La morte non chiude la storia

Un incontro di amici: la veglia di sabato 20 febbraio

Ci siamo incontrati 42 anni fa: Sirio giovane sacerdote già in discussione con la sua vita di parroco, io all'inizio della mia vita di donna e d'insegnante.
Nel lungo percorso ci siamo seguiti ora vicinissimi, ora separati dalle diverse strade intraprese, tuttavia sempre a conoscenza e consapevoli dei problemi e delle difficoltà l'uno dell'altro.
Ora, gli amici - forse per questa lunghissima consuetudini - mi chiedono di introdurre quest'ora di riflessione che ci lega nel comune dolore.
Ascolteremo Sirio.
Sarà tra noi attraverso alcuni dei suoi scritti, così densi e significativi, che hanno puntualmente marcato ogni momento della sua vita; sarà tra noi a testimoniare come ogni decisione, ogni svolta, sia stata sofferta, travagliata fino a raggiungere la consapevolezza della sua totale necessità
Sirio nel mondo del lavoro, qui nel quartiere che aveva scelto, dopo la quiete di Bargecchia per calarsi, lui, uomo di studio, nel mondo operaio, nel vivo, consapevole di esporsi alla critica, al biasimo, financo alla beffa di chi non riusciva a capire, o di chi capiva troppo.
Percorso necessario per fare suoi il travaglio e la sofferenza umana.
E da qui ricominciare.
Dalla scoperta della condizione operaia, dalla conoscenza della fatica, della povertà e del dolore alla consapevolezza dei grandi temi della vita contemporanea: l'antinucleare, il disarmo, la pace.
Sirio condannato per la vicenda di Montalto di Castro; Sirio, apostolo di pace.
Dopo un lungo periodo di lontananza, l'ho ritrovato, malato, ma così vivo, infinitamente ricco, vicino ai giovani ai quali sapeva e voleva dire tante cose ancora.
E tutto ciò è sembrato interrompersi, ma una pagina scritta più di vent'anni fa ci rimane - quasi testamento - a dirci il significato della lotta, del resistere; la volontà di capire sempre quale deve essere il nostro ruolo, senza finzioni "con autenticità", come Sirio soleva dire.

* * *

Abbiamo detto e letto poco, abbiamo appena sfiorato e meditato, noi laici, i problemi che ci hanno legato a Sirio, ma non possiamo trarre conclusioni, perché conclusioni non ci possono essere.
Sirio ci ha indicato una strada, una strada che non termina, sulla quale deve essere costante l'impegno di lotta: "..posso anche aver sbagliato tutto nella mia vita, ma non mi interessa perché anche se posso aver sbagliato, non posso credere a questo errore dal momento che mi ha costruito così profondamente e mi ha liberato da me stesso, dal momento che io non esisto più ma esistono i problemi degli altri, i problemi della vita, della storia, che mi sostituiscono in maniera piena e totale".
(Franca Papi)


in Lotta come Amore: LcA febbraio 1988, Febbraio 1988

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