incentrata sulle problematiche della pace, dell'Obiezione di coscienza, dell'Obiezione fiscale, del disarmo ecc. che ha animato la serata di sabato e ha stimolato il pubblico presente ad un vivace dibattito. Si ringrazia inoltre l'Amministrazione Comunale di Viareggio per il patrocinio e il sostegno dell'iniziativa.
Un passo importante é stato compiuto, anche grazie a questo convegno, per la costruzione di un programma politico nonviolento. Ora si tratta di continuare.
Il gruppo organizzatore MIR-MN
Documento conclusivo
- Esiste un modo di dire che circola nell'area alternativa americana: "Una visione senza azione ed una azione senza visione sono ugualmente impotenti, ma insieme possono fare miracoli". Con il Convegno Nazionale "Nonviolenza e mondo del lavoro", svoltosi a Viareggio il 13/14/15 Maggio 1983 e promosso dal MIR e dal Movimento nonviolento, in preparazione dell'Assise dell' Area nonviolenta italiana, si sono mossi i primi passi in questa direzione.
A) Da una parte abbiamo analizzato gli effetti del modo di produzione industriale, che nel mondo Occidentale si sostanziano nei rapporti di produzione capitalistici, nelle due dimensioni principali de:
- LA SOPRAVVIVENZA: Oggi la semplice sopravvivenza é messa in pericolo dalla corsa agli armamenti nucleari e convenzionali, generalizzatasi da una parte e dall'altra, dall'esaurimento delle risorse naturali e dall'inquinamento diffusosi ovunque.
- L'EQUILIBRIO: Se la vita di una collettività dovrebbe essere caratterizzata dall'equilibrio nei confronti dell'ambiente e delle altre collettività, oggi vediamo come la nostra ideologia e il nostro modo di produzione industriale, che abbiamo creduto risolutivi di tutti i problemi, hanno prodotto allucinanti fratture fra noi e il III° mondo e all'interno dei nostri stessi sistemi. Nei confronti del III° mondo vediamo che il nostro livello di vita, la nostra ricchezza é garanzia della loro povertà. Al nostro interno vediamo che questa ricchezza non ha portato ad un reale miglioramento della qualità della vita, se non in alcuni aspetti parziali. Ciò é reso evidente dalla presenza nella nostra società di "scarti" (secondo la mentalità comune) come:
- Anziani, handicappati, disoccupati, vecchi contadini e artigiani, emarginati...
- Terre abbandonate, materie naturali rifiutate e rifiuti non riutilizzati, beni abbandonati...
In questa situazione l'analisi della sinistra tradizionale ci sembra largamente insufficiente in quanto mette in discussione solo i rapporti di produzione capitalistici ma non il modo di produzione industriale in se. Per questi motivi ci sembra che una proposta di azione politica efficace, adeguata alla portata dell'attuale crisi, possa venire dalla convergenza degli specifici dei movimenti per la pace e nonviolenti, dei movimenti ecologici e dei movimenti di volontariato sia a livello locale che internazionale.
B) Dall'altra parte il convegno indica le maniere per trovare e praticare vie d'uscita fin da adesso, a livello personale e politico, partendo dalla dimensione del lavoro che ci lega al mantenimento di questa struttura sociale. per una sua globale riappropriazione.
- Primo strumento l'obiezione di coscienza, in quanto patrimonio storico dei nostri movimenti, intesa in senso generale e esistenziale, per una maggiore responsabilizzazione e conoscenza del fine del proprio lavoro e dei mezzi con cui lo si compie. La professionalità è da intendersi in questo senso e non come gerarchizzazione degli operai in fabbrica. Dobbiamo essere attenti alle persone in crisi che sono alla ricerca di alternative al proprio lavoro. In questo senso si propone all'assemblea degli obiettori l'utilizzo di parte dei fondi per il sostegno economico degli operai che obiettano almeno all'industria bellica e nucleare civile, militare. Inoltre si propone la costituzione di una banca di dati che raccolga tutte le esperienze in questo senso.
Dopo il momento dell'obiezione di coscienza vi é la necessità della sopravvivenza quotidiana e della proposta politica alternative. Il convegno individua nell'artigianato e nell'agricoltura i terreni preferenziali dove sviluppare possibili vie d'uscita.
- Nel campo artigianale sottolineiamo la necessità di modificare legislative soprattutto nel campo dell'apprendistato, che oggi è reso estremamente difficoltoso sia per chi vuole apprendere (limiti d'età per essere considerato apprendista, difficoltà a trovare persone disposte ad insegnare ecc.) sia per chi vuole insegnare (contratti di lavoro molto alti, soprattutto per i piccoli artigiani ecc.). Inoltre è necessario che si considerino artigianali attività produttive, non in base al numero degli addetti ma in base alla tecnologia impiegata, e che si educhino le persone all'utilizzo e al consumo del prodotto artigianale, cercando di limitare i costi, non solo come oggetto ornamentale ma anche nei bisogni primari. Si propone la creazione di centri sociali per l'insegnamento del lavoro artigianale che garantiscono la sopravvivenza economica di chi vuole apprendere.
- Nel campo agricolo é necessario facilitare l'impiego dei giovani modificando le leggi di affitto della terra e di compravendita. Rivalutare le terre abbandonate contrastando la tendenza attuale che vede nella terra in pianura l'unico luogo di utilizzabile e qualificare l'attività agricola almeno in senso biologico. Anche in questo caso vi è la necessità di educare le persone al consumo del prodotto naturale. Inoltre legare insieme l'attività agricola a quella artigianale inserendole in una scelta di vita più ampia; riallacciarsi alle conoscenze delle culture precedenti rinnovandole. Individuare i prodotti locali che possono essere prodotti e venduti sul posto.
Anche se alla luce di valide e giuste motivazioni, cominciare attività alternative all'interno delle attuali strutture economiche comporta, pur avendo accettato il principio della semplificazione dei bisogni, enormi difficoltà di sopravvivenza. È necessario che fra le esperienze alternative singole e di gruppo, esista un coordinamento pratico e un sostegno economico.
- Si é deciso di costituire a questo proposito un fondo di rotazione economico avente figura di Soc. di Mutuo Soccorso o Soc. Cooperativa. In via prioritaria è rivolto verso coloro che intendono obiettare al lavoro nell'industria bellica e nucleare, in generale intende promuovere e finanziare l'attuazione di progetti di obiezione e di alternativa al sistema nel suo insieme. Questa soc. viene promossa in area nonviolenta ma è aperta a tutti coloro che ne condividono i fini e le norme. Essa funzionerà come struttura economica di una più vasta area di cui: la RETE di AAM-Terra Nuova costituisce servizio di coordinamento e scambio, la Soc. Mutua per l'autogestione di Verona servizio iniziale di consulenza.
in Lotta come Amore: LcA giugno 1983, Giugno 1983
Luigi Sonnenfeld
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