Chiesa: istituzione e profezia

Monte Carmelo 30/12/78 Venezuela
Carissimo Sirio,
trovo questo piccolo spazio per scriverti. Ti devo una risposta da moltissimo tempo e anche una parola di ringraziamento, per il tuo candelabro che mi mandasti per i fratelli Pacini e che fa buona mostra di sé nella piccola cappella che mi sta vicino. Si vede che per me il tempo ha davvero poca importanza. Abbiamo avuto una vicenda dolorosa che si è risolta in una vicenda gloriosa, perché ci hanno cacciato di casa. Sempre la solita storia: tutti ci aprono le loro case all'arrivo perché dei religiosi devono essere della gente mansueta e maneggiabile, poi si accorgono che non è così e avviene la selezione naturale. Non è necessario essere demagoghi né discriminatori perché la discriminazione avviene spontaneamente.
Così la famiglia che ci prestava la casa, era un po' più ricca delle altre ed ha preso la palla al balzo per cacciarci fuori. Tutta la comunità si è alzata e abbiamo avuto l'imbarazzo di scegliere la casa. A me hanno confezionato un rancho di fango che è una meraviglia: degno delle stanze vaticane. Non si direbbe di fango perché è tutto ben scialbato e bianchissimo: mi ci sento dentro come un re e piango di dover partire per due mesi e lasciarlo appena inaugurato. L'amore della gente che ci si è davvero stretta intorno e non sapeva come fare per non farci sentire quella che per loro, ospitalissimi per cultura e per tradizione, è una vera vergogna. Per noi si è risolto tutto con un piccolo disturbo e un po' di vita gitana che ora è rientrata nello schema borghese...
Ho cominciato un libro sull'asilo di cui ho steso la quarta parte più o meno.
Devo interromperlo per riprenderlo - come spero - a marzo se Dio mi concede di portare qua le mie ossa: ora vado in Canadà Brasile e Messico. Se guardi la carta geografica, ti rendi conto che la successione è bislacca, ma non sono riuscito a coordinare le date. Ricorderai che non sono un buon organizzatore e i difetti si accentuano col passare degli anni. Non so che pensare del papa: sotto certi aspetti mi pare eccellente, certe ventate che ci arrivano qui paiono fredde. Vedremo. In tutti i modi devo accettare fino alla morte la mia posizione di sindacalista nella chiesa e non aspettarmi rivalutazioni ufficiali. Chiedo a Dio di farmi morire nella fede, e nella fede romana per dirla con una parola tradizionale. Una volta capito che la chiesa sarà sempre una tensione dialettica fra l'istituzione e la profezia, e che le due vengono da Dio e dallo Spirito Santo, si trova una pace profonda. Non si può dire se siamo migliori di quelli che militano in una linea o nell'altra, perché è lo stesso Spirito che sceglie e sceglie prescindendo dalla santità e dai meriti. Arrivato all'epilogo (o quasi) della vita mi viene spontanea questa riflessione: che poco potere di decisione abbiamo noi sulla nostra vita.
Non dico che sia male, anzi penso che il nostro Creatore è veramente saggio lasciando a noi il minimo di possibilità di disporre, perché faremmo dei pasticci ancora più grandi di quelli che facciamo: e non sono davvero piccoli.
Buon anno mio carissimo e un grande abbraccio tuo
Arturo Paoli
Saluti ai tuoi compagni.


fratel Arturo


in Lotta come Amore: LcA febbraio 1979, Febbraio 1979

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