Le due e più facce della pace

Fino a quando dite: pace, pace, pace... e pace non c'è? "Per questo gli annunziatoti di pace piangevano amaramente" (ls. 33,7) dicendo: "Signore, chi ha creduto al nostro annunzio?" (ls. 53,1)
(dalla Liturgia del Natale)
Sul Calvario ai piedi della Croce fu stracciata in pezzi e divisa la veste di Gesù e il Suo mantello fu tirato a sorte. Nella crocifissione della pace (vi è forse diversità tra pace e Gesù?) ugualmente avviene il farla a pezzi e ognuno se ne prende il suo pezzo e spera di vincere il sorteggio e accaparrarsene il tutto.
Sta scatenandosi sempre più la guerra per conquistarsi il possesso della pace? E quanto più la pace risulterà appartenere a qualcuno tanto più sarà in pericolo.
L "est e l'ovest" e cioè l'America e la Russia, si stanno strappando di mano la pace, brandelli di pace dopo averla stracciata in mille pezzi, a forza di interventi di guerra, di accumulo e di piazzamento di ordigni di morte universale, di propagande macabre, sogghignanti tentativi di incastrare l'altro in illusioni gettate sui popoli, a colmare la misura della delusione, della disperazione. E la pace non è e non sarà né di un blocco né dell'altro, se pace sarà nel mondo. L'equivoco orrendo (e quando mai è successo che non sia stato così nella storia?) che la pace sarà possibile unicamente se sarà un blocco o l'altro ad assicurarla attraverso la sopraffazione del suo potenzia le di guerra, comporta semplicemente di essere in guerra, di credere e di sperare nella guerra, che la guerra si identifichi con la pace e la pace con la guerra. guerra.
"Può forse il rovo fruttificare fichi e si può raccogliere uva dalle spine?".
Anche la Chiesa non vede o non vuole vedere l'equivoco sacrilego e sembra attendersi, nonostante le parole che ancora però non sono la Parola, che dall'inferno del nucleare possa spun tare e fiorire il paradiso della pace.
Ma non soltanto stanno stracciandosi di mano la pace le potenze della guerra, anche i movimenti della pace, le manifestazioni per la pace si stanno vergognosamente strappando gli uni gli altri questa povera pace, dilaniandola fino al punto da renderla valore d'acquisto, copertura ideologica, ricerca di potere, occasione da sfruttare... tutto, impudicamente tutto, può essere ed è la pace, meno che la pace e cioè il sole che sorge al mattino, la pioggia che feconda la terra, l'aria che si respira... la fraternità, l'uguaglianza, la libertà, il pane, la casa, il lavoro, le condizioni di esistenza che assicurino la dignità umana per ogni essere umano in qualsiasi angolo della terra.
Sempre più la pace è impossibile, la dolcissima, adorabile utopia della pace è ormai, sembrerebbe, nella impossibilità impossibile perfino all'onnipotenza di Dio.
E questa impossibilità di pace non è perché ormai i padroni della guerra sono pronti per la guerra e vogliono la guerra (il problema che li trattiene è soltanto il perfezionamento fino all'infallibilità del così detto "primo colpo" l'annientamento senza speranza del nemico e il nemico è l'altra metà del mondo) e scateneranno inevitabilmente la guerra strategica o di teatro che sia.
L'impossibilità della pace è anche perché ormai sono venuti fuori i padroni della pace. E logicamente come tutti i padroni sono semplicemente dei ladri. Perché se la proprietà è un furto l'appropriarsi della pace e assolutizzarne il possesso fino all'esclusività, è criminalità, è sacrilegio imperdonabile. È cronaca angosciosamente sino a provocare la nausea, di fine ottobre e inizio di novembre; ma ormai è realtà che anche in seguito avrà rigurgiti nauseanti, da volta stomaco. Il 22 ottobre marcia della pace. Paura e orrore della strumentalizzazione. Quindi la pace, è chiaro, conta niente di fronte al puntiglio politico. Ed è spazzatura una marea di popolo, incontenibile, stupendamente incontrollabile - perché il popolo non può essere il popolo, semplicemente senza inquadramenti e programmazioni, almeno quando il popolo implora di non essere incenerito e di non accettare di diventare campo di battaglia?
Ma nella marea di popolo c'era il P.C.I. C'era un modo molto semplice per ovviare questo "pericolo": che vi fosse e massicciamente la D.C., il P.S.I. (con il Governo al completo) e gli altri della coalizione governativa e tutto il Parlamento e tutta la Curia, gli Ordini religiosi, le organizzazioni Cattoliche, le Parrocchie, le Croci e gli stendardi, i Santi e le Madonne... E cosa ne sarebbe stato del P.C.I. e della tanto temuta strumentalizzazione?
Le folle interessano soltanto quando traboccano Piazza S. Pietro.
Forse perché in quei casi, come nella P. di S. Pietro del mondo, la coscienza è tranquilla nei confronti del problema della strumentalizzazione.
Invece il Vicariato si è dissociato, l'Osservatore Romano, ha dignitosamente disprezzato e minimizzato, i religiosi che hanno partecipato diffidati, il G.R.2 ha esortato a non partecipare...
Però la pace è la pace. E bisogna pur fare qualcosa, se non altro, come si addice ad un intelligente criterio collettivo, per concorrenza.
E a Milano, guarda caso, è stata scoperta "l'altra faccia della pace".
Anticamente era bifronte il dio della guerra Giano.
A Milano, per i padroni milanesi della pace, la pace ha una doppia faccia. Una faccia della pace è Romana l'altra faccia è Milanese. La "pax Romana" e la "Pax mediolanensis" era scritto su per i giornali.
Viene in mente la luna con le sue due facce, quella luminosa e quella al buio, quella bianca e quella nera.
Per il mondo cattolico milanese non vi sono dubbi: la faccia della pace milanese è la pace. Anche per l'Osservatore Romano, a stare alle sue dichiarazioni. Così per buona parte del mondo della cultura. E logicamente per i Partiti della coalizione Governativa.
E per una fetta è chiaro, del Sindacato...
E così una faccia della pace contro l'altra faccia. Un'alternativa con tutta l'apparenza di concorrenza e quindi di conflittualità all'interno della pace.
È semplicemente sconvolgente, nauseante. E per un Cristiano Cattolico Apostolico Romano, disorienta e sgomenta che siano i movimenti cattolici, realtà di Chiesa, a provocare, promuovere, incoraggiare questo stracciare la pace nel tentativo di risultarne i padroni.
Davanti agli S.S. 20 e ai Pershing 2 e ai Cruise questa pace della doppia faccia è un invito all'installazione, un'esortazione a moltiplicarne l'orrore. Perché è una pace che è guerra.
Davanti al popolo, al popolo popolo, questa pace dei padroni della pace è l'ultima, macabra irrisione prima della soluzione finale dei padroni della guerra.
È angoscia senza fine, è assurdità incomprensibile, che la Chiesa non scelga fra i padroni della guerra e della pace, la povertà della pace. Perché è questa povertà della pace, la pace che Gesù dichiara di essere "la sua pace".


Sirio


in Lotta come Amore: LcA gennaio 1984, Gennaio 1984

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