La geografia della violenza e della tortura:

Filippine

Trascriviamo da una lunga documentazione sulla tortura nelle Filippine intitolata (e fa paura questo titolo) «Segni dei tempi» due dichiarazioni: la prima è di un gruppo di prigionieri politici e la seconda è un documento di ex detenuti politici.
Per avere tutta la documentazione rivolgersi a
P. Gigi Cocquio .
Via Chiesa, 2 - 22029 Uggiate (Como)

DICHIARAZIONE DEI PRIGIONIERI POLITICI
Noi, prigionieri politici, esprimiamo la nostra solidarietà con tutti i settori umanitari e progres-sisti della nostra società in lotta per proteggere e perfezionare il patrimonio prezioso dell'uomo che sono i suoi diritti fondamentali. Dalle oscure celle delle prigioni dello stato e dietro al filo spinato del centri di detenzione situati in ogni parte del paese, mandiamo i nostri più cari saluti.
Il vostro coraggio e la vostra azione ci procurano molta gioia persino durante queste ore diffi-cili e dolorose. Così incoraggiati ci impegniamo ad insistere nel nostro compito storico di riguadagnare ciò che è stato perso e ci impegniamo anche a proteggere ciò che è stato guadagnato, e a far procedere tutto quello che è stato fermato durante l'inesorabile processo dell'uomo attraverso la storia.
La storia è stata una incessante lotta dell'uomo per affermare la sua umanità contro tutte le barriere naturali e artificiali, Questa lotta è vecchia quanto l'uomo. Essa iniziò dal tempo in cui l'uomo combatteva contro le forze della natura e continua fino ai nostri giorni dove l'uomo sta guadagnando il completo dominio sulla natura. Ma la lotta continua anche perché la non-umanità dell'uomo verso i suoi simili, non è ancora cessata; una classe sociale sfrutta l'altra, una nazione domina l'altra. Questo sfruttamento deve cessare se l'uomo vuole godere dei suoi diritti. Ma lo sfruttamento e la dominazione non cesseranno mai da soli. Solo l'incessante sforzo umano può portare alla realizzazione di quelli che noi conosciamo come diritti umani.
Così è in questo nostro tempo e nella nostra nazione.
Oggi la popolazione del mondo sta combattendo una lotta implacabile per mantenere e far progredire i propri diritti. Essi hanno sofferto perdite e difficoltà, ma hanno anche vinto. I prezzi pagati sono elevati anche solamente per proclamare quanto grande fosse la dignità umana. A tutti i popoli del mondo esprimiamo la nostra solidarietà unendoci alle loro sofferenze e difficoltà e rallegrandoci per le loro vittorie.
La nostra lotta nelle Filippine trova la sua espressione più vera nella nostra lotta per i diritti democratici e nazionali.
Con essa cerchiamo di ottenere l'emancipazione politica ed economica della nostra gente, liberandoci dalle dominazioni e sfruttamenti imperialistici. Questo accade perché in pratica noi possiamo godere di diritti umani quando abbiamo l'indipendenza politica e i mezzi economici per proteggerla e mantenerla. Senza questa i diritti umani rimarranno una frase vuota come appare dalla nostra recente esperienza. Ma noi possiamo raggiungere questa indipendenza solo attraverso lunghi e ardui sforzi. Dobbiamo pagarne il prezzo sapendo che ne vale la pena.
Noi prigionieri politici, abbiamo esercitato il diritto fondamentale per l'uomo per lavorare per una giusta società.
Abbiamo cercato riforme e cambiamenti fondamentali perché questi diritti fossero riconosciuti nella nostra società. Ma l'attuale governo vedendo ciò, ci ha imprigionati privandoci della nostra libertà personale a causa delle nostre credenze e convinzioni politiche. Questa è una grande violazione dei nostri diritti di uomini ed è un'ingiustizia.
Perciò vi invitiamo a lottare per il ripristino delle leggi civili nel paese. Inoltre invitiamo la gente a resistere alle usurpazioni dei diritti umani e ad assumersi il compito di proteggere e promuovere la dignità umana. I compiti che abbiamo indicato sopra non saranno certamente facili come non sono stati facili per coloro che ci hanno preceduto. Ma essi vinsero e così pure noi vinceremo perché niente può fermare l'uomo nella lotta per la difesa della sua umanità.
Nella solidarietà marciamo verso la vittoria.

DICHIARAZlONE DI EX DETENUTI POLITICI
Mentre celebriamo il giorno della nostra indipendenza nazionale, per la terza volta sotto la legge marziale, presentiamo a voi questa dichiarazione dei nostri connazionali e fratelli che sono stati un giorno incarcerati nelle prigioni e centri di detenzione del nostro paese.
Dalle crudeltà sofferte mentre eravamo in prigione e dal sangue e dalle lacrime che abbiamo sparso, abbiamo imparato queste realtà:
Primo: Oggi noi non godiamo la vera indipendenza perché gli stranieri controllano ancora la nostra economia e il governo dipende ancora dall'aiuto economico e militare di una nazione straniera. Una nazione che dipende da un'altra è legata a questa e non può prendere libere decisioni e fare libere scelte.
Secondo: Anche se i filippini ottenessero pieno controllo dell'economia e anche se il governo facesse assegnamento sulla sua forza e capacità una nazione non potrà mai godere della vera indipendenza finché i cittadini non saranno veramente liberi. La nazione non è né coloro che sono al potere, né i ricchi, né le forze armate, né i latifondisti; la nazione è tutta la popolazione, quindi se il popolo è schiavo degli stessi suoi capi, la nazione non può essere considerata indipendente, anche se non è assoggettata a potenze straniere.
Terzo: Nessun filippino dovrebbe essere né oppresso né uno schiavo e nemmeno un senza terra nella propria terra. Finché avremo cittadini oppressi a causa della loro mancanza di cultura, e debolezza, finché ai lavoratori e ai contadini verrà negata una parte dei frutti della loro produzione, finché ci saranno persone imprigionate senza ragione, torturate per le loro idee, nessuno di noi potrà dirsi veramente libero, perché se si ferisce anche un solo dito tutto il corpo sente il dolore.
Quarto: Questo dimostra che per noi è estremamente importante riguadagnare la nostra libertà, non possiamo però giungere a questo con l'uso de le armi, conforme a quello che dice Rizal nel El Filibusterismo, ma solo continuando con i nostri sforzi pronti anche a morire per la giustizia, la verità, il bene, e la dignità umana di ogni cittadino.
Quinto: Riacquistare la libertà è solo il primo passo. E' necessario, ed è il più importante, che noi usiamo la libertà per trasformare le strutture della nostra società in modo di non rimanere una repubblica di poveri e ingordi, ma una nuova società, dove ogni cittadino ha l'opportunità di sviluppare i suoi talenti, una società di pace, giusta, vera, prospera e dove ci sia l'amore fraterno.
Questi sono i motivi per cui noi che siamo stati vittima della prigionia sotto la legge marziale, invitiamo voi fratelli e cittadini ad essere uniti in una unica azione che dovrebbe essere il frutto di un unico sentimento, di un'unica aspirazione, di un'unica voce e di un unico sforzo, così che un giorno potremo celebrare veramente il giorno della indipendenza, realizzando così il sogno della nostra nazione.



in Lotta come Amore: LcA ottobre 1976, Ottobre 1976

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