Dalla comunità degli amici

Castelgandolfo, 4/10/1978
memoria di S. Francesco d'Assisi
fratello carissimo
E' sera. Seduto davanti la porta di casa, contemplo il lago e le montagne intorno che lentamente assumono un aspetto pacato e sereno. Fra poco la notte avvolgerà tutto nella oscurità e la luna lentamente farà il suo corso nel cielo, facendo brillare d'argento l'acqua del lago che si muove piano piano.
Ogni sera questo spettacolo mi affascina in maniera sempre nuova e mi prende a tal punto che anch'io comincio a sentirmi parte di questo creato chiamato ad essere «nuovo» in Cristo Gesù attraverso la sua opera di riconciliazione (2 Cor. 5, 18-21).
Credo infatti che il regno di Dio, al quale siamo chiamati e per il quale già fin d'ora lavoriamo è un «cammino di comunione sempre più profondo con Dio», oltre che con gli uomini e col creato.
L'invito alla comunione è infatti in primo luogo un «atto gratuito di Dio» che bussa alla nostra porta per fermarsi e cenare con noi (Apoc. 3,20), è una scelta personale di Cristo che invita a stare con lui (Giov, 15, 1-11), è l'azione prorompente della grazia che ci sbalza da cavallo, dalle nostre sicurezze, e ci fa chiedere con estrema semplicità: «chi sei, Signore?» (Atti 9,5).
Leggendo la Parola di Dio, in queste lunghe serate autunnali, vado scoprendo chiaramente la «gratuità» e la «paternità» di questo invito alla comunione con Dio; a tal punto che anche la mia preghiera ha cambiato formulazione e contenuto diventando sempre più «Benedizione di Dio, Lode per la sua manifestazione gratuita in Cristo, Accettazione gioiosa del Suo amore». Certamente tutto ciò è grande, è bello!
Ma è allo stesso tempo tremendamente doloroso!
Perché tutto ciò comporta una chiara coscienza della propria reale «povertà» e avanza l'esigenza di «spazzare via gli idoli» per assumere una «fede nuda» in Dio.
Solo allora, io penso, noi potremo giorno dopo giorno abbracciare le nostre «angosce», dietro l'esempio del Cristo, fiduciosi che Dio è al nostro fianco (salmi 16,31,...) e che ci risuscita a «vita nuova» (Matteo 16, 24-25).
La risposta pertanto da dare all'invito di comunione che ci viene da Dio non è innanzitutto nella linea del fare, quanto in quella dell'essere, la linea della conversione richiesta dall'annuncio dell'evangelo: Dio in Cristo rende attuale e visibile la sua salvezza; occorre credere a questa lieta notizia e nell'adesione al Cristo rispondere all'invito di comunione del Padre (Marco 1,1; Luca 4, 16-21; Matteo 4, 12-17; Giov. 1, 1-18). Si capisce allora l'esigenza radicale richiesta al cristiano, «discepolo» del Cristo di spogliarsi di sé, delle proprie sicurezze, dei propri idoli, delle proprie ideologie (Luca 9, 23-25) per incontrare, come già Cristo, l'unico Signore, lasciandosi coinvolgere da lui in un'esigenza che ha del grandioso: la costruzione del regno di Dio, la riconciliazione in Cristo degli uomini e del creato.
E man mano che la propria povertà scava l'immagine dell'uomo «nuovo», costui ha la capacità «nuova» di amare, perché egli è nato da Dio (Giov. 1, 12; 1Giov. 4,7)
La solitudine, che sta diventando un'esigenza forte della mia vita, mi sta portando, giorno dopo giorno, a ricercare profondamente questa comunione intima e personale (spero non intimistica e individualistica) con Dio, la quale mentre richiama e rimanda alla comunione con gli altri e con il creato intero, resta sempre qualcosa di grande e di trascendente perché «dono» «gratuito» di Dio.
Termino.
E' già notte fonda. La luna é alta nel cielo, qualche cicala canta sola nella notte: natura «pacificata», pronta a vivere pienamente un altro giorno e a manifestare in modo sempre nuovo la gloria di Dio.
Baldassare



* * *

Carissimo,
è da tempo che desideravo scriverti. per ringraziarti del dono che mi fai, pur senza conoscermi, del tuo e vostro «Lotta come Amore». E', ogni volta, l'incontro, intenso e gioioso, con una comunità di fratelli che si sforza di render conto agli uomini della speranza che è in noi (1 Pt, 3,15). E' la trasparenza di una vita, di una passione per gli uomini, che sento tanto vicina alla mia storia, partecipe della medesima luce e del medesimo Amore, che - ormai da dodici anni - mi hanno rapito la mente, il cuore, la vita. Sono prete felice di essere prete, come te: convertito dall'incontro con Dio a diciassette anni, entrato in Seminario a diciotto, divenuto per sempre Sacerdote di Cristo cinque anni fa. Un breve cammino: ma intenso di esperienze, di fraternità ricevuta e donata, di sofferenza sperimentata e condivisa, di speranza, di vita, di morte, di quel pane spezzato che ogni giorno, facendosi carne della mia carne e sangue del mio sangue, mi dà la gioia e la forza di lottare, di fallire, di lottare ancora.
Sono prete di una Chiesa che, come te, amo: la amo perché mi ha dato la Fede e mi dà - così spesso e generosamente - la grazia del perdono e della vita sempre nuova del mio Dio; di una Chiesa che - per questo stesso e appassionato e forse infantile Amore - vorrei, come te, sempre più bella, senza macchia né ruga, trasparente pace e giustizia, vivente memoria dell'Eterno, nel ricorso credibile di Dio agli uomini e in quello fedele e partecipe degli uomini a Dio.
E sono cristiano chiamato - nella comunione dei fratelli, dai volti insieme concreti e uniti al volto dell'unico Sposo - a pensare e ripensare la Fede, di fronte a Dio e per gli uomini nel lavoro teologico.
Capisci allora quanto ho bisogno della tua e vostra preghiera e di testimonianza di Fede nelle lotte come le vostre. Vorrei dirti tanto altro ancora: che prego per te, che ti sono vicino nelle tue scelte di Amore di ogni giorno, che condivido tutta quella vostra febbre di giustizia che vi appassiona così tanto... ti dico solo: grazie, perché è bello sentirsi in comunione di luce e di speranza con te.
Sentiti amato dal Padre, sempre. Tuo
B.F.

* * *

Carissimo, perdonami se non ti scrivo mai ma tu lo sai che se sto nel quartiere è impossibile: il mio tempo me lo prendono tutto gli altri. Così dopo tanti giorni in cui si accavallano le cose, la vita di tutti i giorni diventa sempre più da un lato pesante e monotona e da un altro sempre nuova e meravigliosa.
Ci vuole sempre una grande Fede e sempre più Dio si arrangia benissimo perché si viva unicamente di quella.
Però oggi essendo libera dal mio lavoro sono venuta su questi scogli, in riva al mare. Dirti la meraviglia di qui è impossibile. E' una giornata stupenda, un cielo azzurro intenso e un mare lievemente increspato da una brezza purissima, un sole che brucia ancora anche se l'aria è fresca. L'acqua del mare è di una trasparenza cristallina, una distesa di scogli fioriti di alghe bellissime sotto il sole, si vede chiaro il fondo del mare. Ho una voglia tremenda di fare il bagno su questa scogliera deserta e meravigliosa ma non ho niente per cambiarmi. Allora mi lascio andare al mio Dio, libera e Felice! Certo ho nel cuore tutti quelli che amo, ma oggi avevo un desiderio immenso di stare con Dio, sola, e ti assicuro che Lui mi colma al di là dell'impossibile, con una serenità profonda e con una gioia nuova, dolcissima, inesprimibile, semplice, unica... che è tutt'uno con la Sua Presenza che è totale e mi avvolge e mi penetra tutta..
Sono ormai diverse ore che sono qui su questo scoglio solitario che è come una piccola isola in mezzo al mare, eppure mi sembrano pochi attimi d'infinita stupenda meraviglia. Pensavo di pregare, leggere, ma non riesco a niente e non faccio nessun tentativo, sto nella Presenza di Dio e mi sembra che tutto è una preghiera viva e una lode stupenda di tutto l'essere e di tutte le cose create da Lui.
Dovrebbe essere così la nostra vita: vivere semplicemente e intensamente con Lui sempre... e invece come sono presa da tante cose, da tante persone, dal lavoro, da tutto.
Quanta sofferenza, quanta miseria! Quanta solitudine: a volte mi sembra di restarne schiacciata perché l'accolgo nel cuore, nell'anima.
L'altra domenica sono andata a trovare le famiglie che stavano con noi nelle baracche, erano sei anni che non le vedevo e in certe famiglie ho ritrovato due o tre bambini che non conoscevo. Dirti la gioia di questa gente e la mia, è impossibile; l'amicizia va proprio al di là del tempo, perché era come se non ci si fosse mai lasciati tanti giovani, tanti uomini operai e venditori ambulanti, tante mamme di famiglia con le quali abbiamo condiviso tutto, l'acqua delle botti che portava il comune, il pane, la gioia e la pena del tirare avanti quei bambini che tanti ho ritrovato grandi coi loro fidanzati e le loro ragazze. R. poi ha otto bambini, suo marito da anni vive con un'altra donna e l'ha lasciata! Tante volte quando stavamo nelle baracche, dopo il lavoro in fabbrica, si faceva l'adorazione in Cappella io e l'altra sorella, ognuna di noi con una bambina piccola in braccio perché R. ne aveva altri quattro piccoli e le gemelle piangevano: se tu le vedessi ora!...
L'altro giorno è stato proprio un dono di Dio ritrovarci, sono ritornata a casa tardi, di notte, con la gioia delle famiglie che avevo visto e la pena di tutte quelle che mi chiamavano dalle finestre e io non sono riuscita ad andare... è impossibile perché sono centinaia di famiglie e come si fa?
Questa è la vita di tutti ed è anche la nostra vita. Quello che conta è che Lui il Signore Gesù viva con noi questa vita dentro l'umanità. Non occorre altro perché tutto abbia un motivo preciso e un senso meraviglioso, è importante che qualcuno dica di sì al Mistero di Dio che continua così la Sua Incarnazione nel cuore dell'umanità e all'incrocio di tutte le strade degli uomini.
Non so perché, ma oggi mi sento così vicina al Papa: me ne è venuta una gioia immensa della scelta di quest'uomo così semplice e così figlio non tanto della Polonia quanto di tutto il popolo di Dio che è nel mondo: di questo popolo di Dio che deve essere l 'umanità più ricca dell'universo perché in esso vive il Figlio di Dio, il fratello nostro e di tutti...
La dolcissima Bontà di Dio e l'Amore meraviglioso del Signore Gesù colmi e trabocchi la nostra vita, poiché è unicamente per questo che siamo venuti al mondo.
Ti saluto in questa luminosità trasparente della Sua Presenza e in questa immensità di bellezza e di pace.
M.



in Lotta come Amore: LcA ottobre 1978, Ottobre 1978

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