Sempre sulla strada

Abbiamo radunato le nostre deboli forze per inviare ancora una volta questa nostra lettera a tutti i nostri amici, anche senza il fondamentale contributo di Don Sirio e quello di Maria Grazia. Che sono attualmente in Palestina.
Non sono stati motivi turistici o devozionali a spingerli a partire. E' certo che oggi - forse come non mai - abbiamo bisogno di una particolare chiarezza di fede per vivere un difficile rapporto con la Chiesa e con le realtà di questo mondo.
Man mano che il tempo passa non invecchia l'amore che ci spinge a rinnovare i motivi della nostra scelta cristiana e sacerdotale e avvertiamo l'incapacità a rinchiuderci in un mondo fatto solo delle nostre cose.
Se è vero che questo tempo che ci vede divisi può dare l'impressione di un tempo "minore"; quasi di una parentesi, è impressione non giustificata di tutta un'attenzione ed un impegno ad accogliere la volontà di Dio una disponibilità assoluta ad essere provocati dalla fede.
Scriviamo alcune cose, ancora più poveramente del solito, al termine di giornate pesanti per il caldo e la fatica del lavoro, nel poco tempo libero che ci resta dopo l'aver parlato con tanti amici e discusso insieme diversi problemi.
Non sappiamo quanto tempo durerà questa situazione e quando avverrà che saremo di nuovo riuniti. Siamo contenti che non vi sia un termine prefissato perché dà un respiro più ampio a questo tempo di ricerca. Ci affidiamo con semplicità al Signore che tiene in mano le nostre vite perché fruttifichi in noi la sua parola.
La terra di Gesù ci offre tanta possibilità di riflessione: nella contemplazione del mistero dell'Incarnazione, di questo incontrarsi in pienezza delle strade di Dio e dell'uomo e, nello stesso tempo, è motivo di inquietudine profonda per la violenza da cui è sopraffatta. Continua ad essere la terra di Gesù, luogo dove il potere e la sopraffazione non smettono di crocifiggere la povera gente. Sentiamo di non poterci incontrare con la storia ed i destini di questa terra senza allargare il cuore al mondo intero, alla storia di ogni tempo, al destino di ogni essere umano. Pur rimanendo qua, anche noi ci sentiamo coinvolti in questo allargamento di orizzonti perché il nostro povero amore cresca in noi per una vita diversa.


don Luigi e don Beppe


in Lotta come Amore: LcA luglio 1975, Luglio 1975

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