Siamo ancora vivi

Riprendiamo e vorremmo essere puntuali ad una fedeltà d'incontro almeno ogni due mesi, l'invio agli amici di queste poche umili pagine: un giornaletto da niente, è molto vero e può venire anche legittimamente il dubbio se la spesa che inevitabilmente occorre per la stampa e la spedizione, sia giustificata o no.
Spesa di soldi, di tempo, di forze ecc. Rischio dell'inutile, di scocciare la gente, di farci compatire.. tentativo fasullo di voler rimanere ad ogni costo vivi sulla piazza della carta stampata, mantenimento sciocco e presuntuoso di vanità assurde.. ricerca di dare corpo ai sogni, carne e sangue a fantasmi, ostinazione a camminare sulle nuvole invece che sulle strade acciottolate della storia attuale.. ostinazione misticheggiante di una ricerca di Dio invece di un impatto coll'uomo nel sociale, nel cosiddetto politico, nell'esistenziale, insomma.. questa orgogliosità della solitudine invece dell'incontro fraterno nell'ecclesiastico, questa mania di profetismo e ci sarebbe tanto da "evangelizzare", misticismi di preghiera, profondità contemplativa, mentre il temporale va in rovina, le strutture si sgretolano, l'empietà dilaga...
Accenni, appena, di tutto quello che risuona intorno alla nostra povera esistenza, chiusa ormai in una tenacia che molte volte, anche a noi appare e forse è realmente, un difendersi. E' molto difficile in questi nostri tempi - come in tanti altri certamente - riuscire a distinguere bene la fedeltà dall'orgoglio, la perseveranza dall'ostinazione. Sappiamo bene di correre questo rischio insieme ad altri ancora più preoccupanti, ma non possiamo sottrarci al convincimento di dover versare anche la nostra goccia d'acqua in cima alla punta di un dito, nella grande arsione che sta bruciando di sete il nostro tempo.
Al mattino una goccia di rugiada a pencolare da una foglia o da un filo d'erba, sa di miracolo, specialmente se un raggio di luce la investe colmandola di splendore. La radiosità dell'arcobaleno contro un cielo grigio di tempesta, è rifrazione di minuscole goccioline di pioggia... .
Allora c'è speranza anche per noi. Ma nel caso che non ci venga concessa dall'opinione pubblica e dal giudizio di quelli che contano, la fiducia di un qualche significato la raccogliamo nel nostro cuore ma più che tutto la nostra Fede. Non diciamo certamente che Dio è con noi e quindi ce ne freghiamo di tutti: ma semplicemente che lo spazio di Dio è incomparabilmente più vasto di quello ritrovabile fra gli uomini. Crediamo che nell'immensità dello spazio di Dio ci possa essere un angolino anche per noi e forse anche per queste umili e insignificanti paginette•. E può anche succedere che in questa vastità di Dio, il muoversi sia assai più consentito e possibile e quindi l'incontrarsi e poi parlarsi e cioè dirci le cose che pensiamo con totale immediata e sincerità: perché nella realtà di Dio - cioè dove Dio è pienezza, totalità - l'amicizia è ancora possibile e quindi l'intendersi, il capirsi è cosa molto semplice, facile e bellissima.
Se quando riceverete questo piccolo foglio e trovate il tempo di ascoltarne il cuore, vi è dato come d'incontrarvi con persone amiche, come ritrovate dopo tanto tempo, a impiegare del tempo ecc.
Se poi succedesse, come al tempo dei profeti e dei miracoli, che qualcosa si accenda nei crepuscoli e ombre della vostra giornata per una speranza diversa, per nuova fiducia, perché qualcosa - e può essere anche un lontanissimo accenno, un germoglio appena spuntato dell'albero secco - qualcosa che può essere Dio, bisogno di Lui, un sognarlo, un intravedere la preziosità essenziale per il mistero della nostra vita e quello dell'umanità intera, allora la nostra ostinazione a credere in Dio e la nostra testardaggine a proporne la Fede anche ad altri, è abbondantemente ricompensata.


La Redazione


in Lotta come Amore: LcA gennaio 1978, Gennaio 1978

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