Un amico obiettore di coscienza

Sono un obiettore di coscienza, uno dei 150 che divisi in piccoli gruppi prestano servizio civile in vari enti di tutta Italia. Lavoro presso il Centro di Cultura Proletaria nel quartiere popolare della Magliana a Roma.
E' importante per me poter scrivere su queste pagine perché la scelta che sto vivendo l'ho maturata alla luce della testimonianza cristiana che la Comunità del Porto conduce avanti da anni.
Può sembrare una semplice coincidenza che nel teatro popolare scritto da don Sirio, "Una fede che lotta", abbia avuto la parte di un obiettore di coscienza. E' stata invece l'occasione per una provocazione che mi ha coinvolto fino al punto da ritrovarmi oggi. realmente, in quella condizione. Una conferma - ribadita di fronte al nostro vescovo - di come il nostro "teatro" non sia finzione scenica che fa leva sull'emotività, ma proposta che nasce dal Vangelo, proposta strettamente legata alla vita, proposta di lotta sofferta e pagata di persona.
Quale oppressione più crudele di quella degli eserciti e delle armi? Può un cristiano, oggi, credere nell'esercito come elemento risolutivo dei conflitti sociali? Può un cristiano oggi pensare all'esercito come istituzione per la difesa dei deboli, dei piccoli, degli oppressi?
Ho risposto di NO. Non posso dimenticare che l'esercito può essere solo preparazione alla guerra, strumento per uccidere nelle mani di chi ha il potere.
Sono così diventato obiettore di coscienza, anche se non mi sento all'altezza di essere così definito. Non mi è, infatti. costato un giorno di galera per merito dei compagni che mi hanno preceduto pagando, con anni di carcere, una legge che consente a chi obietta di poter prestare un servizio civile presso enti che ne facciano richiesta. Legge che vuole incanalare nel sistema la protesta antimilitarista.
Non credo che, per il solo fatto di prestare servizio civile, abbia realizzato la mia scelta antimilitarista e non vivo nel sogno che masse di giovani divengano obiettori fino al punto che non ci sia più un militare. Pensare così è ignorare la storia ed i motivi per cui esiste l'esercito nel nostro paese. Il servizio civile non è automaticamente la soluzione alternativa all'esercito. E' quella che più si presta a calarvi le motivazioni di una coscienza cristiana che vuole autenticamente lottare per la pace, è segno che vuole - e otto mesi in più delta ferma militare sono il prezzo da pagare - illuminare il cuore del popolo.
Probabilmente non saremo mai tantissimi, ma, attraverso il servizio civile. abbiamo un compito importante da tirare avanti:
- Lavorare nei quartieri emarginati, in mezzo al popolo, e far capire come l'esercito sia un idolo da abbattere, come i costi delle armi impediscono di costruire case, scuole, ospedali, come le dittature militari tengano in schiavitù milioni di fratelli;
- Far crescere quella coscienza antimilitarista che è profondamente radicata nel cuore della gente perché l'obiezione divenga un fatto di massa.
Questo oggi è possibile per coloro che scelgono il servizio civile.


Memo Sonnenfeld


in Lotta come Amore: LcA novembre-dicembre 1974, Novembre 1974

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