Vorrei offrire alcuni "appunti" - nel senso di motivi di riflessione - riguardo ad una realtà molto "interna" alla chiesa cattolica (ma non solo): la presenza dei sacerdoti e vescovi nella struttura di molti eserciti, compreso quello italiano. Una presenza articolata secondo precisi accordi "concordati" fra gli stati e la Chiesa.
1) Ai primi di maggio '86 la S. Sede ha pubblicato la costituzione Apostolica "Spirituali militum cu-. rae": documento pontificio che "imposta in modo nuovo il servizio di assistenza spirituale pressò le forze armate di tutto il mondo" (monsig. Gaetano Bonicelli, ordinario militare per l'Italia).
2) Il giornale "Avvenire" ha dato molto risalto all'avvenimento (come del resto fa sempre per tutto il settore della "pastorale militare") con un commento giornalistico ricco di particolari e di evidente soddisfazione: "Questa nuova Costituzione è un documento di carattere legislativo... ma è soprattutto un ulteriore segno della particolare attenzione alla cultura spirituale dei militari che la Chiesa ha sempre avuto fin dai tempi dell'imperatore Costantino... "
(Avvenire, 6 maggio '86). Segue elenco dei Vicariati castrensi canonicamente istituiti: 12 nelle Americhe/ 3 in Africa/ 3 in Asia/ 2 in Oceania/ 9 in Europa. Molto interessante è il titolo dell'articolo sopra citato: "Diocesi con le stellette".
3) È senza dubbio da rilevare il fatto che da un certo tempo esiste un chiaro tentativo di "rinnovare il linguaggio" per presentare il legame pastorale che unisce la Chiesa alla realtà militare: l'espressione "Chiesa con le stellette" è tipica degli scritti del vescovo ordinario militare italiano. Molto indicativo mi pare anche un articolo scritto da un cappellano militare.
4) La promulgazione della Costituzione Apostolica sugli Ordinariati militari rappresenta a mio parere un aggravamento della situazione di "compromissione" con il "braccio armato"degli stati da parte della Chiesa cattolica: sarebbe sicuramente necessario allargare il dibattito, la riflessione, la discussione per esaminare tutta la questione a partire dal problema dei contenuti dell'evangelizzazione.
5) Mi sembra giusto - a questo punto - ricordare dei fatti molto precisi e concreti che hanno messo in evidenza il contrasto tra il "vangelo di pace" di cui la chiesa vuole e deve essere portatrice ed il "comportamento pastorale" (fra teoria e pratica):
A) Nella base missilistica di Comiso, il vescovo di Ragusa ha favorito, benedetto e difeso con un suo preciso documento, la costruzione di una grande Chiesa.
B) Il vescovo di Napoli card. Ursi ha amministrato il Sacramento della Cresima a bordo della portaerei statunitense "Kennedy", essendo suoi concelebranti 37 cappellani militari di stanza nelle basi Nato.
6) Da tutto questo risulta importante e doveroso porci delle "domande" cercando insieme le risposte "giuste" perché rispondenti al messaggio del Signore Gesù, alla sua vita, alle sue scelte, alla sua parola, di cui la Chiesa - Popolo di Dio - deve essere fedele e coraggiosa testimone.
A) Se dobbiamo essere la chiesa della pace di Dio, la chiesa di Cristo principe delle pace, che senso ha OGGI parlare di "Chiesa con le stellette" dandole anzi maggior forza e consistenza giuridica che nel passato?
B) Se pastorale vuol dire annuncio evangelico per la costruzione di comunità cristiane e sostegno nella scoperta dei valori vissuti e proclamati da Gesù Cristo: non sarebbe giunta l'ora di dichiarare apertamente che fra la croce e la spada non vi può essere NESSUNA conciliazione?
C) Il "sogno di Dio" progetto di amore e di salvezza, nei termini in cui Gesù lo ha portato a compimento, come può accogliere il sogno/progetto degli uomini che confidano nella forza delle armi e quindi sul sangue del "nemico"?
D) Possibile che dopo i fiumi di sangue versato dalle guerre di tutti i tempi, l'esperienza storica unita alla parola di Cristo non sia ANCORA SUFFICIENTE a farci comprendere l'assurdità di voler ancora sostenere che "la guerra è una virtù" (= il sacro dovere di difendere la patria in armi)?
7) Alcune indicazioni propositive:
- Ogni caserma poggia le sue fondamenta su di un pezzo di terra ben delimitato; quindi le persone che in essa vivono e si "esercitano nell'arte della guerra" hanno già il loro parroco, senza stellette né gradi(quello della parrocchia territoriale)
- La Chiesa parrocchiale è la "casa comune" (per la sua stessa costituzione) di tutta la comunità cristiana: in essa tutti - compresi i militari possono pregare, lasciandosi illuminare e formare dalla parola del Vangelo, che sarà sempre "Vangelo di pace".
- Le caserme - di ogni tipo e specie - hanno già anche il loro vescovo, senza stellette (quello della
. diocesi territoriale) che dovrebbe essere in grado di proclamare a chi porta le stellette e a chi ne è privo, il comandamento, che non dovrebbe consentire facili aggiustamenti: "t« non uccidere"
- Sembrerebbe cosa naturale che la comunità cristiana riuscisse ad ottenere da chi ne ha il dovere l'abolizione della Costituzione apostolica del maggio '86 e lo scioglimento definitivo degli ordinariati militari. Per rompere con chiarezza le catene del compromesso che tengono prigioniera la pace di Cristo
Giuseppe Socci - chiesetta del porto
Viareggio (LU)
in Lotta come Amore: LcA maggio 1987, Maggio 1987
Luigi Sonnenfeld
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