Anche se non ci conosciamo troppo (io però naturalmente mi ricordo bene di te!) ti voglio scrivere due righe prima di tutto per dirti grazie per la tua fedeltà a inviarmi il tuo "Lotta come Amore".
In effetti dopo aver passato tre anni nel Ruanda ('77-'80) sono venuto per gli studi in Europa a Friburgo e l'anno scorso in luglio sono rientrato in Africa ma all'estremo nord-ovest della Tanzania nella zona frontaliera con il Burundi e il Ruanda. Con grande sorpresa ho trovato passando a Kigali i numeri di "Lotta come Amore" che erano giunti durante i tre anni trascorsi in Europa (!!), il mio fratello ruandese me li aveva accuratamente messi da parte. Ti dico la verità che li leggo con grande gusto. Al rientro dagli studi leggendo le tue riflessioni mi sembra di trovarci più teologia e vita che in tanti volumi di esegeti (eppure amo anche l'esegesi ma non quella cavillosa).
Che dirti della nostra vita qui? Siamo in tre adesso: un francese (bretone!) io di Livorno e un giovane ruandese. La fraternità è una casa in un 'villaggio" di circa 50 famiglie sparse in una larga conca circondata da colline, tutte legate al lavoro dei campi. Anche noi perciò come gli altri lavoriamo un pezzo di terra per vivere e l'immancabile bananeto. La zappa è lo strumento vitale qui. Quest'anno la grande stagione delle piogge è mancata completamente ad Aprile-Maggio (la pioggia è la vita qui) e così le culture sono seccate e adesso si trovano difficilmente le semenze per ottobre (si semina due volte l'anno). In più la nostra regione (quasi frontaliera) è mal servita per i trasporti delle poche cose necessarie (sale, zucchero, fiammiferi, olio, sapone). Un altro grosso problema sono le bestie selvagge: cinghiali, porco spini e bufali soprattutto che distruggono una gran parte delle culture lasciando i resti agli uomini!
È incredibile anche i danni che provocano gli uccelli. la caccia da risultati assai scarsi (si caccia con lance arco e frecce).
Il "villaggio" è nato assai di recente (grazie alla politica di villaggizzazione suscitata dal saggio Nyerese, il Mwalimu) e così la vita sociale e anche i lavori nei campi comunitari lasciano ancora molto a desiderare.
Volevo dirti soprattutto che la vostra passione per la Pace e la Giustizia mi da coraggio, bisogna attaccare con la vita da tutte le parti: da voi in Europa in Italia come da noi "terzo mondo" come ci chiamano.
Noi qui con la gente con cui viviamo siamo in effetti nella impotenza la più totale, tutto quello che si può fare è cercare di sopravvivere con i nostri poveri mezzi, con quell'attaccamento e gusto alla vita però che è così straordinario qui. Eppoi mi sembra profondamente vero quello che scrivi: "La Pace è come la ricerca, il bisogno di Dio: insaziabile necessità assoluta... impossibilità di arrendersi" e così pure la giustizia.
Penso che il gusto che ho ritrovato nel leggere le tue pagine vive mi viene dal fatto che osservo sempre più (voglio dire in Europa) che la minuzia delle analisi 'scientifiche" economiche, sociali o politiche (e perché no anche religiose) rischia spesso di far perdere di vista e scordare la percezione universale dei grandi valori di fondo dell'"omo" (per dirla alla livornese!). Vorrei dirti ancora tante cose ma adesso non escono dalla penna e poi son tutte cose che sai già e meglio, sappi comunque che anche da lontano mi sento in comunione profonda con quello che vivete. Ciao fraternamente
Lorenzo
in Lotta come Amore: LcA aprile 1985, Aprile 1985
Luigi Sonnenfeld
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