Le amare riflessioni

Scrivo ora, a pochi giorni dal referendum, quello che mi passa nell'anima di cristiano e di prete. .
Ci siamo, noi della nostra comunità, tenuti fuori volutamente dalla mischia e non perché non avessimo idee chiare e decisioni precise, del resto indicate, anche se brevemente, nel numero precedente di questo nostro foglio. Tanto meno è stato per paura di interventi d'autorità, di sospensioni, ecc.
Ci siamo tenuti fuori unicamente perché questo confronto cosiddetto "civile", diventato invece aspro scontro religioso-politico, l'abbiamo risentito ancora una volta battaglia provocata dal clero, combattuta dal clero, a sistemi e metodi tipicamente clericali. E questo clero che si agita e si rimescola dentro problematiche costrette a significare lotte di religione, scontri di cristianesimo, dispute dottrinali, impegni pastorali, ecc., non riusciamo a digerirlo.
Se referendum doveva esserci (e non doveva assolutamente) la Chiesa-Clero bisognava che lasciasse ai laici una buona volta le proprie responsabilità e le proprie scelte. .
L'evangelizzazione è un fatto che comporta un giocare tutto in una testimonianza e in un annuncio: una vittoria in un referendum (che dovrebbe essere la massima manifestazione della sovranità del popolo e quindi della sua libertà) non ha niente a che fare col Regno di Dio nel mondo, non salva nulla di quello che il Mistero cristiano deve salvare nel mondo, semmai lo compromette assai e così tanto da renderlo irriconoscibile come Regno di Dio.
Tanto più che in tutto questo marasma del referendum non può non venire da pensare che la famiglia concretamente non interessa a nessuno dei contendenti: tutti la vogliono salvare e è un ombrello sotto il quale si riparano gli interessi più oscuri.
Chi ne ha fatto le spese, e in maniera e misura da sgomento, è la famiglia salvata da tutti e sputtanata da tutti, come messa in vetrina scoprendone tutti i mali e le vergogne, raccontandone tutte le casistiche più toccanti in una sentimentalizzazione da nausea.
E il Cristianesimo?
E' il grande sconfitto da tutta questa orribile storia del referendum. Strumentalizzato, bistrattato, profanato da tutti. Stiracchiato mani e piedi ancora una volta perché arrivasse ai buchi prestabiliti per i chiodi, povero Cristo.
Ancora una volta ha fatto le spese il Cristianesimo all'inciviltà, alla violenza, alla spudoratezza dei gruppi di potere, asservendolo e umiliandolo ad essere contro il popolo, contro la fraternità, la libertà, la pace. Usandolo come un'arma per offendere e schiacciare, costringendolo ad essere difesa e affermazione della legge, Lui, Gesù Cristo, morto in croce a seguito della legge, perché liberava dalla legge, e per convincere l'umanità a credere ad una sola legge, che non è una legge, ma Dio stesso,1'Amore.
Tutti, cominciando dalla Chiesa fino all'ultimo gruppuscolo, dai vescovi fino ai conferenzieri del dissenso, a strapparsi Gesù Cristo di mano uno con lo altro per dichiararsene il vero possessore, l'autentico annunciatore, in una tristezza teologica, intenzionata e banale, da nauseare fin nel più profondo dell'anima.
La Chiesa?
La Chiesa (intendo la Chiesa gerarchica perché la Chiesa, popolo di Dio, è altra cosa e forse solo lo Spirito Santo la conosce e Lui soltanto la porta avanti in Regno di Dio che viene incessantemente) la Chiesa ancora una volta ha preferito essere legge invece che Amore, divisione piuttosto che unificazione, scontro invece che incontro, dottrina invece che annuncio di Vangelo.
Una lunga, immensa fatica che vuol dire papa Giovanni, Concilio Ecumenico, e cioè lo sforzo appassionato costato ricerche pagate da sofferenze terribili, attese fatte soltanto di speranza, di Amore senza fine per anime profetiche, per gente e popoli ansiosi di rinnovamento, per una Fede liberata, per una passione di fraternità, per un Amore di Chiesa, segno e realtà di Cristo fra il popolo e fra i popoli.. tutto stroncato ancora una volta. A vuoto. Inutile.
Verrebbe in mente che è stata tutta una tremenda illusione la speranza di una Chiesa diversa. C'è da sentirsi giocati ancora una volta, dopo innumerevoli volte e di avere giocato anche gli altri, convincendoli alla speranza.
Chi ha vissuto gli anni delle crociate del dopoguerra, delle lettere pastorali, delle scomuniche, dei comitati civici, delle guerre di religione, sa molto bene quanto ci siamo ritrovati di nuovo, come ricaduti di colpo, a quei tempi.
Con tutta l'angoscia delle divisioni, dei risentimenti, degli odi, dei fedeli e degli infedeli, di buoni e di cattivi cattolici e di una Chiesa respinta, insopportata e insopportabile.
Con tutta l'immensa crisi religiosa e cristiana che ne consegue fino a rendere sempre più problematica una evangelizzazione, svuotata praticamente di contenuti evangelici, inaridita in dottrinalismi troppo facilmente scambiabili con strumenti di potere.
Riflessioni amare, ma non per polemica ma unicamente per sofferenza terribile motivata da appassionato Amore a Gesù Cristo, da tenace fedeltà alla Chiesa, da una voglia infinita di Regno di Dio fra gli uomini. Null'altro che un po' d'Amore in questo mondo dove è tutto violenza di sopraffazione, un po' di liberazione mentre sempre più si stringe alla gola dei popoli e dell'umanità il cappio della schiavitù.


don Sirio


in Lotta come Amore: LcA aprile 1974, Aprile 1974

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