Terra Santa

Il viaggio di Sirio e Maria Grazia in Palestina è un piccolo avvenimento della nostra vita di comunità: ma come ogni piccola cosa della vita, porta in sé stessa dei significati che è giusto e buono cercare di scoprire. Perché tutto ciò che avviene in noi e intorno a noi può essere chiamata ad impegni più chiari, vivi ed autentici nella realtà del regno di Dio...
Per me la partenza è stata una cosa assai provocatoria perché è una scelta personale di alcuni di noi che avviene dopo diversi anni di vita comune, di scelte fatte sempre insieme, di strade percorse con lo stesso rischio. Ora qualcosa di nuovo è successo nella nostra vita: alcuni di noi hanno sentito il richiamo del tutto personale per un periodo da trascorrere in ricerca e approfondimento del mistero di Cristo nella terra che da sempre nella storia cristiana è stata chiamata «terra santa». Ora, dopo qualche giorno di questa assenza, riflettere su ciò che può essere nascosto in questo segno del tempo della nostra vita mi sembra pieno di significato e di indicazioni.
Per me è richiamo immediato al fatto che Dio, in Gesù Cristo, ha allargato i confini del Suo Regno a tutta quanta la terra, cosicché ogni angolo di terra può essere ed è realmente «terra santa». Per noi che siamo rimasti a casa, legati alle cose di ogni giorno, nello stesso lembo di terra e di mare, nel cantiere, nei campi, fra la solita gente di sempre, mangiati da tante povere cose che d'al. tra parte sono. la vita di tutti, è tanto urgente e necessario approfondire questo aspetto centrale del Cristianesimo: non c'è più tempo dove è dato esclusivamente di incontrare Dio; non c'è una storia esclusiva del Suo rivelarsi, un rito o un culto esclusivo della manifestazione del nostro amore per Lui. Ogni uomo e ogni donna sono la casa del Dio vivente e su tutte le strade, in tutta la storia uma-na, in ogni ricerca sincera di verità e di amore, in ogni lotta di liberazione dallo sfruttamento del povero si apre lo spazio di Dio.
Ogni terra è terra santa, capace di generare l'incontro con Colui che è la vita.
La terra è di Dio e tutta gli appartiene ed ha la capacità di creare motivi di rapporto con Lui: bisogna che questo avvenga in misure sempre più profonde, con serietà sempre più chiara perché sia possibile il compimento nella storia del mondo di ciò che Gesù chiama regno di Dio. «Né a Gerusalemme né su questo monte» dice Gesù alla donna samaritana, ma Dio lo si adora in spirito e verità e tutti i sentieri sono buoni per l'accoglienza e I'incontro.
Allora è cosa buona camminare per le strade della Palestina, sui sentieri che il Cristo Gesù ha toccato con la sua misteriosa e meravigliosa vicenda, allargare l'anima a tutto ciò che Dio da quella terra bellissima e tragica ha voluto comunicare all'umanità lacerata ed oppressa (allora come ora essa è terra di angoscia e di crocifissione).
Ma questo è certamente richiamo ed urgenza ad allargare lo sguardo al di là di ogni confine per abbracciare nel proprio cuore la storia dell'umanità intera e vedere in essa, nella sua totalità, la terra santa dove bisogna assolutamente poter collocare il centro del nostro impegno religioso e quindi del nostro amore a Dio in Gesù Cristo. «Quello che avete fatto al più piccolo dei miei fratelli è a me che l'ho avete fatto» e «andate nel mondo intero, annunciate il vangelo a tutte le creature»: ci sono stalle, baracche, case popolari, paesi, città dove l'uomo continua a nascere solo ed emarginato come a Betlem: ci sono su tutte le strade Erodi e Pilati che cercano il Cristo per metterlo a morte; ci sono tribunali, carceri, poteri politici e militari sempre pronti a crocifiggerlo e a seppellirlo. E' questa la terra santa dove il Cristo ci aspetta per far germogliare in essa il seme della Sua resurrezione.
Il viaggio e il pellegrinare di alcuni di noi per le vie della Palestina è senza dubbio stimolo e spinta a ricollegare continuamente la storia di Gesù Cristo con quella degli uomini del nostro tempo.


don Beppe


in Lotta come Amore: LcA luglio 1975, Luglio 1975

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