Incontri domenicali

In via dei Lecci, oltre il muro della tenuta, c'è una piccola cappella ricavata in una stalla col permesso padronale. Accanto, la casa dei contadini che da anni ci hanno accolto con grandissima amicizia. La ferrovia Genova-Roma crea una barriera tra questa striscia di terra abitata lungo la pineta e i gruppi di case lungo la vecchia Aurelia dove sorge la chiesa parrocchiale di Bicchio.
Vado spesso a celebrare la messa alle nove ed è un incontro molto semplice con un gruppettino di gente sempre molto fedele a questo appuntamento domenicale. Io, ma anche gli altri preti credo, mi lascio andare a prediche in cui ci sta tutta una mia riflessione ed è come confidare un po' tutto un problema di fede e di vita che mi angustia nei giorni della settimana. La pazienza degli ascoltatori è grande, ed anche l'affetto credo.
Da qualche domenica sto cercando di tirare avanti una riflessione sulla confessione. Ci sono tante cose da dire, una analisi che necessariamente va fatta, un rivedere con calma le precedenti esperienze per cercare di filtrare ciò che possiamo e dobbiamo conservare come tesoro di tradizione di fede e ciò che invece è doloroso ed amaro groviglio di umana miseria.
Ma il problema principale rimane quello della determinazione del peccato. Cos'è peccato? Certo lo sappiamo tutti che uccidere, rubare, offendere a morte son cose che non vanno fatte, ma nessuno di noi si augura di trovarsi coinvolto in simili tragedie. AI di là di questa barriera sempre più fragile e meno sicura per l'incalzare di una periferia che porta i segni di queste terribili esperienze, c'è il vasto ristagnare di piccole infedeltà quotidiane che non scuotono un andamento quotidiano fatto di sostanziale bontà ed onestà: i peccati? eh, si sa sono sempre i soliti.
Abbiamo cercato di ribaltare il problema: non è tanto determinante sapere ciò che è peccato, è assolutamente importante credere in Dio. Se accogliamo Dio, solo allora, potremo sapere ciò che è riflesso della sua luce e ciò che invece è ostacolo che fa ombra. Una stanza buia può essere ordinata o disordinata, nessuno si accorge della differenza, ma se si lascia che la luce la invada allora ciò che è in disordine appare chiaramente.
La confessione è la testimonianza visibile di questa illuminazione interiore che non si limita a rendere evidente il disordine, ma realizza l'armonia. E'l'invito ai fratelli a far festa per uno spazio di libertà che si dilata, a riconoscere e convalidare la rottura di catene perché altri legami di vita sono sopravvenuti.
Di nuovo quindi siamo rimandati al problema di Dio. Che cosa vuol dire Dio per noi? E' un soprammobile nella nostra vita? Cosa c'entra Dio nelle realtà quotidiane? Se penso al denaro vedo subito che ruolo giuoca nella mia vita, quali condizionamenti crea nella mia giornata. Se penso ai rapporti con gli uomini mi rendo subito conto di come sia modificata dagli altri la mia vita. E Dio? (continua)


Luigi


in Lotta come Amore: LcA marzo 1977, Marzo 1977

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