Dalla comunità degli amici

Continuiamo a pubblicare molto volentieri stralci di lettere di amici: è anche questa una comunione, un segno di unità...

• «La morte di un giornaletto forse non è gran cosa, ma era praticamente l'unico tramite del mio rapporto con voi. Certo la solitudine è qualcosa di specifico nella vostra esperienza, da quando vi conosco; ma mi rattrista pensare che la solitudine degenerasse in isolamento. Ora ho visto fugare questi timori, e con me altri amici».

• «Continuate sempre! Date modo così di conoscere una esperienza di Chiesa che almeno si impegna per essere più autentica, più fedele al messaggio originale, senza interessi materiali da difendere. E' un segno di speranza conoscere la vita, le riflessioni di chi è impegnato in questa ricerca. A volte viene la tentazione di lasciar perdere la lotta, di orientarsi diversamente perché sembra di essere soli ad avere l'esigenza di autenticità e perciò dà carica per continuare il sapere che esistono e conoscere altri che vogliono le stesse cose e stanno vivendo in questa dimensione».

• «..Esistono altri peccati che sono debolezze, che sono tagli più o meno volontari al nostro sì, ma non sono peccati di morte. Peccati di morte sono le ingiustizie, gli idoli, ogni sostituzione di noi o delle nostre cose temporali a Dio; il non amare, che è uno dei peccati più grandi, preferire la nostra libertà a Dio. Guai se vi fermate (se ci pensiamo) un solo attimo, perché rubiamo agli altri noi stessi. Bisogna sempre essere fedeli al nostro « fìat» definitivo ed è necessario ripetere a Dio il desiderio fervido che egli effonda in ogni istante su di noi la sorgente della luce e della VERA VERITA', soprattutto nei momenti di oscurità, di incertezza, di disorientamento. Mi sembra di aver capito chiaramente che si è più liberi con Dio che senza di Lui. Sentirsi in comunione con Dio che senza di Lui. Sentirsi in comunione con Dio e con il creato è una gioia grande, è una gioia sempre nuova. Ho scoperto che la Pasqua è la gioia che si ha dopo la burrasca durata magari a lungo, dopo la crisi, la disperazione, la solitudine, e ritornare finalmente ad amare, che è la sola cosa che può dar senso alla vita Ho provato a star lontano da Dio di proposito: è una cosa tremenda, è un vero morire.»

• «Trovo molto importante che voi incoraggiate gli altri a vivere, nonostante tutte le difficoltà, ma vita diversa, qualificata dalla Fede. Mi pare importante approfon-dire un discorso sulla preghiera che diventi motivo di vita per noi e testimonianza per gli altri. Pensavo di aver imparato almeno un pochino a pregare, quando mi ritrovo completamente incapace. In questa realtà cosi conflittuale vivo il mio oggi. Un po' come tutti. Ma proprio per questo c'è bisogno di punti di riferimento. Con-tinuate pertanto ad esserlo almeno voi!»

• «Sono rimasto molto colpito e nello stesso tempo contento della iniziativa del vostro giornale in quanto ritengo che la fede non possa essere altro che vissuta, diventando esperienza personale in ognuno di noi, per essere speranza certa e senso profondo, reale, della nostra vita. Considero la vostra iniziativa quanto mai utile per la testimonianza che offre come strumento di stimolo e di riflessione, e quindi catechetico, per ogni cristiano. »

• «Quello che faccio, la fede che vivo, da una parte mi fa esultare di gioia, dall'altra mi dà anche tanta paura. Mi rendo sempre più conto però che è la paura di chi si accorge che non può tirarsi indietro perché Dio che è entrato nella mia vita ha un progetto che vuol realizzare. E' il sentire che ad un certo punto non sono più io che decido, che programmo la mia vita, ma qualcun altro che attraverso i fatti, gli incontri, mi conduce dove non so. I dubbi e le paure, le incertezze, le difficoltà della lotta di ogni giorno ci sono, e credo siano giuste e logiche. Non solo, ma sento che i limiti del mio peccato delle mie debolezze sono quelli che mi fanno sentire veramente insieme con i poveri, perché sento che di fronte a Dio non ho altro che questo e nonostante tutto lui mi ama. Ho voglia di vivere, di comunicare quello di cui ho fatto esperienza: l'amore di Dio che ha dato un senso a tutta la mia esistenza. La voglia di vivere non mi fa dimenticare il peso della croce e della morte, che è di tutti i giorni, ma la certezza che uno prima di noi ha vinto la morte è la forza per continuare. »

• «Trovo veramente delle grossissime difficoltà ad avvicinarmi a Dio di stare un po' insieme con lui. E non perché nutro dei dubbi sulla sua esistenza, ma piuttosto perché mi sento molto lontano da lui, soffocato in mille compromessi falsità, ipocrisie. Se una volta cioè tutte queste compromissioni giornaliere non mi pesavano (e questa era una grossa ipocrisia) ora me ne sento carico, carico. Sento di aver giocato con Lui, di averlo preso in giro, di aver recepito ciò che mi faceva comodo e basta. Non sono pessimista in questo: se veramente avessi aderito alla sua parola al suo amore non sarei più perso a casa mia, fra le mie comodità, e tante altre borghesissime cose! E' un discorso proprio di chiarezza! La cosa più strana è riuscire a capire come tutto ciò sia avvenuto: senza quasi preavviso, tutto mi è crollato davanti. Non faccio più la comunione nè mi confesso da oltre un anno... Mi sento proprio come una candela che si sta spengendo.. Mi accorgo ora che se prima lottavo «in nome del Vangelo» lo facevo in realtà per una gratificazione mia. Non che fossi insincero, perché ho fatto tutto con fede e con gioia, anche cose che mi sono costate moltissimo, ma è da ora che vedo quanto siano state labili tutte le motivazioni. Sono poi profondamente schifato di ciò che rappresenta la Chiesa nella società, di ciò che ancora continua a fare in favore dei potenti, dei ricchi ed ipocriti come me. »

• «Anche noi «siamo ancora vivi» nel senso però che non siamo ancora morti. In effetti non possiamo dire di non essere contenti, anzi felici: ... e fossimo soli! Se non ci fosse cioè intorno a noi un mare di persone che conoscono soltanto il dolore, la sofferenza, la solitudine e una società che conosce solo l'ingiustizia, la violenza, la sopraffazione; e tutto questo non si può nascondere facendo finta di non vedere!»

• «Il momento attuale della vita nel nostro paese e nel mondo intero non è dei più chiari dei più semplici, e sempre di più manca in noi l'Amore. Sembra che la vita venga mandata avanti solo sull'egoismo. Nonostante questo, continuate sempre nel vostro parlare ed offrire ai fratelli parole di VERITA' e di FEDE nel CRISTO RISORTO. »


in Lotta come Amore: LcA giugno 1978, Giugno 1978

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