Preghiera del tempo inutile

Un cielo coperto da una coltre di nuvole a chiudere questa giornata in una morsa di pioggia gelida. Oggi, 21 marzo, primo giorno di primavera. Le luci dei lampioni si accendono e annunciano il buio imminente della notte. Una delle sere - non molte in verità - in cui mi fermo a sedere vicino alla finestra e guardo le macchine, la gente che passa sulla strada, di là dal canale che separa la chiesetta di Sirio dalla città. E i vetri della finestra mi sembrano le pareti trasparenti di un acquario. I miei occhi si perdono dietro il lento serpente delle auto in movimento, strisce di rosso, giallo, bianco mi attirano a poco a poco come in un sonno ipnotico. Mi sento leggero come una piuma, una piccola foglia portata dal vento, una piccola scintilla del grande fuoco dell'umanità che vedo scivolar via sull' asfalto bagnato nel silenzio delle cose. Lo so, mi sto semplicemente addormentando e la stanchezza affiora in tutto il corpo, anche nel cuore. Questo mio intorpidimento si affolla di volti conosciuti, amati. Quanti, a cui voglio un bene dell' anima, nella gioia e nel dolore. Una nostalgia struggente di stringere mani, di sorridere ad occhi che mi ricordano la vita. Cedo -senza difendermene - al sentimento e di gente sconosciuta si popola il mio sogno e mi sembra di averla conosciuta da sempre sotto il colore della pelle, oltre la distanza dello spazio e del tempo. Riaffiora il senso delle cose; come in un lungo racconto si ricompongono i frammenti di un mosaico che abbraccia tutta la storia e la mia - quella piccola insignificante mia storia personale. Dolce serata, piccola Emmaus di un'anima ispessita, ruvida scorza: questi cinque minuti, forse dieci, appena in tempo prima del buio della notte che, al pari della luce del giorno riaccende la lotta quotidiana, la croce di questo nostro esistere.
Rimani chiarezza interiore, serenità che avvolge corpo ed anima, coraggio che deriva dalla giusta misura delle cose, amore che finalmente è libero perché nulla chiede. Rimani perché si fa notte nella vita sbriciolata in una infinità di frammenti. Dio mio, dona un semaforo rosso, un passaggio a livello chiuso, una fila all'ufficio postale, ritagli insignificanti, scarti inutilizzati, attimi sfilacciati a questo tuo sfattino, piccolo rottamaio del tempo.


Luigi


in Lotta come Amore: LcA aprile 1985, Aprile 1985

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