Quasi a metà strada fra Lucca e Viareggio, prima del breve valico del Monte Quiesa, venendo da Lucca, sulla destra della via provinciale, si apre e si allarga una vallata coltivatissima, orlata di colline stupende. Nella vallata, al confluire dei campi col muoversi dei pianori in collina, si adagia, distesa come un ricamo prezioso fra il verde, la Certosa di Farneta.
Un'antichissima Certosa (forse dal 1200) ancora abitata, una delle pochissime in Italia, da una fiorente comunità.
Vi palpita, silenziosa, nascosta, clausura severissima, la solitudine di 32 monaci. Preghiera e in piena notte, come nei tempi antichi, suona la campana per il mattutino. Lavoro, raccolto, solitario, nelle celle, accoglienza al portone a cuore aperto e pace e silenzio assoluto.
Nel '43 - '44 il monastero si aprì ai rifugiati, ai perseguitati politici, agli ebrei: e il cuore aperto costò la vita a dodici monaci trucidati dalle SS tedesche.
Ma la storia cammina e anche la memoria diventa corta. Ma forse anche la Fede pare che si disorienti e si sciacqui. È difficile in questi nostri tempi giudicare cosa e quando la pastorale è ricerca di Regno di Dio o è invece compromissione o rilassatezza. Sta il fatto - e la cosa angoscia e sgomenta per la sua realtà e più ancora per la sua sconcertante simbologia - sta il fatto che il Comune di Lucca (sindaco democristiano) ha autorizzato la sistemazione di una discarica dei rifiuti solidi della città e dintorni, in un appezzamento di terreno a poche centinaia di metri dalla Certosa.
I monaci hanno semplicemente dichiarato che una Certosa e una discarica di spazzatura non possono coesistere.
E i monaci venderanno (o svenderanno) la Certosa e se n'andranno.
Un comitato guidato da un professore. Qualche accenno sul settimanale cattolico diocesano. Un articolo bellissimo di Mario Tobino. Un altro, ottimo, su "Repubblica". Una protesta dell'ANPI, dato che la Certosa è medaglia d'oro e monumento della Resistenza...
Nient'altro. E naturalmente il progetto della discarica va avanti.
Forse un'opposizione decisa, risoluta della Curia Arcivescovile non è possibile?
Sta il fatto che se una Chiesa locale non ha la forza religiosa e morale, civica e culturale, d'impedire che una discarica di rifiuti, d'immondizie, di spazzatura, amministrativamente, conti di più di una comunità di certosini e valga di più della sacralità di una secolare e gloriosa Certosa, è inevitabile una profonda perplessità, una sgomentante angoscia. Forse è vero, la cosa è molto emblematica, che sono "i rifiuti" a creare serie difficoltà, a tutto, ma forse anche alla Fede. E non è possibile non riconoscere, certo, amaramente, che la "spazzatura" ci sta sopraffacendo e, è chiaro, a scapito dell'essenzialità.
Se qualche amico volesse
in Lotta come Amore: LcA giugno 1984, Giugno 1984
Luigi Sonnenfeld
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