L'Osservatore Toscano in caserma

Parlavo, nel numero passato, di una certa pastorale dell'Ordinariato militare per l'Anno Santo. Leggo ora sull'Osservatore Toscano (settimanale interdiocesano che arriva a noi con il titolo di «Esare Nuovo» con pagina di cronaca di vita lucchese) di una pastorale in senso inverso che il ministro della difesa Andreotti opera nei confronti della stampa cattolica per catechizzare i cristiani sulla bontà, lo spirito di sacrificio e la lealtà delle nostre Forze Armate. Siamo ormai abituati a vedere su Famiglia Cristiana la propaganda a favore dell'arruolamento volontario con ferma prolungata. Nel numero del 5 maggio lo Osservatore Toscano a sua volta ci tranquillizza di fronte alle polemiche e alle discussioni sul ruolo e le funzioni che le Forze Armate hanno nella vita del Paese e sull'enorme peso che rappresentano per il bilancio dello Stato: «Formare dei buoni cittadini lo scopo delle scuole militari», questo il titolo. in buona evidenza dell'articolo che riporta la rassicu-rante dichiarazione di un giovane capitano dell'Accademia dell'Esercito di Modena: «La prima cosa che insegniamo agli al1ìevi è la totale ed assoluta lealtà alla Costituzione; per noi giovani ufficiali, ma anche per quelli più anziani e più elevati di grado, è assurdo anche solo il pensiero di un colpo di Stato dei militari».
Il perché di questo interesse della stampa cattolica per il buon nome del mondo militare è spiegato nello stesso articolo: «Per ovviare all'assenza e alla scarsità di informazioni, il Ministero della Difesa ha organizzato - con la collaborazione dell'Unione Cattolica Stampa Italiana e con l'adesione della Federazione dei settimanali diocesani - un viaggio conoscitivo per direttori e giornalisti dei settimanali nelle tre accademie militari (Pozzuoli, Livorno, Modena) Si è aggiunta anche la visita alla Scuola Allievi Carabinieri di Roma, alla «città militare» della Cecchignola (sempre a Roma) alla 46.a aerobrigata di Pisa ed al comando NATO del Sud Europa a Bagnoli (Na-poli)».
Diamo atto all'onorevole Andreotti delle sue capacità. Con questa iniziativa ha ancora una volta allontanato il «pericolo» (per il cosiddetto Ordine costituito) che sulla stampa cattolica si creassero spazi per un discorso sull'esercito autenticamente cristiano. A certa stampa cattolica (Famiglia Cristiana, Osservatore Toscano... ) riconosciamo il «merito» di saper affrontare lo stesso problema nel modo meno evangelico possibile.
ZELUS DOMUS TUAE COMEDIT ME
Potrebbe essere questo. ("Lo zelo della tua casa mi divora") il motto del Cardinale Poletti e del Vicariato di Roma a seguito del comunicato con cui, oltre ad allinearsi al provvedimento dei benedettini riguardo a Franzoni, ne aggrava la posizione con affermazioni molto decise. Fa impressione soprattutto il tempismo che ha caratterizzato l'uscita del breve documento. Si può essere forse più benedettini dei superiori di Franzoni, o forse più papisti del papa? E' certo che l'uno-due è stato portato con la scelta di tempo degna di un pugile campione. Si può pensare a tante manovre dietro le quinte, ma non può sfuggire che con Franzoni non si è voluto punire una condotta poco degna del sacerdote, quanto un modo di esser nella Chiesa estremamente scomodo per chi soprattutto ne ha fatto un proprio feudo e vuol dare un preciso avvertimento a chi intendesse scuotere tale posizione di privilegio.
Si è scelta nella Chiesa italiana una ben precisa linea politica (Referendum e soprattutto Concordato e non si vuole assolutamente che possa essere forzata la mano da chicchessia. Il provvedimento va al di là di una manovra «esemplare» per rinfocolare l'ardore della battaglia ai tiepidi cattolici del «sì»; sarebbe bastato per questo un documento pubblico dove respingere le tesi di Franzoni. Si è voluti scendere al provvedimento disciplinare per far quadrato in una battaglia che va al di là del 12 maggio.
Questo lo ha capito anche il nostro Osservatore Toscano che comunica la notizia in questi termini: «Così è arrivata la sospensione «a divinis», cui si è aggiunta una grave dichiarazione del Vicariato della Diocesi di Roma: la Diocesi del Santo Padre non accetterà fra i suoi sacerdoti Don Franzoni, poiché è uscito dall'ordine dei Benedettini, gli proibisce quindi di esercitare entro i suoi confini il ministero sacerdotale». Prosegue l'articolo, non firmato e quindi redazionale, «La sospensione «a divinis» da parte dei Superiori dell'ordine benedettino e la dichiarazione del Vicariato di Roma sono fatti estremamente gravi. Dispiace profondamente che un religioso, che ha disimpegnato ufficiali importanti nello ordine, venga così emarginato dalla Chiesa, in cui avrebbe potuto fare tanto bene: ma è inconcepibile che un sacerdote resti nella Chiesa di cui non condivide più le dottrine e vi resti per seminare errori e contestazioni». Questa frase, fortemente lesiva della figura sacerdotale e religiosa di Franzoni, dilata arbitrariamente e in modo intollerabile la stessa censura ecclesiastica. E' modo di scandalizzarsi tipicamente farisaico.
Ecco come si mette con le spalle al muro un uomo facendo pressione sulla coscienza di fede. Lo si convince della sua eresia contando sulla sua rettitudine e sulla sua obbedienza, lo si induce a conclusioni secondo una logica che può esser vera se la Chiesa è una associazione qualsiasi. E' il metodo di tutte le purghe di questo mondo attraverso l'autocritica e il suicidio morale. Metodo che opera in guanti bianchi, secondo la tattica più moderna, con discorso ipocritamente sofferente e responsabile: «La Chiesa ha una sua dottrina, un suo magistero, una sua disciplina. Se uno non si sente più di accettare la Chiesa così com'è, se ne vada; non pretenda di rimanervi per sovvertirla: è questione di lealtà, di correttezza e innanzi tutto di intelligenza... Ha fatto bene la Chiesa, uscita dal Concilio vaticano secondo a dare a sacerdoti e laici cattolici libertà di espressione, ma fa anche bene a riprendere chi abusa di questa libertà».
Laici cattolici e sacerdoti, sembra voler affermare l'Osservatore Toscano, sappiate che il concilio vaticano secondo ha allungato molto benevolmente i vostri guinzagli, ma il collare è ancora ben saldo intorno al vostro collo e se non vi comportate bene è sufficiente che il «padrone »dia uno strattone per riportarvi sulla retta via, e per qualcuno può esser pronta anche una buona randellata: «E' da sperare che la lezione valga anche per altri sacerdoti e laici che hanno perduto la genuinità della fede e si fanno maestri di errori. Nella chiesa purtroppo non c'è solo Don Franzoni a seminare zizzania...» (puntolini nel testo, forse pronti ad essere riempiti da un elenco di nomi già nelle mani dei novelli e ringalluzziti inquisitori).
Così conclude l'Osservatore Toscano, organo ufficiale di molte diocesi toscane, portando un suo contributo all'opera di riconciliazione che caratterizza quest'Anno Santo. Gli siamo grati dell'avvertimento in nome di quella carità cristiana che a noi forse proprio manca. Uomo avvisato mezzo salvato.


don Luigi


in Lotta come Amore: LcA aprile 1974, Aprile 1974

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