Amore per Dio e amore per gli uomini. Può sembrare il tema di una pia meditazione e certamente si presta a tanti discorsi inutili se la questione non è affrontata alla luce della persona di Gesù Cristo in cui Dio e uomo sono cosi sostanzialmente uniti da non concedere più spazio a tutto ciò che può creare barriere tra l'umano e il divino, tra la terra e il cielo.
D'altra parte viviamo concretamente questa tensione consapevoli di essere molto lontani dall'amare da uomini e dall'amare gli uomini con il cuore di Dio.
Anni fa vivevamo un rapporto con Dio molto intenso nella grande casa di campagna. Una preghiera continua; e l'amore per gli uomini nasceva spontaneo in grande semplicità, ma anche in grande ingenuità che forse impediva una vera autenticità. Oggi viviamo molto l'amore per gli uomini se non altro nella condizione quotidiana cosi sbriciolata, senza capo né coda, e l'amore per Dio nasce forse troppo dal bisogno di un appoggio per essere atto di fede pienamente libero .
Ci dispiace molto non riuscire a vivere a fondo una vita dove Dio e l'uomo possano liberamente incontrarsi. Lo sentiamo come una forte mancanza della nostra dimensione sacerdotale. Lo sentiamo anche come una povertà che ci impedisce di allargare i dintorni di ciò che noi profondamente portiamo nel cuore.
Nella nostra approssimazione non riusciamo chiarire meglio questo discorso, ma lo avvertiamo presente nel cammino di tanti credenti poiché fa parte della vita cristiana la ricerca di vivere in pienezza valori unificabili apparentemente solo per subordinazione reciproca o per eliminazione dell'uno o dell'altro.
Certo è che nell'attuale storia della chiesa (in Italia, ma forse un po' dappertutto) questo problema appare molto inquietante.
Impressiona constatare come per tanti l'amore per gli uomini abbia incontrato un ostacolo da eliminare, un fatto alienante e dispersivo, nel rapporto con Dio. Non pensiamo per carità immediatamente a coloro che operano scelte con motivazioni a stretto ritorno personale, ma a gente che paga di persona e ha una ricchezza di vitalità tale da non lasciare spazio a giudizi di immaturità. D'altra parte coloro che mettono al primo posto Dio, spesso sembrano incapaci di superare la soglia di una ben controllata vita religiosa e non sanno giocare con altri il destino dell'umanità.
Si ricreano, intorno a queste scelte, contrapposizioni irrigidite tra realtà ancora una volta ritenute inconciliabili: Dio e l'uomo, la Chiesa e il mondo... i «nostri» e i «loro», i buoni e i cattivi,.. Speriamo e vogliamo che il nostro cammino, fallibile e opinabile fin che si vuole, non si arresti su queste secche di morte.
Non è che dedichiamo i nostri scritti a questo tema, ma speriamo che questa nostra ricerca di amore cristiano possa leggersi tra le righe.
La Redazione
in Lotta come Amore: LcA agosto-settembre 1975, Agosto 1975
Luigi Sonnenfeld
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