lo sono un bambino
tu sei un uomo, una donna
io non conto nulla
valgo soltanto in quanto consumo
Ma non produco niente
all'infuori di essere un bambino
che offre problemi da studiare
giornaletti a fumetti e gomma da masticare
Non so se ogni tanto almeno
non hai vergogna di te,
persona adulta, pensando a me,
bambino, fanciullo, ragazzo
Forse no, non hai vergogna
perché pensi che io non sappia
ma allora devo dirti le cose
tutte quelle che so e che penso
Tutte le cose orrende
che fanno miserabile il mondo
tu le fai passare per scienza
progresso, civiltà, religione
Stai preparando il mio futuro
che quando sarò cresciuto
l'aria sarà irrespirabile
l'acqua del mare un orrore
Morirò di sete nella mia giovinezza
perché avrai inquinato anche le sorgenti
alberi senza fiori e senza frutti
non più voli di rondini a primavera
Ma perché, o uomo, hai costruito
le bombe e i missili nucleari
chi ti da il diritto di impedirmi la vita
e di uccidermi la speranza di pace?
Io non ti ho chiesto mai
che il mondo sia tutto una fabbrica
Non è per amore di me
che costruisci i miei giochi
e fabbrichi quelle stupide bambole
è per amore di te e dei tuoi guadagni
Le merende al cioccolato
gli omogeneizzati al mio fratellino
quell'abbondanza tutta artificiale
non è per me ma per il tuo capitale
Quante stupidità mi dai a vedere
con quel riquadro che mi istupidisce
sei tu che al televisore mi costringi
togliendomi l'ultimo pezzo di prato
Alla scuola mi dai la cultura che vuoi
mi studi perfino prima di nascere
con la tua pedagogia sai tutto di me
e ancora non sai quanto mi scocci
e ancora non sai quanto mi scocci
Lasciami in pace a fare il ragazzo
a cinque anni non prepararmi motori
a tredici la motoleggera
il motocross ad anni diciotto
A venti un caporale, un sergente, un generale
carri armati e caccia bombardieri
testate nucleari e stare sull'attenti
per quei sette minuti della fine del mondo
Se studiavi un po' meno
io potevo essere un vero bambino
camminare sereno verso la vita
tenendomi per mano come un amico
Avrei avuto un papà, non un affarista
una mamma vera, non una femminista
un po' di verde, i passerotti la sera,
acqua di fiume e il guizzare dei pesci
Non ti fai una colpa, o adulto
di aver rovinato la mia fanciullezza
di avermi costretto ad essere esigente
duro di cuore e pieno di pretese?
Te ne accorgerai domani da vecchio
io allora sarò un adulto come te
e ti tratterò col cuore che mi hai costruito
senza poesia e senza pietà.
Sirio
in Lotta come Amore: LcA ottobre 1979, Ottobre 1979
Luigi Sonnenfeld
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