Processo di Grosseto

Ringrazio vivamente tanti e tanti amici che mi hanno espresso solidarietà per il processo che dovrebbe essere celebrato al tribunale di Grosseto a seguito di occupazione della stazione ferroviaria di Capalbio, in Maremma.
Durante una manifestazione popolare per protestare contro l'istallazione di una centrale nucleare nella terra di Capalbio (centrale che poi non viene più costruita per opposizione della regione Toscana: Capalbio confina con la regione Lazio dove ormai stanno lavorando alle fondazioni della centrale Montalto di Castro) fu occupata la stazione e la sede ferroviaria impedendo per alcune ore il transito normale dei treni.
Nel processo a Grosseto del gennaio del 78 ero stato chiamato come testimone a discarico della ventina d'imputati, dal maresciallo dei Carabinieri nella sua denunzia, segnalati quasi tutti fra i contadini della zona. Nella mia testimonianza risultò che io avevo partecipato attivamente all'occupazione e quindi da testimone passai all'incriminazione, insieme ad Alberto L'Abate, un caro amico di Firenze.
Per questo nuovo processo a nostro carico è stata effettuata l'istruttoria, una decina di amici si sono autodenunciati come «mandanti» di questa operazione di lotta antinucleare: è chiara la nostra volontà di rovesciare il processo nei nostri confronti, come un momento e una grossa occasione di lotta antinucleare. Tanto più che il programma governativo per le istallazioni di centrali nucleari, in obbedienza a favolosi interessi nazionali e internazionali, è stato rilanciato e potenziato.
Il processo non dovrebbe cadere nei termini dell'amnistia. A meno che non sia stato annullato dal processo in appello a Firenze dove le condanne inflitte a Grosseto sono state ridimensionate notevolmente, la procedura intentata dovrebbe andare avanti.
L'importante è che questa lotta contro il nucleare entri sempre più nella coscienza popolare perché sarà soltanto la forza dell'opinione pubblica che riuscirà a impedire o se non altro a contenere, la follia nucleare che viene propagandata come unica salvezza dal famoso pericolo del «buco nero», il vuoto dell'energia, lasciando cadere ricerche alternative di energia «pulita».
Mentre ringrazio vivamente della solidarietà (non è il caso di lasciarsi andare ad ammirazioni ecc. perché è cosa così estremamente di poco conto quello che sto facendo) mi permetto di accentuare come preciso impegno cristiano, la lotta antinucleare di coscienza umana e cristiana.


don Sirio


in Lotta come Amore: LcA febbraio 1979, Febbraio 1979

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