Ad immagine di Gesù

Tanti amici sanno quanto sia fondamentale per noi il riscontrare nel Vangelo delle indicazioni per le nostre scelte di vita. Non crediamo, per questo di essere dei «patiti» di Gesù che devono per forza trovare delle concordanze con la sua vita e le sue parole, ma semplicemente dei cristiani e come tutti i cristiani sentiamo e crediamo di doverci rifare da Gesù Cristo.
Ma il Vangelo dà un'immagine dell'uomo tale per cui noi possiamo a buon diritto sentirla valida anche per noi nonostante il balzo di duemila anni di storia? Il problema non è solo di ordine teologico, ma lo si ritrova nelle incertezze e nelle difficoltà che ogni uomo o donna di buona volontà prova nel leggere il Vangelo per un orientamento della propria vita.
Ho ritrovato in un articolo su Concilium del 1972 (n. 5) alcune linee che mi sembrano valide. E nel rileggere l'articolo suddetto ripensavo a quanto sia importante una lettura continua del Vangelo proprio per non cadere nella tentazione ricorrente di utilizzare solo alcuni episodi o determinate pa-role che esplicitamente trattano del comportamento umano. Non solo: comprendendo i limiti che ha la nostra vita (credo qualsiasi vita) è facile capire quanto sia importante comunicare e saper accogliere oltre che offrire in modo da non rimanere bloccati esclusivamente entro determinate linee. Noi siamo veramente molto indietro in questo e non solo non possiamo portare esperienze, ma neppure intuizioni che valgano comunque ad illuminare la strada. Diciamo che il problema è vivo in ciascuno di noi, ma non. riusciamo a progredire oltre alcune constatazioni. Per questo preferisco ritornare al l'articolo di Concilium: «Alla domanda quali valori irreversibili d'umanità siano rinchiusi nei Vangelo si può trovare risposta adeguata soltanto se non stacchiamo dal loro contesto generale gli atti e le parole chiave: il regno di Dio, conversione, il Figlio dell'uomo... Entro il triangolo di queste parole chiave i vangeli hanno messo insieme le parole di Gesù e i racconti su di lui. Le parole contengono tante norme di, comportamento. Ma queste non sono formulate come prescrizioni obbligatorie che possono essere adoperate in modo legislativo; hanno piuttosto un carattere appellativo, né sono statiche. Il loro carattere dinamico risulta, tra l'altro, dalla circostanza che nel vangelo l'immagine normativa dell'uomo non viene tracciata con aggettivi o sostantivi che descrivono qualità umane. Evidentemente l'immagine normativa dell'uomo nel vangelo presuppone un tessuto di relazioni umane. . '
Le norme di comportamento si riferiscono al modo in cui gli uomini si comportano nei confronti reciproci. Lo stesso vale peraltro dei racconti su Gesù: essi si riferiscono al modo in cui egli reagisce ad altri uomini».
Per questo credo sia molto importante che. quando leggiamo il vangelo per orientarci nella vita abbiamo ben chiara e presente la nostra posizione, i nostri rapporti con gii altri ed i rapporti che gli altri hanno con noi. Proprio per poter agire ad immagine di Gesù è necessario si avere una visione chiara di fede. ma è indispensabile anche rispondere in modo creativo a tutto ciò che uomini e situazioni chiedono. Non è giusto né possibile cristianamente orientare la nostra condotta umana nel rispetto di indicazioni date nel passato. Noi viviamo in una attesa, in una speranza, verso un avvenire. Una lettura del vangelo radicata nei rapporti umani che ciascuno vive imporrà una visione nuova delle cose ed impedirà una strumentalizzazione devozionalistica della Parola di Dio. Sono cose dette ormai da anni: esse attendono solo la disponibilità di un'incarnazione in uomini o donne e comunità di fede.


don Luigi


in Lotta come Amore: LcA aprile 1976, Aprile 1976

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