Nuovi segni di speranza

Ci sono momenti in cui sembra di camminare avvolti nella luce tanta è la sicurezza con cui avanziamo nella vita, ma ci sono giorni in cui muovere passi concreti e decisi è fatica terribile per un accavallarsi di angosciosi dubbi e timori. Credo che ognuno, più o meno, abbia esperienza di ciò che può significare l'improvviso restringersi di prospettive e il senso di soffocamento che ne deriva quando sembrano chiuse le vie di fuga. Non avere alternative se non quella di subire la violenza delle situazioni senza spazi dove poter riflettere, riposare, prendere decisioni.
Eppure credo che questa fatica del vivere quotidiano abbia una grande influenza su una misura di sincerità capace di rinnovare i rapporti tra le persone. Non solo penso perché ci si scopre vicendevolmente segnati dalla stessa debolezza e fragilità, ma anche e soprattutto per l'umiltà che segna il volto di chi cerca con pazienza il senso delle cose e della vita. Mi sembra di capire che quando si ha caro il filo che lega l'avvicendarsi delle stagioni della propria vita, allora si é più facilmente disposti all'incontro, all'accoglienza, non importa se decorata da spirito dolce e buono o increspata di silenziosa severità. Ciò che si fa è spesso solo piccola, povera cosa nascosta nella pieghe degli avvenimenti che fanno cronaca. Ma un semplice gesto può accogliere spessori di significato tali da incidere profondamente nella storia. Per questo mi sembra importante cercare di capire quali energie giocano al fondo della vita, non tanto nei momenti programmati dell'impegno, quanto nel quotidiano, là dove il nostro essere non risulta impostato su determinati risultati, ma si esprime con maggiore immediatezza come l'acqua che sgorga da una sorgente o il fiore che spunta sull'argine di un fossato. Oggi facciamo constatazioni amare e dispiaciute sulla difficoltà di prospettare ipotesi di cambiamento a livello collettivo. Non avvertiamo possibilità di aggregazioni di massa se si eccettuano fenomeni vistosi, gonfiati dalla persuasione dei mezzi di comunicazione, presi d'assalto dai professionisti della strumentalizzazione per il mantenimento delle poltrone che contano. Avvertiamo di vivere in un mondo stanco. A me sembra che l'energia vitale repressa negli schemi vivaci degli anni passati, oggi si esprima in tanti piccoli rivoli generati dalla voglia di vivere, di capire, di ritrovare una coerenza non condita da slogan, bandiere di vecchie anche se onorate battaglie. E credo sia importante coltivare in me e intorno a me la ricerca del senso di ciò che stiamo facendo anche a costo di sofferenze profonde nel rilevare possibili dislivelli di direzione tra ciò che affermiamo essere la nostra vita e quello che realmente viviamo. E quindi non vado cercando gente che faccia il mio stesso cammino: è viottolo forse troppo tortuoso per poterne trovare altri che vi si sovrappongono. Vado piuttosto cercando gente che esprime sotto aspetti e circostanze diverse le stesse ansie, le medesime attese, la voglia di interrogarsi di fronte a tutto ciò che accade. Voglia non più urlata nelle piazze, ma cercata con ferma ostinazione negli spazi dove è possibile prendere le cose in mano e non essere comparse in progetti meravigliosi, ma già confezionati, in indirizzi indiscutibilmente giusti e validi ma dove i ruoli sono già stati assegnati. È in questo "movimento" slegato e debole fino a sfiorare il ridicolo, che non ha bandiere né parole d'ordine ed é espressione di individui e di gruppi molto diversi tra loro; é in questo movimento che mi sento muovere da interessi vitali. E prima di tutto da un profondo desiderio di confronto, di verifica. E se volto le spalle a tutto ciò che esprime azione contrapposta o da contrapporre secondo le regole del gioco del potere, se facendo violenza a me stesso, volto lo sguardo a tutta la constatazione di fatti, avvenimenti, personaggi che cercano di imporsi a tutto il resto del mondo, vedo sorgere qua e là le piccole luci di una coscienza che lievita nuovi segni di speranza e di lotta.


Luigi


in Lotta come Amore: LcA giugno 1983, Giugno 1983

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