La voce
L'angelo Gabriele fu mandato da Dio in una città della Galilea, chiamata Nazareth e il suo nome era Maria.
E alla proposta dell'angelo se accettava o no di essere la madre di Gesù, il figlio di Dio, rispose: eccomi, sono la serva di Dio, fa di me ciò che Lui vuole.
Una ragazza è seduta nel raggio di luce e comincia a parlare:
Non so come spiegare, come chiarire il mistero, perché di mistero io devo parlare.
Come una piccola luce, accesasi nella profondità del mio seno, e si è andata accendendo sempre di più, un'idea, come uno strano, impensabile progetto, mi ha posseduta. Non ho potuto fare altro che lasciarmi andare, dire di sì a una maternità nuova e mi è andata crescendo nel cuore, nell'anima.
Non ho una casa perché tutta la terra è la mia casa. L'umanità tutta è la mia famiglia. E mio figlio sono migliaia di figli.
Non potrò mai avere una storia mia, personale, perché sono un segno di tutta una storia che investe il mondo, a renderlo terra di uomini e non di disumanità.
Sono nulla, povera serva di tutti, ma l'anima mia magnifica la potenza di Dio a disperdere gli orgogliosi nei pensieri del loro cuore.
Eccomi, ad essere coinvolta e travolta nel suo mistero di Amore e discriminare e dividere il mondo.
Sarò con lui a tentare la giustizia fra gli uomini deponendo i potenti dai troni e innalzando i poveri, gli emarginati, gli oppressi, perché finalmente il pane della fraternità e dignità umana abbiano gli affamati di giustizia nel mondo e sia svuotata, annientata, ridotta a cenere la ricchezza dei ricchi. Perché ogni uomo, non sia ricco o povero, ma uomo.
Questo uomo è mio figlio, quest'umanità la mia famiglia, questa lotta il mio Amore.
Perché Dio ha consegnato alla mia nullità un motivo di vita che si rifletta in gloria di generazione in generazione.
in Lotta come Amore: LcA ottobre 1978, Ottobre 1978
Luigi Sonnenfeld
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