Abbiamo aspettato il mettere insieme le pagine di questa lettera agli amici, che fosse eletto il nuovo papa. Non proprio perché ci sentivamo orfani; ma unicamente perché un'impressione di profondo mistero ci era sceso nell'anima. La morte nel giro di un pomeriggio e di una sera calda e dolce di agosto di Paolo VI. Poi l'elezione di Giovanni Paolo I con lo stupore di un nome da consentire perplessità. Il suo improvviso e sorprendente conquistare le folle, la simpatia popolare, per via del suo sorridere e del suo parlare parrocchiano. E ancora di più improvvisa e imprevedibile la sua morte solitaria, notturna, vigilata unicamente da una luce accesa accanto al letto.
Poi l'angosciosa trepidazione di un nuovo conclave con alla ribalta, questa volta scopertamente, gli arrivismi cardinalizi dell'ipoteca italiana sul papato. Da tremare, davanti al televisore per dover ancora affrontare la terribile fatica di accettare nella Fede il vincitore della battaglia. E' comprensibile e perdonabile la lacrima di gioia all'annuncio del nome di un papa straniero e poi la commozione del suo essere figlio della Polonia, la terra della sofferenza: a una certa età la memoria di tragedie di oppressione è incancellabile.
E poi papa Gìovanni Paolo II non lo conosco e quindi ci sta tutto: amarissima delusione e consolazioni inaspettate. Nell'imprevedibile la Fede è meravigliosamente facilitata nel suo gioco di suscitare Amore e accendere Speranza.
E per la Fede nel papa e in genere nella gerarchia e nelle istituzioni cattoliche non sempre tutto è facile, suadente , gioioso. Più spesso è fatica pesante e logorante.
Quella sera mi è sembrato di respirare con più serenità e mi è cresciuto, di colpo, lo spazio della libertà: come un peso scivolato giù di sul cuore, l'allentarsi di un colletto troppo stretto. Illusione? Può darsi, ma anche l'illusione aiuta.
Tanto più che nel fitto mistero di questi tre mesi mi é sembrato di poter cogliere un filo di luce. Quasi di avvertire un segno indicativo del disegno di Dio. Perché qualsiasi intervento (e cos'è che non è a seguito delle Sue scelte?) della Volontà di Dio è sempre manifestazione di un Suo Pensiero e di un progetto di Amore.
Può essere vero il detto popolare: l'uomo propone e Dio dispone. E è vero anche se si tratta di cardinali.
E' adorabile e doveroso per chi vuole guardare il mondo e la sua storia nella luce della Fede e non soltanto in quella del sole che nasce al mattino e tramonta la sera, cercare d'intuire, scoprire e conoscere la Presenza di Dio in questi tre mesi e tanto più percepire, cosa lo Spirito di Dio ha voluto manifestarci, cosa ha voluto dire la Parola che è stata pronunciata attraverso avvenimenti che sono spiegabili ovviamente nella dimensione naturale, ma possono anche essere «segni» del Mistero di Dio e del realizzarsi storico nel mondo di Dio nell'umanità.
Intanto é cosa semplice e chiara che gli uomini sono niente, possono significare molto e significare nulla. Tutto va semplicemente ridimensionato con tranquilla umiltà alle giuste misure. Smitizzare è il primo doveroso impegno del cristiano per il quale esiste un solo Padre, un solo Maestro e un solo Buon Pastore. Tutto il giornalismo più o meno sfruttaiolo della sensibilità, della sentimentalità popolare é semplicemente irriguardoso e dannoso alla Fede.
. I piedistalli sono un brutto, pessimo servizio per coloro che sono chiamati al ruolo del servitore, del «porta in tavola», «del lettore del Libro» ...
La Fede non è esaltazione di altri, chiunque siano, ma responsabilità cosciente e serenamente pagata. La fedeltà non è manifestazione a folle, a moltitudini, ma semplice e autentica coerenza con le scelte di Fede, cioè accettazione della Parola e il suo tradurla in pratica facendone costruzione di vita.
Noi della chiesa italiana avevamo urgente bisogno che svanisse la nebbia di un cattolicesimo trionfalistico, spettacolare che il papato italiano nutriva abbondantemente. E che stava risorgendo a misure impressionanti.
Non è detto che un papa straniero e tanto più un papa polacco, si orienti verso novità di smitizzazione e ridimensioni a misura di semplice uomo di Dio e di vicario di Cristo, il papato. Si sa che la via della storia e specialmente della storia della Chiesa, è molto lunga e paurosamente lenta: è però già cosa importante e incoraggiante che si sia cominciato a muovere i piedi su una strada diversa, nuova.
Quella vecchia, una specie di via Appia costeggiata da monumenti è stata percorsa per oltre cinque secoli ininterrottamente da papi italiani. grandi papi, grandissimi, ma ora basta proprio tanta grandiosità.
Se non altro con il papa Wojtyla la Parola sarà meno italiana e un po' più universale. E non soltanto lessicamente e foneticamente.
Sulla piazza S. Pietro vi era una folla sterminata quella sera, radunatasi correndo a sentire l'annuncio. E in un cielo tersissimo splendeva una luna piena che le cellule fotoelettriche non riuscivano a far impallidire. Mi pareva che sorridesse l'antica luna che ha visto e conosce bene la storia del travaglio e della gloria umana, guardando luminosa l'immensa folla rivolta e plaudente a quell'uomo sulla loggia della Basilica vaticana: e mi pareva che si rallegrasse di vedere finalmente qualcosa di nuovo, almeno da molti secoli fino a quella sera.
don Sirio
in Lotta come Amore: LcA ottobre 1978, Ottobre 1978
Luigi Sonnenfeld
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