Lettura biblica di questi nostri giorni

Guardare il mondo con coraggio dal punto di vista della Fede, è decisivo per tentare di vivere la storia con la coerenza del credente.
Ecco, alla fioca luce della mia Fede, sento profondo il bisogno e sarei infinitamente grato se qualcuno mi aiutasse in questa lettura, di leggere nelle dolorosissime e sconvolgenti pagine della misteriosa vicenda di questi nostri giorni, la Parola di Dio.
Perché la Parola di Dio non è scritta soltanto nella Bibbia, ma è scritta nella pagina della storia di ogni giorno e quindi anche di questi giorni.
La conoscenza e l'intuizione di Fede della storia del popolo ebraico in quanto popolo di Dio, è indicazione per la conoscenza dello svolgersi della storia di ogni popolo e particolarmente di un popolo cristiano.
Chissà perché tanto studio per l'esegesi biblica fino alla scoperta dei significati più reconditi ed eruditi e così niente invece per la ricerca d'intuizione teologica e tanto più nella Fede, della storia del nostro tempo.
Dio si è fatto Uomo per abitare nella storia. Ecco, io sono con voi fino alla fine dei tempi, ogni giorno, diceva Gesù. La sua risurrezione è anche per essere un vivente a vivere la storia, non un morto. E la potenza dello Spirito di Dio non è venuta per essere ipotecata dalla Chiesa, ma per costruire la storia e dispiegarsi liberamente nella vicenda dell'umanità.
Tanti problemi, è chiaro e terribile, sconcertanti ed esaltanti. Ma sta il fatto che l'adorazione di Dio il credente la vive nel concreto della vita e nel volgere di ogni istante. E tanto più ancora la contemplazione, questo misterioso e meraviglioso tenere gli occhi fissi in Dio per vedere e conoscere la vicenda del mondo e operare quindi scelte e raccogliere responsabilità, senza incertezze e timori, senza condizionamenti, nella verità e nella libertà.
Vicenda dei nostri giorni.
E' semplicemente impressionante questo intervento così duro e spietato nei confronti della Democrazia Cristiana a seguito del rapimento del suo Presidente, da parte di queste misteriose Brigate Rosse.
Nella ricerca di un perché io non riesco di tentare una risposta rifacendomi esclusivamente a una analisi politica.
Le B.R. sono una banda, nazionale o internazionale è lo stesso, di assassini senza ombra di scrupoli. E' chiaro: la loro condanna e la loro respinta è nella disumanità.
Sta il fatto però che da trent'anni a questa parte (e pochi giorni fa era il 18 Aprile) l'unico sconvolgimento, l'unico terremoto nel regime democristiano, arroccato in sicurezze sempre puntualmente e disinvoltamente rinnovate, ricorrendo a qualsiasi mezzo politico e non politico (si sa come è il potere, sempre, e di che lacrime grondi e di che sangue) è stato scatenato dalle B.R. Chi ha strappato via la copertura burocratica clientelistica, di dominio politico, di partito perbenista ed equi-distante ma anche carico di pesanti responsabilità di equivoco politico e di profitto amministrativo, mettendo a nudo la miserabilità di uomini e la intramontabilità del loro potere, sono state le B.R.
Non occorre dire, con forza, che non siamo assolutamente d'accordo con la strage di via Fani e il rapimento dell'Onorevole Moro e tutti gli altri assassinii e ferimenti ed estorsioni perpetrati dalle B.R. e da tutte le altre sigle più o meno similari.
La violenza non è giustizia, è ingiustizia anche quando attacca e lotta contro l'ingiustizia perché è disumanità, però questa profonda convinzione non può impedire l'analisi o meglio la visione di Fede di tutto quello che succede nella storia, nella vicenda concreta e nelle motivazioni che la determinano.
Nel caso che stiamo esaminando con lo sguardo della Fede, si impongono alcuni elementi, alcune componenti tutt'altro che marginali, sempre in questa visione di Fede. Si è perpetuata per trent'anni e ora si stavano sistemando gli intrallazzi e i compromessi perché durasse ancora chissà quanto, la strumentalizzazione dell'ispirazione cristiana da parte del partito democristiano.
Vi sono le grosse, terribili responsabilità di connivenza da parte della Chiesa e per troppi anni di autentica consacrazione e copertura. E nemmeno ai nostri tempi la separazione è avvenuta e tanto meno l'intervento chiaro e profetico della Chiesa nel giudicare, sulle pagine del Vangelo e del diritto biblico, il comportamento di un partito «cristiano» e dei suoi uomini.
Rimarrà sempre vero che la testimonianza a Gesù Cristo è la profezia.
Ma la Parola di Dio non è legata nemmeno quando non vi sono profeti ad annunziarla.
Il progetto di Dio (e dopo la spaventosa guerra dell'orrore più sfrenato, della disumanità più totale, quale sarà stato il progetto di Dio consegnato al popolo italiano e in particolare alla Democrazia Cristiana?) il progetto di Dio non viene accantonato quando viene bistrattato, deformato, strumentalizzato, tradito.
Dio è fedele nei suoi pensieri di Amore e quindi non si ritrae dal frustare e percuotere anche duramente.
Qui i riferimenti biblici possono essere tutte le pagine della Bibbia e tutta la storia del popolo eletto.
E così ugualmente la storia della Chiesa se è letta alla luce della Fede.
E allora ecco le B.R. Forse perché non esisteva ne poteva esistere più altra possibilità. E questa considerazione è spaventosa, lo sento bene, ma può anche darsi che contenga qualcosa di vero anche se tanto misterioso.
La Democrazia Cristiana se ci ostiniamo a considerarla un partito di ispirazione cristiana, un tentativo di progetto cristiano, ancora una volta, nelle realtà demoniache del potere, dobbiamo concedere a Dio la grazia di occuparsene.
E può darsi che nei suoi imperscrutabili consigli, abbia compiuto il giudizio e l'abbia trovato manchevole tutto questo cristianesimo politicizzato e di potere.
I fatti di questi giorni, e tutta l'angoscia che hanno provocato, lo sgomento e l'impotenza e il turbamento profondo delle istituzioni e l'incrinarsi dell'idolatria di potere, mi costringono a riflettere che in questi nostri tempi stia accadendo la terribile sventura che molte cose umane siano abbandonate da Dio a se stesse, alle proprie ragioni, ai propri criteri, alle proprie forze in modo e misure tali che possa essere manifestata la loro possibile inconsistenza, l'evidente relatività, l'ipotesi di molte cose assurde e pazze.
E cioè l'aspetto idolatrico di tutta un'istituzionalizzazione politica, dietro la facciata democratica una realtà di regime assolutistico.
E quindi l'asservimento di tutta una libertà di popolo sacrificata al Moloc del potere. n disorientamento di possibilità di rinnovamento nella giustizia, per compromessi politici, bloccando forse il libero cammino della storia. L'affermarsi sempre più, fino alle misure della divinizzazione, della potenza del capitale, della preminenza assoluta, di fronte a qualsiasi altro valore, della ricchezza, fino alla disponibilità a qualsiasi intrallazzo, disonestà, sfruttamento, ecc.
Vi sono trent'anni di democrazia nata dal sangue purissimo della resistenza e dai sogni pagati tanto duramente, di libertà, di giustizia, di progresso popolare, di crescita culturale, sociale, politica, trent'anni divorati da uomini che «democraticamente» si sono accaparrati il potere e l'hanno mantenuto e gestito come proprietà personale o di partito. .
Lo schiacciare un popolo con il sacrilegio della dittatura è delitto sempre puntualmente pagato, da Chi l'uomo ha creato libero figlio di Dio.
Il profanare la dignità e la sacralità della democrazia, è ingiuria al popolo e a Dio che non può rimanere impunita.
E allora avvengono saturazioni che comportano il traboccare.
Perché il 16 Marzo era il giorno destinato a concludere nuove sicurezze, l'occasione propizia e sapientemente preparata per porre nuovi fondamenti a reggere la nuova, ma era la stessa, annosa, costruzione di potere.
E proprio in quel giorno è accaduto l'assolutamente imprevedibile.
Da dove nessuno avrebbe mai minimamente ipotizzato, è scoccato il fulmine: in fondo la volta del cielo era terribilmente serena e prometteva tempo bello.
Non so se non è più che giusto, rimanere impressionati.
E non tanto per quel che può succedere nell'andare del tempo e che può riguardare non soltanto la dirigenza al potere, ma le stesse sorti del popolo e della democrazia, quanto per la misteriosità della vicenda. Di per sé semplicemente assurda questa vicenda eppure sempre più delineata come qualcosa che ha indiscutibilmente sconvolto tutto l'apparato di governo, politico, poliziesco, giuridico, culturale, fino al punto da creare tremendi turbamenti di coscienza, eventualità di conflitti, sconvolgimenti imprevedibili...
Dio in tutto questo «mistero» c'entra o non c'entra per niente?
La domanda non è devozionale, è molto concreta e ha bisogno di risposta.
E' stupefacente che in tutta questa situazione cosi drammatica che ha investito tutto un popolo e la sua storia, che ha messo tutto l'apparato politico con le spalle al muro investendolo e sconvolgendolo così all'improvviso, Dio non abbia un ruolo importante, decisivo, degno di Lui.
Può darsi che Dio e il Mistero della sua Presenza non venga cercato perché se ne ha paura del suo giudizio, ma noi sappiamo che il vero giudizio è unicamente suo. E cosi pure l'onnipotenza e ugualmente l'Amore.
Si, anche e specialmente l'Amore. E quest'Amore in tutta questa tremenda vicenda bisognerebbe sapere dove vuole arrivare: che cosa si aspetta quest'Amore.
Diversamente si scrivono, si dicono, si affrontano tante cose, ci si carica di responsabilità spaventose, si rischiano tentativi estremi e anche pazzeschi, ma tutto può risultare sbagliato se la via imboccata è sempre quella di prima o peggio ancora.
Mi dispiace assai che queste riflessioni siano appena abbozzate e ai più, anche dei miei amici e degli uomini di Chiesa, appariranno certamente vere e proprie stranezze misticheggianti e perlomeno pericolose e ambigue e chissà quante altre cose.
Più che mai in questi terribili giorni mi ha preso lo sgomento ogni volta che mi sono ritrovato a pregare.
Come per la percezione di una impossibilità a vedere, intuire qualcosa nel buio di questa notte fonda che è questo tempo.
Cosa chiedo quando recitando il «Padre Nostro», ripeto quelle parole: «... sia santificato il tuo Nome, venga il tuo Regno, sia fatta la tua Volontà...».
Cos'è in questi giorni il Regno di Dio implorato come unica salvezza, cos'è questa volontà di Dio che deve realizzarsi, cioè diventare storia, ora, in questi giorni, in tutta questa vicenda tanto tenebrosa?
E mi è sembrato di capire molte cose, assai più che a leggere i giornali e ascoltare alla radio e guardare alla televisione l'affannato agitarsi degli uomini politici e gli interessamenti dei grossi personaggi.
Mi è anche parso di capire molto e di accogliere nell'anima tutto l'abisso di sofferenza, di solitudine sterminata e di smarrimento inimmaginabile di Aldo Moro.
Perché sopra di lui e deve averlo spaventosamente oppresso, annientato, è calato il peso della responsabilità di tutti gli anni di governo D.C. e d'innumerevoli uomini che il cristianesimo e la democrazia hanno semplicemente asservito ai propri interessi di potere e di privilegio e di sfruttamento.
Portare il peso della storia è una lunga agonia e spesso può somigliare o addirittura rinnovare una crocifissione il suo concludersi.
Dio voglia che il sacrificio di un uomo come Aldo Moro, politico prestigioso, travolto, da posizioni straordinariamente eminenti, a larva d'uomo, nell'abiezione più ripugnante e tutto il sangue versato nell'orrore di questi nostri tempi, non cada a vuoto, compia la purificazione, costringa a una svolta, provochi tempi nuovi..
Le parole quando diventano sangue hanno diritto di giudicare e di condannare e la potenza di redimere e di salvare.
Diversamente completano la maledizione e la rovina.
E' qui con tutta la Fede che mi è data la mia preghiera di questi giorni.


don Sirio


in Lotta come Amore: LcA aprile 1978, Aprile 1978

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