Amici in Africa

Carissimo, la mia salute fa giudizio e acquisto forza sempre di più; se va avanti così, penso che starò ancora un bel po' in Africa, poi l'avvenire è nelle mani di Dio. Partita il 10 novembre dello scorso anno, con il cuore angosciato per ovvi motivi, sull'aereo ho sentito una gran pace invadermi e la certezza della presenza del «Dio fedele». Così, quando all'atterraggio a Bujumbura, l'Africa mi accolse con il suo... «caldo» abbraccio, mi sono sentita felice. Poi il periodo di reinserimento è stato duro, fisicamente e moralmente, ma... ce l'ho fatta; ormai vado proprio bene, anche se devo andare più piano di prima e se gli acciacchi della vecchiaia si fanno sentire... !!! Ho fatto un'esperienza quest'anno: quando i momenti erano più duri... anche per colpa mia e del mio caratterino... il Signore, invece di «sgridarmi» aumentava le sue tenerezze, attraverso la tenerezza degli amici di comunità e della gente: è stata una lezione, io che sono sempre piuttosto rigida nel portare avanti dei «principi»... E con questo metodo, mi ha fatta camminare e molto, cerco ora di diventare anch'io «tenerezza» per gli altri e vedo che le cose vanno molto meglio! Ho ripreso il mio lavoro di animazione; i giovani, coi quali avevo iniziato la coscientizzazione prima della malattia, mi aspettavano e ho avuto una gioiosa sorpresa: hanno camminato da soli e molto!
Le ire del «potere» non sono mancate, alcuni hanno pagato con prigione e battiture lo... sbaglio di «aver aperto gli occhi» e quello di «aiutare gli altri ad aprirli»; invece di mollare, dopo il primo momento di sgomento e paura, si sono uniti di più tra di loro e vanno avanti. Per equilibrare l'apertura di un gruppetto, la massa è ancora immersa nella paura e nell'esitazione; ne abbiamo avuto conferma recentemente quando abbiamo tentato un'azione di protesta non-violenta contro i soprusi sempre più gravi, convinti che la gente ci seguisse. Invece ci siamo ritrovati, noi quattro, quasi soli,... qualche metro più avanti, in corsa,... mentre la gente arrancava e, forse per la fatica, stava per fermarsi. Le autorità che ci vorrebbero buoni in chiesa ad «interessarci di Dio»... dicono loro... erano soddisfatte, ma per poco tempo. Si è deciso di andare più piano e di intensificare la coscientizzazione a più largo raggio, perché la partecipazione del popolo diventi maggiore. Con il consiglio parrocchiale (che non sono come quelli italiani... ma molto, molto più furbi...) si è preparata una traccia di riflessione che si può sintetizzare in queste tre domande: 1) Qual è la situazione attuale? (analisi e ricerca comune); 2) Dio cosa pensa della situazione? (confronto con la Parola); 3) Secondo te, cosa ci è possibile fare concretamente, oggi per liberarci e liberare il Paese dal male? Questa traccia è stata data a ogni comunità di base (sono più di 70, circa 4.000 persone); per un periodo lungo... i ritmi dell'Africa sono lenti... tutti dovranno riflettere, cercare, rispondere, secondo la loro mentalità e sensibilità.
Poi, di nuovo con il consiglio parrocchiale, da tutto questo rapporto si preparerà un piccolo documento che sarà una direttiva di azione per le comunità. Nato da loro, coi loro ritmi, le loro indicazioni è una presa di coscienza che darà i suoi frutti; crediamo sin questo il «camminare insieme» che vogliamo vivere e che per questa realtà Zairese e africana, ci sembra la più valida. A volte sono stufa e siamo stufi! Fare un bell'ospedale, una bella scuola, malgrado le «grane» darebbe più soddisfazione; senti che hai realizzato qualcosa e la gente plaude... In questo stile, invece, del vivere «con» e del formarci insieme una coscienza nuova, bisogna crederci e molto, perché sono cose lente... di generazioni.
La situazione dello Zaire è disastrosa e non si vede bene come uscirne... come si uscirà. Anche se diversa dalla realtà italiana, hanno in comune l'angoscia, la paura, l'incapacità a cambiare, eppure io continuo ostinatamente a credere in quei segni di speranza, dei quali «il» segno è la Risurrezione di Cristo, dopo la croce, dopo l'offerta totale di sé, perché «altri avessero la vita». E in questa luce andiamo avanti, Luisa, io, Carlo, Giovanni. Sin che annunciamo la «Buona Notizia» attraverso la Parola, o attraverso la medicina preventiva, o attraverso le lotte di liberazione dal «marcio» attuale, ci pare di essere ancorati a Dio, Padre, sorgente di vita, Amore... e all'uomo, sua immagine! Non è, credilo, né una fede, né una speranza ebete...; nascono invece da una sofferenza quotidiana, che sovente è solitudine e nausea..., ma a volte facciamo anche l'esperienza di un Dio che colma e che «è con te», e sono momenti in cui non puoi fare altro che rendere grazie. A fine settembre arriveranno con noi Marino e Bruna, due coniugi di Varese col loro piccolo Simone di due anni. La comunità si... ringiovanisce e si allarga... ! Con l'affetto di sempre


Emma


in Lotta come Amore: LcA ottobre 1980, Ottobre 1980

menù del sito


Home | Chi siamo |

ARCHIVIO

Don Sirio Politi

Don Beppe Socci

Contatto

Luigi Sonnenfeld
e-mail
tel: 058446455

Link consigliati | Ricerca globale |

INFO: Luigi Sonnenfeld - tel. 0584-46455 -