Dalla parte dell'ultimo

E' uscito da poco più di un anno un libro sulla «vita del prete Lorenzo Milani» (Ed. Milano libri Edizioni Via Civitavecchia, 102) della giornalista Neerea Fallaci.
Nn libro molto serio, scritto con grande attenzione e soprattutto con tanta partecipazione alla vita e alla storia così intensa di don Lorenzo.
Pensiamo che la lettura di questo libro possa essere di aiuto per comprendere in profondità l'impegno di un uomo che è stato veramente dalla parte degli ultimi a seguito di una scelta cristiana radicale che ha fatto di lui un prete scomodo per la Chiesa nella quale si è trovato a vivere. Ora che è morto sono in molti forse a dire bene di lui, magari disposti a riconoscerlo quasi un profeta. Può darsi che questa sia sincerità di fronte ad una vita così seria. ma viene il dubbio che ci possa essere tanta retorica.
Quasi per mettere alla prova il nostro sentimento di fronte alla parola netta e tagliente di don Lorenzo vogliamo ricordare una delle pagine più lucide e più provocatorie della sua «lettera ai giudici». Vorremmo che soprattutto i cappellani militari italiani si sentissero - ancora una volta - messi in questione da questa parola così chiara e precisa.
«..Diteci esattamente cosa avete insegnato ai soldati. L'obbedienza a ogni costo? E se l'ordine era il bombardamento dei civili, un'azione di rappresaglia su un villaggio inerme, l'esecuzione sommaria dei partigiani, l'uso delle armi atomiche, batteriologiche, chimiche, la tortura. l'esecuzione d'ostaggi, i processi sommari per semplici sospetti, le decimazioni (scegliere a sorte qualche soldato della Patria e fucilarlo per incutere terrore negli altri soldati della Patria), una guerra di evidente aggressione. l'ordine d'un ufficiale ribelle al popolo sovrano, la repressione di manifestazioni popolari?
«Eppure queste cose e molte altre sono il pane quotidiano di ogni guerra. Quando ve ne sono capitate davanti agli occhi o avete mentito o avete taciuto. O volete farci credere che avete volta volta detto la verità in faccia ai vostri «superiori» sfidando la prigione o la morte? Se siete ancora vivi e graduati è segno che non avete mai obiettato a nulla. Del resto ce ne avete dato la prova mo-strando nel vostro comunicato di non avere la più elementare nozione del concetto di obiezione di coscienza.
«L'obbiezione in questi 100 anni di storia l'han conosciuta troppo poco. L'obbedienza, per disgrazia loro e del mondo, l'han conosciuta anche troppo. ( ... )
«Era nel '22 che bisognava difendere la Patria aggredita, Ma l'esercito non la difese, stette ad aspettare gli ordini che non vennero. Se i suoi preti I'avessero educato a guidarsi con la Coscienza invece che con l'Obbedienza «cieca, pronta, assoluta» quanti mali sarebbero stati evitati alla Patria e al mondo (50.000 morti).
Così la Patria andò in mano a un pugno di criminali che violò ogni legge umana e divina e riempiendosi la bocca della parola Patria, condusse la Patria allo sfacelo. In quei tragici anni quei sacerdoti che non avevano in mente e sulla bocca che la parola sacra «Patria», quelli che di quella parola non avevano mai voluto approfondire il significato, quelli che parlavano come parlate voi, fecero un male immenso proprio alla Patria (e, sia detto incidentalmente, disonorano la Chiesa). ( ... )
«Se ci dite che avete scelto la missione di cappellani per assistere feriti e moribondi, possiamo rispettare la vostra idea. Perfino Gandhi da giovane l'ha fatto. Più maturo condannò duramente questo suo errore giovanile. Avete la sua vita?
«Ma se ci dite che il rifiuto di difendere se stesso e i suoi secondo l'esempio e il comandamento del Signore è estraneo al comandamento cristiano dell'amore allora non sapete di che Spirito siete! che lingua parlate, come potremo intendervi se usate le parole senza pesarle, se volete onorare la sofferenza degli obiettori. almeno tacete!
«Auspichiamo dunque tutto il contrario di quel che voi auspicate: Auspichiamo che abbia termine finalmente ogni discriminazione e ogni divisione di Patria di fronte ai soldati di tutti i fronti e di tutte le divise che morendo si son sacrificati per i sacri ideali di Giustizia, Libertà, Verità.
«Rispettiamo la sofferenza e la morte, ma davanti ai giovani che ci guardano non facciamo pericolose confusioni fra il bene il male, fra la verità e l'errore, fra la morte di un aggressore e quella della sua vittima.
«Se volete diciamo: preghiamo per quegli infelici che, avvelenati senza loro colpa da una propaganda d'odio, si son sacrificati per il solo malinteso ideale di Patria calpestando senza avvedersene ogni altro nobile ideale umano».

(Neera Fallaci: «Dalla parte dell'ultimo» pago 364-385)




in Lotta come Amore: LcA luglio 1975, Luglio 1975

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