Presentazione
Pensiamo di offrire ai nostri amici questo semplice ed umile tentativo di traduzione del Vangelo nell'attualità del nostro tempo. Potrà anche apparire una forzatura della Parola di Dio per cercare di farla entrare dentro gli spazi terribilmente angusti del nostro vivere quotidiano, della cultura, della civiltà, della cristianità attuale. Ma potrebbe anche essere tentativo o almeno un sognare dilatazioni e perché no violentazioni di questo nostro vivere e convivere affogato e soffocato da schemi e prigionie assurde, per una liberazione e autenticazione dell'umano, possibile, almeno così crediamo con tutta la forza della nostra Fede Speranza Amore, unicamente nella Verità della Parola che si è fatta carne e totalità del vivere dell'uomo in Gesù Cristo.
Sceneggiatura
L'Annunciazione
(Una voce): L'Angelo Gabriele fu mandato da Dio in una città della Galilea chiamata Nazareth ad una donna di nome Maria. E alla proposta dell'angelo se accettare o no di essere la madre di Gesù, il figlio di Dio, essa rispose: «eccomi, sono la serva di Dio, faccia di me ciò che Lui vuole».
(Una ragazza, seduta nel raggio di luce, comincia a parlare):
Non so come spiegare, come chiarire il mistero perché di mistero io devo parlare.
Come una piccola luce, accesasi nella profondità del mio seno e si è andata accendendo sempre di più, un'idea, come uno strano, impensabile progetto, mi ha posseduta. Non ho potuto fare altro che lasciarmi andare, dire di si e una maternità nuova mi è andata crescendo nel cuore nell'anima.
Non ho una casa perché tutta la terra è la mia casa. L'umanità tutta è la mia famiglia.
E mio figlio sono migliaia di figli.
Non potrò mai avere una storia mia, personale perché sono un segno di tutta una storia che investe il mondo a renderlo terra di uomini e non di disumanità.
Sono nulla, povera serva di tutti ma l'anima mia magnifica la potenza di Dio a disperdere gli orgogliosi nei pensieri del loro cuore.
Eccomi, ad essere coinvolta e travolta ne1 suo mistero d'Amore a discriminare e dividere il mondo.
Sarò con lui a tentare la giustizia fra gli uomini deponendo i potenti dai troni e innalzando i poveri, gli emarginati, gli oppressi,
perché finalmente il pane della fraternità e dignità umana
abbiano gli affamati di giustizia nel mondo e sia annientata,
ridotta a cenere la ricchezza dei ricchi.
Perché ogni uomo non sia ricco o povero, ma uomo.
Questo uomo è mio figlio
questa umanità la mia famiglia,
questa lotta il mio Amore.
Perché Dio ha consegnato alla mia nullità un motivo di vita
che si rifletta in gloria di generazione in generazione.
* * *
in Lotta come Amore: LcA ottobre-novembre 1975, Ottobre 1975
Luigi Sonnenfeld
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