"NO" alle armi nucleari

Quelli che si oppongono alle armi atomiche ricevono la risposta che queste armi fanno parte d'un insieme più vasto; perciò non si potrebbe isolarle facendo una lotta separata contro questo solo tipo di armi.
In effetti occorre tener conto di questo fatto. Inoltre occorre avere una posizione coerente sia con lo stile di vita che con le scelte politiche. La soluzione di questi problemi è la coscienza. La coscienza viene fuori quando un altro uomo mi guarda e il linguaggio del suo viso tocca il mio essere in maniera tale che, da uomo che cerca di andare a fondo della sua vita, io mi converto in un uomo che si mette al servizio dell'altro. Nel mondo degli uomini questo è diventato vero con Gesù, che si fece servo (Mt 20, 26-28) e che l'ha reso possibile anche per noi che vogliamo seguirlo. La coscienza è implicata anche nelle vittime e dalla maniera con cui diventano vittime: non rivelano forse la vera natura di ciò che avviene in noi e attorno a noi?
La coscienza in coerenza con la fede, nella quale noi ci confidiamo a Dio, impariamo a distinguere la sicurezza di cui noi uomini abbiamo bisogno e che noi possiamo difendere, di ciò che si chiama anche sicurezza ma che in effetti è cattivo uso della forza sugli altri. La coscienza ci fa anche penetrare la natura della coscienza e le conseguenze della violenza nelle relazioni tra uomini e tra i popoli. La coscienza infine ci permette di distinguere i mezzi che possono efficacemente servire un fine giusto, da quelli che non lo possono fare.
La fede e la coscienza assieme ci mostrano dove si trova la salvezza e quali cammini ce ne distolgono spingendoci verso la guerra.
L'arma atomica non deve essere isolata dall'insieme nel quale nasce, ma comunque essa richiede una posizione speciale. Le ragioni sono: la distruzione di massa che provoca con la sua forza esplosiva, con il calore e con la radioattività che produce, il che la rende un mezzo inaccettabile di una difesa giusta.
Questo «no» all'uso delle armi nucleari conduce anche a rifiutare il sistema del terrore, che è basato sulla minaccia e il fatto di essere pronti a utilizzarle. Questo comporta anche un «no» allo sviluppo attuale della corsa agli armamenti, che tende ad integrare, sempre più l'arma nucleare nello stesso sistema di difesa: perché questo conduce al loro impiego effettivo.
Ma inoltre, quando noi ci opponiamo in maniera speciale alle armi atomiche, dobbiamo restare coerenti con tutto: l'arma atomica rivela fino a qual punto gli uomini sono capaci di andare, e non si può bandirla senza coinvolgere anche le cause che la fanno sorgere.
L'esistenza degli uomini ha avuto sempre minacce, ma ai nostri giorni, il pericolo sorpassa tutto quello che c'è mai stato nel passato? Possa esserci accordata la grazia che in questa ora estrema si risvegli una saggezza e una forza morale che possa dare all'umanità la possibilità di sopravvivere e di imparare delle nuove strade per assicurare la giustizia e la sicurezza.

ERNST, Vescovo di Breda
SCHREURS, Vescovo di Hasselt



Gli amici ricorderanno la grande gioia con cui fu accolta la sentenza di assoluzione per la lotta contro le centrali nucleari nella Maremma: per rimangiarsi quella sentenza la Magistratura è ricorsa in appello. Il nuovo dibattito sarà celebrato a Firenze il 16 dic. P.V. La sera del 15 precederà un dibattito pubblico sempre a Firenze.


in Lotta come Amore: LcA ottobre 1980, Ottobre 1980

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