«Nessuno intorno alla tavola è il maestro e nemmeno il padre nei confronti del quale si ha diritto di ricevere. E nessuno dei fratelli della comunità dell'eremo e della comunità degli amici ha da poter offrire né la parola né esortazione né testimonianza. Niente. Altro che la fame e la sete della Verità, l'accoglienza della Parola, la disponibilità, l'essere pronti, perché infinitamente consapevoli di un bisogno vitale, alla Comunione del Corpo e Sangue di Cristo e, nella comunione con Lui, alla comunione con i fratelli.
Per tutto, ma forse per una presenza sovrabbondante dello spirito di Dio, ogni parola che si ascolta è come se non fosse pronunciata da nessuno. Non è la parola di uno o dell'altro, ma semplicemente la Parola: ciò che viene aggiunto non è spiegazione ma l'offrire a quella Parola la propria carne e il proprio sangue, il tempo della vita e della storia, tutta la realtà dell'universo per la continuità della creazione e l'annuncio della sua novità incessante».
(Sirio, "Antico sogno nuovo")
TESTI BIBLICI LETTI NELLA MESSA DI DOMENICA 21 FEBBRAIO
Libro di Giobbe
Giobbe disse:
Pietà, pietà di me, almeno voi miei amici,
perché la mano di Dio mi ha percosso!
Perché vi accanite contro di me, come Dio,
e non siete mai sazi della mia carne?
Oh, se le mie parole si scrivessero,
se si fissassero in un libro,
fossero impresse con stilo di ferro sul piombo,
per sempre s'incidessero sulla roccia!
Io lo so che il mio Redentore è vivo
e che, ultimo, si ergerà sulla polvere!
Dopo che questa mia pelle sarà distrutta,
senza la mia carne, vedrò Dio.
Io lo vedrò, io stesso,
e i miei occhi lo contempleranno non da straniero.
Questa mia speranza è risposta nel mio seno.
Io ti conoscevo per sentito dire,
ma ora i miei occhi ti vedono.
* * *
Seconda Lettera a Timoteo
Quanto a me, il mio sangue sta per essere sparso in libagione ed è giunto il momento di sciogliere le vele. Ho combattuto la buona battaglia, ho terminato la mia corsa, ho conservato la fede. Ora mi resta solo la corona di giustizia che il Signore, giusto giudice, mi consegnerà in quel giorno; e non solo a me, ma anche a tutti coloro che attendono con amore la sua manifestazione.
* * *
Prima lettera di Giovanni
Ciò che era fin da principio, ciò che noi abbiamo udito, ciò che noi abbiamo veduto con i nostri occhi, ciò che noi abbiamo contemplato e ciò che le nostre mani hanno toccato, ossia il Verbo della vita (poiché la vita si è fatta visibile, noi l'abbiamo veduta e di ciò rendiamo testimonianza e vi annunziamo la vita eterna, che era presso il Padre e si è resa visibile a noi), quello che abbiamo veduto e udito, noi lo annunziamo, anche a voi, perché anche voi siate in comunione con noi. La nostra comunione è col Padre e col Figlio suo Gesù Cristo. Queste cose vi scriviamo, perché la nostra gioia sia perfetta.
* * *
Vangelo di Luca
Si recò a Nàzaret, dove era stato allevato; ed entrò, secondo il suo solito, di sabato, nella sinagoga e si alzò a leggere. Gli fu dato il rotolo del profeta Isaia; apertolo trovò il passo dove era scritto:
Lo Spirito del Signore è sopra di me;
per questo mi ha consacrato con funzione,
e mi ha mandato per annunziare ai poveri un lieto messaggio, per proclamare ai prigionieri la liberazione
e ai ciechi la vista;
per rimettere in libertà gli oppressi,
e predicare un anno di grazia del Signore.
Poi arrotolò il volume, lo consegnò all'inserviente e sedette. Gli occhi di tutti nella sinagoga stavano fissi sopra di lui. Allora cominciò a dire: «Oggi si è adempiuta questa scrittura che voi avete udita con i vostri orecchi». Tutti gli rendevano testimonianza ed erano meravigliati delle parole di grazia che uscivano dalla bocca e dicevano: «Non è il figlio di Giuseppe?». Ma egli ripose: «Di certo voi mi citerete il proverbio: Medico, cura te stesso. Quanto abbiamo udito che accade a Cafàrnao, fàllo anche qui, nella tua patria!». Poi aggiunse: Nessun profeta è bene accetto in patria. Vi dico anche: c'erano molte vedove in Israele al tempo di Elia, quando il cielo fu chiuso per tre anni e sei mesi e ci fu una grande carestia in tutto il paese; ma a nessuna di esse fu mandato Elia, se non a una vedova in Sarepta di Sidone.
in Lotta come Amore: LcA febbraio 1988, Febbraio 1988
Luigi Sonnenfeld
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