Problemi e testimonianze antimilitariste

Congedo bruciato
. Ecco il testo della dichiarazione con cui il G.P. Devoti ha motivato la restituzione del suo congedo militare. Con il suo gesto (la carta è stata bruciata dinanzi al tribunale militare) ha voluto esprimere solidarietà con la scelta di Liborio Filippi obiettore totale membro dell'I.C.I. (Insumissium Collective lnternactional}, condannato il 13 gennaio dal tribunale militare di Verona ad 1 anno di carcere.
Coordinamento italiano ICI
Via mons. Romano 15
25010 S. ZENO (VR)
«Intendo restituendo questo pezzo di carta consegnatomi dalla istituzione «Esercito Italiano» esprimere il mio NO a tutto e ciò che è violenza e repressione, tanto più se pubblica ed istituzionalizza-ta. Penso e dico infatti che l'esercito è veramente «violenza» al più alto grado di bruttura mai rag-giunto, basti guardarlo nella sua funzione di repressione delle rivendicazioni sociali o nel suo ruolo di insegnare ad un uomo la arte di annientare ed uccidere un proprio simile.
Tutto mi fa capire che le Forze Armate sono uno strumento governato da pochi alla conquista di privilegi .personali, per opprimere e sfruttare la massa.
Credo che con la presente sua scomparsa (polizia compresa) sparirebbe la roccaforte dello sfruttamento e l'origine della delinquenza.
Spero e lotto affinché tutte le forze e le spese ora impegnate nell' esercito siano convertite in attrezzature e lavoro di utilità sociale, e perciò di pace. La legge dell'amore mi insegna la convivenza pacifica, il mutuo aiuto e il desiderio creativo insieme all'altro.
Mi unisco perciò insieme a tutti coloro che credono nell'amore e la comprensione in una lotta che terminerà solo alla scomparsa dell'esercito (di tutti i paesi senza distinzione).
Ho fede nella riuscita di questa lotta, nel grido dell'amore e della pace che si leva da tutto il mondo.
Rendo perciò a «Cesare quel che è di Cesare»,
G.P. Devoti

Obiezione totale di coscienza
Nella nostra lotta antimilitarista non possiamo spesso realizzare che il piccolo contributo di allargare la conoscenza ai nostri amici di chi questa lotta affronta e paga duramente di persona.
Pubblichiamo la seconda parte della dichiarazione di obiezione totale di Peroni Luciano, un giovane condannato da un tribunale militare di Brescia e attualmente incarcerato nel carcere militare di Peschiera sul Garda (Verona)•
Questa seconda parte della dichiarazione di Luciano è particolarmente importante perché critica con forte argomentazione la legge che istituisce il famoso servizio civile che lui giudica e respinge come un tentativo furbesco dello stato padrone di vanificare l'affermarsi di una vera coscienza antimilitarista.
Inviare anche una semplice cartolina può essere atto di solidarietà e motivo di incoraggiamento Scrivere a:
Luciano Peroni Carcere militare Peschiera del Garda
(Verona)

CHE COS'E' LA PATRIA
A CHE COSA E A CHI SERVE L'ESERCITO
COSA SIGNIFICA INDOSSARE UNA DIVISA ED ACCETIARE UN REGOLAMENTO COME QUELLO MILITARE
Ciò che io intendo per patria non è certo un suolo od uno stato chiuso in confini immaginari o linguistici ma tutti i luoghi dove esistono uomini che lottano per la propria vita. per i propri bisogni: questa è la mia patria!
L'esercito, che è il simbolo più palese di una società e di uno stato autoritari, che basa la sua esistenza sulla logica della violenza e della sopraffazione, sulla concorrenza e lo sfruttamento, perde qualsiasi significato nel concetto di patria che io ho. Oggi come oggi l'esercito assume il ruolo che la classe al potere gli impone e lo finalizza a sé stessa, ai suoi propri fini politici ed economici. Infatti l'esercito di leva attualmente ha vari scopi molto diversi da quelli che si prefigge in teoria, e cioè:
1) camuffare un esercito professionista, che ha in mano la unica possibilità bellica, quali i corpi speciali, PS. carabinieri. Vengono impiegati ed indirizzati in compiti non tanto di difesa della patria. quanto di antiguerriglia, crumiraggio, repressione, quindi contro gli interessi delle masse del Popolo, a vantaggio sempre e comunque della classe padronale che meglio lo paga.
2) I 200, 250.000 giovani che vengono ogni anno utilizzati per motivi mistificati (ma che portano conseguenze rilevanti, sottoponendo l'individuo a codici, regolamenti, gerarchie che lo svuotano completamente sia di ogni diritto umano che della sua personalità). consentono un rinnovo costante nel tempo di un determinato numero di posti di lavoro: sminuiscono quindi la pressione sociale che si accentuerebbe se la coscrizione venisse abolita.
3) Con la constatazione realistica che ha attualmente l'esercito è svuotato di tutti i significati che falsamente intende avere, lo si accetta solo nella misura in cui assorbe un numero non indifferente di personale fisso, di professione.
Non si riesce a dare a questo, sebbene socialmente inutile uno sbocco alternativo. soprattutto perché ciò comporterebbe un cambiamento radicale sia della società che della sua ideologia attuale.
4) Inoltre, l'esistenza dell'esercito dà una ragione, un pretesto, un'accettazione dell'industria bellica che, come l'esercito, viene accettata perché assorbe un numero non indifferente di posti di lavoro.
Accettare una divisa, un regolamento, delle leggi e quindi una giustizia come quella militare, significa accettare una società autoritaria, la sua logica antiuomo, accettare e sottostare a leggi, regolamenti, istituzioni fasciste. Significa per me rendersi complice e succube di una istituzione che non accetto e non concepisco, visto che basa la sua ideologia e la sua pratica nella violenza. nello sfruttamento, nell'annullamento totale dell'individuo.
Per questo motivo non accetto di contribuire concretamente alla lotta che i soldati democratici potano avanti oggi allo interno delle caserme, anche se le rivendicazioni che vogliono concretizzare le condivido e le accetto; nella misura però in cui questa lotta, che può portare risultati concreti relativamente prossimi, non sia fine a sé stessa, non si fermi cioè al fatto di conquistare degli spazi, dei poteri legittimi all'interno di una istituzione così totalmente ermetica e incontrollata, ma prosegua oltre. L'obiettivo ultimo non deve essere la democratizzazione dell'esercito. ma il suo abbattimento. Queste lotte quindi, rivendicazioni giustissime. vanno inserite nel quadro generale della lotta per la formazione di una società giusta, socialista, antiautoritaria.
Dopo anni di lotte per il riconoscimento dell'obiezione di coscienza, è stata varata, il 12.12•1972 la legge n. 772 che vorrebbe legittimare, e quindi giustificare il rifiuto del servizio militare da parte di chi non lo condivide.
In realtà, non realizza né tanto meno giustifica questo rifiuto, ma tenta di tamponare con una legge-contentino, quale appunto la 772, le denunce specifiche di una minoranza in espansione che, presa coscienza del ruolo dell'individuo in questa società e nelle sue strutture ed il ruolo reale che dovrebbe avere, rifiuta specificatamente l'esercito in primo luogo e l'ideologia padronale, optando per un lavoro di base costruttivo e non distruttivo o tendente al perpetuamente della situazione attuale, che avviene a discapito delle masse.
L'obiezione di coscienza non nasce nel momento in cui si rifiuta l'esercito (può essere una posizione di comodo).
L'obiezione nasce più a monte: nasce dalla constatazione di dati di fatto della realtà sociale, politica ed economica e delle sue contraddizioni. Diviene quindi un rifiuto, una negazione e soprattutto POLITICI; è un divenire, una maturazione, una scelta, una presa di posizione soggettiva che, nel momento della sua realizzazione pratica, si allarga e si inserisce nella lotta più generale, più totale al sistema e alle strutture autoritarie, al militarismo inteso nel senso più ampio.
Nel momento specifico della chiamata alle armi, l'obiettore si dichiara tale, assume un tono ufficiale di fronte all'opinione pubblica ed alla società, dichiara i motivi e le ragioni del suo rifiuto. In questo preciso momento entra in causa la legge 772 come regolatrice delle ragioni addotte dallo obiettore, che devono essere religiose e filosofiche. MAI POLITICHE. Ribadisce quindi la natura militare dell'obiettore, che è appunto equiparato sia economicamente che giuridicamente al militare: quindi di fatto le sue scelte di rifiuto non sono neanche tenute in considerazione.
Il servizio civile, poi risulta un'alternativa obbligatoria e cioè: rifiuti il servizio militare? bene eccoti il servizio civile, dove dipendi dal ministero difesa che decide i vari enti ed istituzioni in cui potrai svolgere il servizio civile, a patto però che non fai un lavoro realmente politico, Inoltre si aggiungono 8 mesi in più come ennesimo esempio di comprensione da parte dello stato, per la «validità» dell'obiezione che, appunto essendo positiva, va punita!
La 772 mi suona come un ennesimo tentativo dello stato padronale di incanalare, appunto con una legge, le scelte libere e coscienti degli individui, tentando di riassorbire. come del resto è già successo e sta succedendo in altri paesi, e quindi vanificare la natura antimilitarista ed antiautoritaria delle loro scelte, accuse, alternative. Il servizio civile legalizzato e regolato da una legge è un com-promesso tra lo stato padrone e l'individuo, tra l'autorità costituita e il diritto di coscienza di cui non la riconosce: diviene per la sua natura obbligatoria un servizio civile militarizzato,
Per queste ragioni rifiuto anche il servizio civile in quanto. non voglio scendere a patti ed accettare compromessi con una istituzione che ritengo inutile e dannosa, violenta ed autoritaria, contro la mia coscienza di uomo.
Accetto tutte le conseguenze che tutto ciò comporta. ma non intendo la mia accettazione passiva, ma attiva nel portare avanti una lotta antimilitaristica durante e poi la galera: il mio servizio civile è solo rimandato, in quanto la mia obiezione non è solo specifica del militarismo di caserma, ma una scelta politica antimilitaristica ed antiautoritaria che coinvolge tutta la mia vita: quindi imposto la mia OBIEZIONE TOTALE specificatamente contro i codici, tribunali. le leggi e i carceri militari. Ribadisco quindi, che la mia inarnazone è già servizio civile di per sé stesso, dimostrando e sottolineando ulteriormente la violenza e l'autoritarismo di questo stato pseudodemocratico ed autoritario che sfodera drasticamente le sue vere doti repressive contro chiunque non è disposto ad accettare i suoi schemi.
aprile '76
Peroni Luciano


in Lotta come Amore: LcA aprile 1976, Aprile 1976

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