Non violenza oggi

La nonviolenza è come la pace, come la Fede: ha i suoi devoti, i consacrati al suo culto, i suoi fedeli cantastorie, appassionati carismatici, sognatori...
Ma è anche vero che progressi la cultura, la sensibilità, forse perfino la popolarità, della nonviolenza ne ha fatti in questi nostri tempi. Chi è che non parla e non si ammanta di nonviolenza?
Tutto ormai è nonviolenza anche e specialmente perché la precisazione del concetto e della realtà concreta di violenza è ormai praticamente impossibile significarla con criteri inequivocabili.
Tutto nell'anima umana e nella convivenza, è nonviolenza per il semplice motivo che tutto è nella violenza, tutto è violenza.
Violenza nell'opinione corrente e tanto più in quella del "potere", in questo nostro tempo è esclusivamente il terrorismo, tutta la violenza di cui affoga il mondo fino ad insidiare la sopravvivenza dell'umanità, è nonviolenza. Questo si legge sui giornali, si guarda in televisione ...
Se l'onestà, un'ombra di pudore, della cultura, della politica, dei mezzi d'informazione, dell'opinione pubblica ecc. usasse le parole (la comunicazione) nel loro preciso, naturale, etimologico significato, si scoprirebbe quanto "pace" voglia dire concretamente "guerra". Quanto "progresso" comporti nello sfruttamento delle risorse naturali "distruzione" e così via...
Basta guardarsi d'intorno per vedere quanto "il benessere" è un modo eufemistico per non dire "inquinamento". Chi è che non sa che la scienza che, la tecnologia che costruisce "armi" e gli eserciti che le maneggiano, lavorano per la "morte"? E che la "difesa" è un miserabile inganno anche se viene chiamata deterrenza che vuol dire semplicemente capacità di "offesa" fino all'annientamento del nemico? Difendere e affermare "la libertà" nel mondo è un modo elegante per coprire e giustificare "la schiavizzazione'' economica, politica, militare, del mondo intero. E... "terzo mondo... terzo mondo... " e il terzo mondo per via delle briciole giustifica il mantenimento benedetto dei "privilegi" del ricco epulone...
Si potrebbe continuare a lungo in questo raffronto e confronto di contraddizioni: risulterebbe che l'ipocrisia della nostra cultura ha normalizzato l'informazione e quindi il tentativo di costruire l'opinione pubblica, non tanto sulla falsità, notizie non vere, manipolate ecc. quanto contrabbandando il male come bene, le tenebre come luce, il demonio (tanto per non essere fuori dell'argomento del giorno) come angelo del Signore...
Sta succedendo nel mondo della cultura, del pensiero umano, della coscienza e anche nella moralità, nella religiosità (nella Chiesa) ecc. quel fenomeno micidiale che gli scienziati chiamano "effetto serra". Cioè: le sorgenti di produzione di anidride carbonica (sempre più sovrabbondanti e sempre meno controbilanciate per le progressive distruzioni, dalla ossigenazione delle foreste) stanno rinserrando come dentro una serra, l'orbe terraqueo: sale la temperatura, diminuisce l'ossigeno, aria irrespirabile e quindi fine dell'umanità (tanto per cambiare!) Non è difficile avere l'impressione che lo spirito umano sempre più si trovi come chiuso in un atmosfera irrespirabile. Dove l'anidride carbonica della falsificazione, della distorsione dell'identità delle cose e della storia, fino all'impossibilità della percezione dei valori, della conoscenza della verità, della giustizia, della libertà... è sempre più cappa opprimente, anello soffocante. Atmosfera mefitica, avvelenamento per uno sfruttamento, ormai senza velo di pudore, di tutto ciò che è "vitale" in una realtà spietata di utilizzo economico, di destinazione di potere.
Chi è che non avverte e, se ha un resto di sensibilità umana, non soffre di questa subdola e spietata violenza?
Perché è violenza la sostituzione delle essenzialità vitali, decisive e determinanti di autenticità umana, con surrogati propinati furbescamente e contrabbandati come cultura, come progresso, come nuova civiltà...
L''effetto serra" è il progressivo addensarsi della violenza nella realtà a misura sempre più totalizzante: incombe la minaccia che da un momento all'altro non sia più concesso nemmeno di respirare una boccata d'aria.
Certo, è proprio così. La nonviolenza è utopia, un sogno, poesia, forse anche stupidità la vera, seria, responsabile Nonviolenza.
Però che piaccia o no, che interessi o ci si sputi sopra: sta il fatto che se c'è una speranza di sopravvivenza di umanità (con tutto quello che umanità significa) questa speranza è tutta e unicamente nell' alternativa alla violenza.
Fino al punto che di violenza ne deve rimanere una sola: ...quella dei violenti che rapiscono il Cielo". E "Cielo" è respirazione a pieni polmoni dell'aria ossigenata di libertà.
È dilatazione, spaziosità oltre ogni misura delle ragioni costruttive di umanità. È trasparenza di idee, d'ideali, di sogni, di progetti, di sensazioni...
È reciprocità di dono e di accoglienza...
È dove pace è Pace, amore Amore, libertà Libertà, dove fede è Fede...
e dove tu sei Tu, io sono Io e dio è Dio...


in Lotta come Amore: LcA ottobre 1986, Ottobre 1986

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