Su «Avvenire» stanno comparendo ad intervalli abbastanza regolari comunicati e notizie sull'attività dell'Ordinariato e dei cappellani militari riguardo alla celebrazione dell'Anno Santo.
«Pellegrinaggi a Roma di soldati delle diverse regioni militari italiane avverranno in occasione del prossimo Anno Santo, seguiti, nel mese di novembre, da un solenne pellegrinaggio militare internazionale. L'ordinario militare per l'Italia, monsignor Mario Schierano, ha dichiarato che iniziative sono già state presentate agli uffici competenti.
« Debbo dire con soddisfazione - ha aggiunto il presule - che gli stati maggiori hanno accolto e stanno studiando con interesse le nostre proposte per una conveniente realizzazione» (da «Avvenire» del 9-3-1974).
Dobbiamo dunque veramente credere che il vento della riconciliazione oltre che spogliare della divisa tanti giovani che non vogliono esser preparati ad uccidere, attraversi anche le stanze degli stati maggiori per ispirare la conversione delle spade in falci, dei carri armati in trattori?
Possiamo Sperare che questa manovra spirituale NATO di novembre, porti un annuncio di speranza per tutti i popoli schiacciati dagli eserciti, perseguitati e torturati dalle polizie? Possiamo attenderci una sincera parola, da «cristiani»?
In un'intervista alla radio vaticana così si esprime ancora Mons. Schierano: «Riconciliazione può significare negli ambienti militari per chi deve comandare, resistenza ad ogni tentazione di abusare del potere e intelligente esercizio cristiano dell'autorità come autentico servizio alla crescita umana e spirituale delle singole persone e dell'intera comunità. Per chi è sottoposto alla disciplina militare la «riconciliazione» significa valorizzare l'impegno a superare il proprio egoismo, in una gioiosa scoperta dell'amicizia, in una felice constatazione che l'obbedienza può diventare virtù liberatrice se fatta in donazione, pazienza e fedeltà a tutti».
Buone parole, dettate certamente da un cuore sincero, ma forse poco attento al momento storico che stiamo vivendo. Cosa si intende per abuso di potere da parte dei militari? Per esempio, il cardinale di Santiago non ha definito abuso di potere il golpe assassino di Pinochet. Mons. Schierano è d'accordo su questa interpretazione dell'abuso di potere? Se prendesse posizione su questi casi di repressione militare forse le sue parole potrebbero avere un senso meno equivoco. O dobbiamo pensare che siano le sue stellette di generale ad impedirgli questa chiarezza?
Ad un soldato cattolico sud-vietnamita cosa direbbe Mons. Schierano e con lui tutti i cappellani militari riguardo all'obbedienza divenuta virtù liberatrice se fatta in fedeltà a tutti? A tutti chi? Ai suoi capi? A Van Thieu? Ai suoi commilitoni torturati dell'isola di Poulo Condor? Quasi certamente Mons. Schierano e con lui tutti i cappellani militari direbbero a me che non possono giudicare una realtà loro estranea (ma quanto «estranea»?).
Non pensa l'Ordinariato militare ad una realtà molto più vicina a noi qual'é quella degli obiettori di coscienza ed in modo particolare di coloro che le danno chiare motivazioni religiose? Non sarebbe con loro una seria «riconciliazione» da cercare? Come procede la «comunione» tra questi cristiani che camminano su due sponde così diverse? E' possibile una vera conversione per un'autentica « riconciliazione?
Se l'itinerario penitenziale che i cappellani militari del centro sud hanno percorso all'inizio del loro convegno per la preparazione all'Anno Santo, è terminato al sacrario delle bandiere dopo essere passato dalle catacombe, sperare in un rinnovamento anche solo iniziale sembra assurdo. Preti e frati invece di abbandonare l'esercito - e sarebbe l'unico gesto serio di vera «riconciliazione» con il popolo dissanguato in tutte le guerre e oppresso da tutti gli eserciti - giurano fedeltà a Dio e alla patria, a questo freddo simulacro di gloria per la povera gente, paravento per i potenti di tutto il mondo.
don Luigi
in Lotta come Amore: LcA marzo 1974, Marzo 1974
Luigi Sonnenfeld
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